ISOLA DI HONSHU (HONSHU CENTRALE e HONSHU SETTENTRIONALE)


Entra nella home page
GIAPPONE, Agosto 2008
Cartina politica del Giappone


Vai alle note politiche e geografiche del Giappone
Come primo viaggio in Asia ho deciso di visitare direttamente il paese del continente asiatico più lontano dall'Italia, il paese che per primo vede sorgere il sole, il Paese del Sol Levante. Sinceramente è stata un'esperienza che rifarei, un viaggio che mi ha arricchito culturalmente e mi ha saziato sotto ogni punto di vista (quello umano, quello artistico, quello architettonico e così discorrendo). Il Giappone è tanto diverso dall'Europa, per cui sa ammaliare anche il viaggiatore più smaliziato. E' una nazione splendida, ricca di opere d'arte, storia e tradizioni radicate nel tempo. Probabilmente non tornerò mai più in Giappone, però conserverò per sempre il ricordo di quel dolce contrasto che mi ha pervaso la mente e gli occhi, di quel continuo oscillare fra modernità estrema e tranquillità rurale legata alle tradizioni del passato; quel misto fra grattacieli e templi antichi, fra risaie e mare, fra laghi e montagne; insomma una nazione in bilico fra futuro utopistico e passato che ritorna. Un'altra cosa per cui vale la pena andarci è la disarmante educazione della sua gente, che mette in luce le migliori qualità umane e fa dimenticare tutte le cattive azioni che l'animo umano sa fomentare. I giapponesi sono educati e riservati, sono timidi e a tratti anche impacciati, però in mezzo a loro fa veramente piacere vivere. Un paese all'avanguardia, che viaggia su binari tutti suoi, un paese con il più basso tasso di criminalità del mondo, dal quale, purtroppo, gli altri stati non ne prendono spunto e del quale si sente poco parlare (proprio perché i problemi dei giapponesi sono minori rispetto a quelli di tanti altri). Tokyo è la capitale d'Oriente, la megalopoli totale... Un susseguirsi di grattacieli, giardini, templi, arte moderna e antica... E' una città in cui la vita è incessante, ma ove si trovano spazi isolati e silenziosi per riflettere e pensare a quanto sia appagante visitarla. Una città in cui c'è tutto, in cui nessuno si sente estraneo, ma semplicemente parte del mondo. Una città chiassosa, ma ordinatissima ed incredibilmente pulita, ove il brulicare di persone è gestito dalla coscienza di dover rispettare il prossimo e vivere nella più completa civiltà. La capitale del popolo più educato e civile del pianeta, una città di svariati milioni di persone, ma senza neanche il più piccolo rifiuto per terra. In città si trovano molti bagni pubblici, parecchi anche nelle stazioni della metropolitana, tutti quanti sono puliti e senza odori. A Tokyo, così come nelle altre città giapponesi, sono presenti distributori di bibite fresche in ogni angolo di strada e in ogni punto frequentato da persone; proprio perché nessuno si sognerebbe di romperli o vandalizzarli. A Tokyo non si vedranno mai scene patetiche di loschi individui che buttano la carta fuori dal finestrino dell'auto, o peggio ancora che compiono atti vandalici nei confronti di sconosciuti, a Tokyo non si vedranno mai persone litigare per un parcheggio, o passare davanti ad altre in qualche fila. Negli orari di punta, soprattutto nei tunnel della metro, ci sono orde di persone che vanno al lavoro, ma sono persone inquadratissime (in senso positivo chiaramente), garbate e mentalmente organizzate; persino lo schiacciarsi nei vagoni della metropolitana è fatto con particolare rispetto nel non calpestare gli altri. Inchiniamoci a Tokyo e ai giapponesi, impariamo da loro e iniziamo a capire che vivere meglio è possibile! Un popolo abituato al rispetto reciproco, gente che fa la fila ordinata per ogni cosa (per andare in metropolitana, per andare in banca, per qualsiasi cosa), gente che ti dà informazioni precise anche se non gliele chiedi, gente che vive di onesto lavoro e non di espedienti. Questa è la democrazia che si basa sulla civiltà reciproca. Un viaggio in Giappone, oltre alle meraviglie che custodisce, è anche una piacevole lezione di civiltà. La vita vera si impara viaggiando nel mondo vero e non certamente dalla televisione. Evviva Tokyo ed evviva i giapponesi.
