Un mare sempre basso, una spiaggia di un candore abbagliante e una vegetazione tanto bella e lussureggiante che pensavo non potesse esistere; ...sono queste le sensazioni che si provano a Zanzibar.

Le tipiche barchette in legno, sempre "parcheggiate in acqua", fanno capire che le parole d'ordine sono calma e l'ovattato rumore del lontano infrangersi delle onde, che sciolgono il loro impeto sulla barriera corallina, per poi arrivare dolcemente fino a riva (invogliando i bagnanti a crogiolarsi nel paradisiaco Oceano Indiano). Le basse maree fanno letteralmente scomparire l'oceano, lasciandolo a pochi centimetri e facendo emergere molti pezzi di corallo e una serie di delicati colori. Si può tranquillamente camminare per più di quattrocento metri fino alla barriera corallina, dove l'acqua non supera mai le ginocchia e ha una trasparenza indescrivibile.

Come in tutti i posti tropicali le palme e gli alberi abbondano; a Zanzibar però, le palme sono davvero alte, parecchie superano i venti metri di altezza. Sulla spiaggia si vende l'artigianato locale, prevalentemente composto da oggetti in legno e dipinti. A Kiwengwa si possono incontrare parecchi bambini che abitano nelle capanne sulla spiaggia e i "Masai", coreografici ed estrosi ragazzi che ricordano le radici etniche della popolazione zanzibarina.