CAPO VERDE:
diario di viaggio di Laura da Milano

 
DIARIO DI VIAGGIO DI CAPO VERDE – LUGLIO 2004

Sono partita per Capo Verde, senza tante aspettative, forse per il troppo stress e le troppe tensioni accumulate, avevo solo tanta voglia e tanto bisogno di tranquillità, bisogno di staccare la spina dalla realtà quotidiana. Il viaggio aereo non è stato brevissimo e dopo sette ore di volo, un atterraggio da brivido e un altro "voletto" interno abbiamo raggiunto Boavista: meta della prima settimana. Già dal finestrino dell'aereo avevo avvistato il nostro villaggetto, avevo già adocchiato il colore dell'oceano e già mi si era aperto il cuore. Una volta atterrati sono rimasta colpita dall'accoglienza, una cinquantina di capoverdiani tutti lì pronti a salutarti con un caldo sorriso e un calorosissimo benvenuto. Già mi piaceva quel posto. Ero in Africa. Arrivata al villaggio ero stremata, tra la fame e la stanchezza, a stento mi reggevo in piedi, raggiungiamo il nostro bungalow (l'ultimo del villaggio ovviamente...) una volta entrata e aperto la finestra, una scarica improvvisa di adrenalina mi ha fatto dimenticare tutta la stanchezza: di fronte a me avevo la spiaggia e l'oceano infinito. Mi sono trovata d'istinto a correre scalza verso il mare... Boavista mi aveva già conquistato. Non mi sembrava vero svegliarmi e addormentarmi sulle note che le onde dell'Atlantico suonavano... il mattino alle 5 ero già in spiaggia a respirare quel profumo intenso e a godermi lo spettacolo di quel paesaggio magico che cambiava colore piano piano con il nascere del sole. Adoravo camminare, io e Marco avremo fatto 10 km al giorno... era stupendo, scalare le dune, passeggiare sul bagnasciuga, cercare conchiglie... e avevo come la sensazione che ogni passo mi depurasse da un po' dello stress accumulato. E così, giorno dopo giorno, quest'isola mi ha stregato... anche grazie alle escursioni che Titino, la nostra guida, ci ha accompagnato a fare. Il deserto di Viana, fantastico, è sempre stato uno dei miei sogni poter vedere il deserto e lì ci ero in mezzo, ero circondata da dune altissime e dal forte vento che le faceva mutare lentamente. La spiaggia di Santa Monica, una distesa di sabbia bianchissima e un mare cristallino, 18 km, solo per noi, non c'era un'anima viva, solo qualche granchio... fermarsi lì seduta a guardare l'orizzonte e a fissare quella linea sottile che divide il cielo dal mare. Nell'escursione notturna siamo riusciti a vedere tre tartarughe, di una addirittura abbiamo assistito alla deposizione delle uova, un'emozione fortissima; mi trovavo di fronte ad una scena vista centinaia di volte in tv... avevo le lacrime agli occhi...! La speranza di vederne una c'era ma l'esperienza è andata ben oltre le mie aspettative, è stato splendido. Il tutto sotto un cielo stellato che mai potrò scordare, un tappeto blu tempestato da infinite stelle che brillavano come diamanti. Indescrivibile. Nei paesini che abbiamo attraversato ci hanno accolto tantissimi bimbi, uno più stupendo dell'altro, con un sorriso dolcissimo e due occhi enormi ci guardavano con curiosità giocando a pallone tra le casette dai mille colori. Non sono nemmeno riuscita a fotografarli, mi sembrava di "violare" quella purezza e ingenuità che mi trasmettevano. Col passare dei giorni mi accorgevo di perdere piano piano la frenesia, lo stress e tutte le tensioni che avevo portato con me, acquisivo al loro posto tranquillità e la voglia di godere ogni istante di quelle giornate, stavo pian piano acquisendo il famoso ritmo capoverdiano. Durante la settimana ho scattato più di duecento foto, angoli rubati da quel paradiso che vuoi portare con te alla fine di questo viaggio, un po' per non sbiadire il ricordo che hai impresso nella mente, un po' perché vorresti condividerlo con tante persone che sono rimaste a casa ma che avresti voluto fossero con te. Una volta tornata in Italia però, ti rendi conto che nessuna foto, nemmeno la più bella, potrà mai rendere l'idea di quello che hai vissuto, di tutte le emozioni che ti hanno attraversato l'anima. Boavista è un piccolo paradiso e lì confesso di aver lasciato un pezzo di cuore. Terminata la fantastica settimana abbiamo a malincuore lasciato l'isola per raggiungere Sal. Una volta arrivati abbiamo subito uno shock da confusione... villaggio italiano, centinaia di persone che affollavano ogni angolo, musica da mattina a sera, spiagge arredate di lettini, distese di cemento che stanno trasformando la spiaggia di Santa Maria in un complesso alberghiero senza fine. Ho pianto. Ho pianto per ciò che avevo lasciato, Boavista, il mio paradiso... ho pianto perchè un domani, non troppo lontano, con l'arrivo del turismo, anche Boavista si trasformerà come Sal in una serie di villaggi meta del turismo di massa, perdendo la sua verginità... Fuggendo dal villaggio e noleggiando prima una jeep e poi uno scooter, siamo riusciti a trovare anche a Sal spiagge deserte e angoli meritevoli di complimenti ma il regalo più bello ci è stato fatto il giorno prima di partire: camminando sul bagnasciuga di una spiaggia deserta, intravediamo da lontano una tartaruga, pensiamo sia morta... ahimè a Sal è molto frequente... e invece no ad un tratto vediamo che alza la testa e così corriamo a perdifiato per raggiungerla. La poverina stava deponendo le uova sotto il sole di mezzogiorno, era completamente asciutta e sia il guscio che le zampe erano ormai totalmente disidratate. Grazie ad una bottiglia d'acqua che avevamo portato con noi, abbiamo fatto la spola per bagnarla e una volta depositate le uova, ci ha concesso qualche scatto, qualche filmato... ci guardava insistentemente come se volesse ringraziarci ed io voglio credere che sia così. Dopo aver coperto accuratamente il suo nido si è diretta verso il mare ed è scomparsa nell'oceano. Ricorderò per sempre questa vacanza, la più bella in assoluto della mia vita, porterò per sempre nel cuore quel piccolo eden africano.

Laura da Milano
la.78@libero.it





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