03/08/2008 - VIAGGIO DI ANDATA
Dopo mesi di ferventi preparazioni, insieme a Morgana, finalmente sono partito per il Giappone. Al mattino presto siamo andati alla Malpensa e abbiamo preso il volo per Parigi, aeroporto Charles de Gaulle. Da lì siamo poi ripartiti con destinazione Tokyo. Abbiamo volato con "Air France", che si è rivelata essere un'ottima compagnia, con un servizio a bordo di prim'ordine (con champagne e piatti tipici). Il volo Milano-Parigi (della durata di quasi due ore) lo abbiamo fatto con un piccolo Airbus, mentre la traversata Parigi-Tokyo (della durata di quasi tredici ore) è stata fatta con un grande Airbus quadrimotore. Per il ritorno abbiamo seguito lo stesso itinerario, ovviamente invertito, con partenza da Tokyo verso Parigi e poi da Parigi verso Milano Malpensa, con la stessa compagnia aerea dell'andata. Il volo per raggiungere il Giappone è di per sé lungo, però tutto sommato passa grazie alle dotazioni dell'aereo (film e videogiochi). Il mattino successivo siamo arrivati all'aeroporto internazionale Narita di Tokyo.
04/08/2008 - TOKYO
Dopo le pratiche di ingresso nel paese (controllo passaporti, scansione indici e scansione oculare come negli Stati Uniti), che peraltro sono state veloci e senza contrattempi, abbiamo ritirato le nostre valige e ci siamo diretti nella sala arrivi dell'aeroporto. Qui, dopo aver cambiato gli Euro in Yen, abbiamo immediatamente comprato gli abbonamenti per la metropolitana di Tokyo (si possono comprare nei vari banchi presenti di fianco a quelli di noleggio auto). Visto che restavamo dieci giorni, abbiamo comprato cinque abbonamenti a testa da due giorni l'uno (spendendo una cifra ridicola, meno di tantissime altre città del mondo, poco più di 30 Euro a testa per tutti e cinque i biglietti; ogni tagliando per la metropolitana costava 980 Yen). L'abbonamento per la metropolitana, valido due giorni, si chiama "Tokyo Metro Open Ticket" ed è di colore rosso. La prima impressione che si ha vedendo il terminal giapponese è quella di avere di fronte a sé un paese ordinatissimo, tecnologicissimo e coloratissimo (impressione che si rivela vera appena si entra in città). Sempre nei banchi dall'aerostazione abbiamo acquistato il biglietto del Narita Express (della JR, Japan Railways) per poter raggiungere il centro di Tokyo (questo treno è piuttosto caro, ma è veramente ottimo per la sua comodità e per la estrema puntualità). I treni in Giappone sono comunque tutti quanti eccezionali, puntualissimi e pulitissimi. Senza uscire dall'aeroporto, seguendo le indicazioni e prendendo una scala in discesa, siamo arrivati sino ai binari del treno e siamo saliti sul treno per arrivare a Tokyo città. Dal treno si vede un panorama verde, con diversi pini, ma non cambia molto rispetto a quello del Nord Italia poiché ci sono anche parecchie risaie (ovviamente siamo noi che abbiamo copiato la loro coltura risicola). Le casette invece sono diverse da noi, sono grigie e molto squadrate. Poi, dalla fermata Chiba in avanti, inizia la periferia della città di Tokyo, con palazzoni, grattacieli, strutture futuristiche e strade che si aggrovigliano ed ecco che si vede il Giappone come lo avevamo sempre immaginato. C'è una concentrazione assurda di case, edifici e palazzi, in una città viva e incredibile; ci sono ponti immensi di cui non ne si vede la fine, strade gigantesche, scritte ovunque, si inizia a percepire il frastuono della grande Tokyo. Dopo circa un'ora e venti minuti di treno (66 km), siamo arrivati alla stazione di Shinjuku (stazione di treni e metro), dalla quale abbiamo poi preso la metro per la fermata della metro Nishi-Shinjuku (vale a dire l'altra stazione della metropolitana di Shinjuku, nella parte ovest del quartiere, cioè in Shinjuku ovest), ossia dove avevamo l'hotel prenotato. Quasi tutte le stazioni della metro sono nuove, pulite e funzionali al massimo; così come le stazioni dei treni, che sono modernissime ed alcune sono in condivisione con quelle della metropolitana. Appena scesi dalla metropolitana e usciti dalla stazione, ci siamo inoltrati nelle strade di Nishi-Shinjuku alla ricerca del nostro hotel. Abbiamo camminato per le strade guardato in alto i grattacieli e siamo stati avvolti dall'insopportabile caldo dell'estate di Tokyo, umidissima e con temperature molto elevate di parecchio superiori ai 30 gradi. Dopodiché abbiamo raggiunto l'hotel con un po' di fatica (dovuta al trascinare le valigie con il gran caldo) e, posati i bagagli, siamo immediatamente riscesi in strada per visitare il quartiere di Shinjuku. Prima di continuare col diario di viaggio è bene inquadrare un po' l'urbanistica della capitale giapponese. Tokyo è una città gigante con più di dodici milioni e mezzo di abitanti, suddivisa in enormi quartieri, ognuno con qualcosa di importante da visitare. Il nucleo centrale di Tokyo è costituito da nove zone distinte o quartieri speciali, ognuno suddiviso a sua volta in quartieri più piccoli. Ecco l'elenco delle nove zone: Chiyoda-ku (dove c'è per esempio il Palazzo Imperiale), Chuo-ku (dove c'è per esempio la rinomata zona di Ginza), Minato-ku (dove c'è per esempio la Torre di Tokyo, alta ben 333 m), Shibuya-ku (dove c'è per esempio il grande Parco Yoyogi e dove ci sono divertimenti, sale giochi e tantissimi negozi), Shinjuku-ku (dove ci sono i grattacieli più alti della città e molti svaghi notturni), Bunkyo-ku (dove c'è per esempio l'arena di Tokyo, la Tokyo Dome e l'università di Tokyo, la Toyo University), Taito-ku (dove c'è per esempio il celebre Parco di Ueno e l'altrettanto famoso quartiere di Asakusa), Sumida-ku (quartiere prevalentemente industriale a est di Taito-ku e dove c'è per esempio il Flamme d'Or sulle rive del Fiume Sumida) e Koto-ku (quartiere prevalentemente industriale a est di Chuo-ku e del Fiume Sumida, dove ci sono ponti e palazzoni). Per queste ragioni si può dire che tutti i quartieri principali formino l'enorme centro città e che praticamente tutta la città o quasi sia centro (proprio per la morfologia dell'urbanistica, completamente diversa dalle città occidentali). Per girare Tokyo l'unico mezzo davvero efficace è la metropolitana, poiché è troppo grande e con altri mezzi non si riuscirebbe a vederla tutta. I taxi di Tokyo sono un numero impressionante e hanno alcune particolarità: hanno gli specchietti retrovisore sul cofano, hanno le portiere automatiche che si chiudono da sole e hanno degli eleganti pizzi sui sedili. Per economizzare spazio in Giappone ci sono parecchi parcheggi in cui le macchine vengono messe in compartimenti rialzati da ponti meccanici, così da avere le auto accatastate le une sulle altre come se fossero parcheggiate in grossi scaffali di ferro (ed occupare tutto lo spazio in verticale). Tokyo è un luogo in cui il turista inizia a sognare, gli incomincia a girare la testa e gli brillano gli occhi, un luogo smanioso di regalare la sensazione di essere distanti anni luce dal casa... Shinjuku è uno dei numerosi quartieri che compongono il vastissimo centro di Tokyo ed è uno di quelli più sfavillanti (oltre ad essere un importante centro commerciale ed amministrativo). Qui, come in tanti altri luoghi di Tokyo, ho provato una strana sensazione, al limite della paradossalità, che, se si potesse catalogare con una figura retorica, potrebbe essere un ossimoro; cioè la sensazione di essere un completo estraneo in un ambiente così diverso da quello a cui sono abituato, in quella giungla di cemento, che ti accoglie e ti imbriglia e che, anche se non conosci una sola lettera dell'alfabeto locale, dopo un po' inizi a capire tutto lo stesso e inizi a familiarizzare con la città. Ed ecco dove sta l'ossimoro ed il mio personale paradosso: come un "analfabeta colto", come una sorta di ritorno alle origini in una società decisamente più avanzata, come se fossi sbarcato in un altro mondo, nel quale si deve immediatamente ripartire da zero e per qualche ragione innata si hanno le coordinate per farlo senza sapere di poterlo fare. E' proprio questo il fascino del viaggio in paesi tanto lontani e diversi. Comunque, anche se inizialmente la sensazione è quella di spaesamento, poi diventa facile girare per le città giapponesi. A Tokyo i nomi delle vie, sui cartelli stradali, sono scritti in giapponese ma con sotto la traslitterazione con i caratteri romani, così come per la metropolitana o le stazioni in generale, tutte hanno la doppia scritta, in giapponese e poi tradotte in inglese. Anche i maggiori ristoranti e bar hanno le liste dei menu con la traduzione in inglese. Per cui nessun problema per girare e mangiare. In Giappone si fanno foto a qualsiasi cosa, poiché tutto o quasi è diverso da noi (basti pensare che i giapponesi sono tecnologici a tal punto da avere addirittura i sanitari elettronici e nella fattispecie proprio i water). Tornando al nostro tour del quartiere di Shinjuku, esso si adagia nella parte occidentale della città ed è diviso in Shinjuku ovest (Nishi-Shinjuku) e Shinjuku est (Shinjuku vero e proprio). La parte ovest è quella dei grattacieli e degli uffici, mentre la parte est è quella dei divertimenti, dei ristoranti, dei negozi, delle sale giochi, della vita notturna, ecc... Una particolarità di Shinjuku est, riscontrabile anche nei quartieri di Ginza e Shibuya, è la massiccia presenza di sale "pachinko", ossia le sale di questo gioco, che è diventato il passatempo nazionale dei giapponesi, molto di moda e apprezzato. Il pachinko è una specie di slot machine rumorosa (per alcuni tratti anche simile alla ruspa vinci gettoni del luna-park), con piccole biglie di ferro al posto delle monete, lo scopo del gioco è quello di vincere il maggior numero di biglie, per avere così dei premi. Shinjuku, che letteralmente significa "zona perla", ha anche un significato antico, legato alle tradizioni popolari, che vuol dire "nuova locanda" (per via delle locande che erano sorte in quella zona prima di altre). Ancora una curiosità: sia nelle zone di Shinjuku, che in altre come per esempio Ueno, Ginza e Shibuya, si trovano numerosi cartelloni pubblicitari e insegne con disegnati soggetti dei cartoni animati o dei fumetti; infatti i giapponesi sono molto creativi e amanti dei cartoni animati e dei fumetti manga, per cui girare Tokyo pare un po' come vivere all'interno di un enorme mondo fatto di fantasia. Per non parlare poi dei negozi di elettronica (elettrodomestici, computer, apparecchi fotografici, tecnologie varie, ecc...) e di telefonia, ce ne sono un numero impressionante dappertutto. La maggiore catena di magazzini e centri commerciali di Shinjuku est è quella chiamata Odakyu, dove è di casa lo shopping sfrenato. Nishi-Shinjuku, che sarebbe il nome della fermata della metropolitana della linea rossa Marunouchi Line (per Shinjuku est la fermata è invece Shinjuku della medesima linea), presenta una sfilza di grattacieli, tra i quali i più importanti sono: il Tange Kenzo Tokyo Metropolitan Government Building, il Dai-Ichi Seimei Building, il Sumitomo Building, il Mitsui Building, l'Island Tower, il Shinjuku Center Building, il Sompo Japan Building e il Nomura Building. Visto che l'hotel della nostra permanenza era di fronte al Shinjuku Chuo Park e al Tange Kenzo Tokyo Metropolitan Government Building, appena usciti dall'hotel ci siamo inoltrati istantaneamente nel parco (nei viali alberati della città, così come in questo ed altri parchi, si sente un continuo gracchiare di grilli e cicale, che in alcuni punti diventa addirittura assordante). Oltrepassato il bel parchetto, abbiamo fotografato ed osservato in tutta la sua imponenza il Tange Kenzo Tokyo Metropolitan Government Building, uno fra i grattacieli più alti e famosi di Tokyo (243 m di altezza), sede degli uffici governativi di Tokyo, composto da due torri gemelle, unite al resto dell'imponente corpo e che si slanciano singolarmente dopo la meta dell'edificio. Il nome del grattacielo deriva dall'architetto che l'ha progettato, vale a dire Tange Kenzo (Kenzo Tange se si scrive prima il nome di battesimo). Il Chuo Park, con il suo verde e i suoi alberi, rende bello il contrasto con i grattacieli e spezza un po' la monotonia del cemento; da esso si vede tutto lo skyline di Shinjuku. Personalmente trovo che il verde attorno i grattacieli li abbellisca e che faccia coesistere la modernità con lo spirito pacato dei parchi giapponesi. A questo punto abbiamo proseguito il giro, osservando tutti gli altri grattacieli. Quelli che spiccano maggiormente per le loro forme stravaganti sono l'Island Tower e il Sompo Japan Building, mentre quelli che spiccano per il loro colore sono il Mitsui Building (di colore nero e a vetrate scure) e il Shinjuku Center Building (di colore marrone); Dai-Ichi Seimei Building è più basso degli altri ed è di colore giallino, mentre il Sumitomo Building è assai imponente e massiccio. La maggior parte dei grattacieli sono edificati lungo la Chuo-dori Avenue e le sue intersezioni. Percorse tutte le maggiori direttive di interesse delle due parti di Shinjuku, prima di far ritorno in hotel e cenare (comprando la roba nei tantissimi minimarket, cosa assai conveniente e di ottima qualità), abbiamo anche fatto un giretto per il quartiere di Ginza, altra icona della città asiatica. Per quanto riguarda i pasti, ad eccezione di un paio di circostanze in cui siamo andati nei ristoranti tipici, abbiamo quasi sempre optato per il cibo comprato nei piccoli supermercati presenti un po' dappertutto (in essi si trovano anche le specialità tipiche del Giappone come ad esempio il pesce crudo, solitamente reperibile nelle scatole "bento", ossia della porzioni di cibo da asporto, già pronto, con pesce, sottaceti, alghe e riso). Invece per quanto riguarda la vita notturna, ne abbiamo fatta ben poca e siamo stati abbastanza tranquilli, poiché già di giorno giravamo tantissimo e la sera eravamo stanchi; comunque, a parte le prime tre sere in cui non siamo proprio usciti, in tutte le altre sere ci siamo concessi un po' di svago nell'esuberante e luccicante quartiere di Shinjuku, dove luci, colori e divertimenti sono irrefrenabili. Shinjuku, come già detto, si trova nella parte occidentale di Tokyo, mentre Ginza nella parte centrale.
05/08/2008 - TOKYO
Abbiamo visto albeggiare e sorgere il sole (o meglio abbiamo visto che diventava chiaro, considerando che era nuvoloso e il sole non c'era), tenuto presente che eravamo nel Paese del Sol Levante, cioè dove il sole nasce per primo rispetto a quasi tutto il resto del mondo. La cappa grigiastra del cielo è tipica di queste zona asiatiche, soprattutto d'estate, quando il gran caldo e la fortissima umidità rendono meno nitido il cielo e meno brillante il sole. Trovare giornate di sole pieno a Tokyo in agosto non è cosa facile, infatti è periodo in cui dovrebbe piovere molto. Tutto sommato siamo stati fortunati, trovando molte belle giornate e praticamente mai pioggia (ad eccezione di un fortissimo temporale). Prima che le linee della metropolitana fossero invase dai pendolari dell'ora di punta, abbiamo raggiunto Ueno (fermata omonima della linea arancione, la Ginza Line). Ueno è una fantastica zona di Tokyo, ricca di negozi, ristoranti e famosissima per il suo parco, il Parco di Ueno. Le vie di Ueno, cosparse di bancarelle, negozi piccoli e grandi, ricordano un po' l'antica Tokyo; fare compere lungo queste strade è un tuffo nelle tradizioni locali, in più si può mangiare il cibo giapponese originale al cento per cento nei ristoranti tipici con le porte scorrevoli ed i tavolini bassi (ovviamente le prelibatezze della cucina giapponese sono il "sushi" e il "sashimi", preparati in prevalenza con pesce crudo e riso; buono anche il "tempura", a base di verdure fritte). Dopo questa esperienza, vale a dire di aver pranzato in uno di questi bellissimi ristoranti giapponesi, ci siamo addentrati nel parco (nelle vetrine dei ristoranti di Tokyo, a meno che non si conosca il giapponese, ci sono le riproduzioni in plastica dei piatti che vengono serviti all'interno, che sono davvero uguali al piatto vero, così da avere un impatto visivo su ciò che si vuole ordinare; le liste di ordinazione hanno la traduzione in inglese, per cui nessun problema). Il Parco di Ueno è vastissimo, ha parecchio verde ed è carico di templi. Subito dopo l'ingresso abbiamo visto la Sala Kiyo-mizu, risalente al 1631, dopodiché, scendendo da una scalinata nella direzione opposta del tempio appena citato, ci siamo diretti nella zona del Laghetto Shinobazu. Questo laghetto, diviso in due parti, è veramente delizioso: spiccano i fiori di loto (che sembrano ninfee giganti), le carpe che nuotano in mezzo agli steli dei fiori di loto e l'isoletta con la Sala Benten. Ritornando nella strada principale del parco e, procedendo dritto, abbiamo raggiunto prima il Santuario Gojo (al quale si accede tramite una sfilza di porte arancioni, i "torii") e poi il Santuario Tosho-gu, uno dei più importanti della città di Tokyo. Il Santuario Gojo ha come particolarità quella di avere quattro statuette di volpi che fanno da guardia spirituale; c'è poi anche una suggestiva grotta dove si trovano altre statue della volpe "Inari". Il Santuario Tosho-gu è una delle poche strutture del periodo Edo rimaste a Tokyo ed è il più antico santuario scintoista della capitale. Nei pressi del Tosho-gu si innalza la Pagoda a cinque ordini (cinque piani), risalente al XVII secolo; di fianco alla Pagoda c'è lo Zoo di Ueno, mentre più avanti ancora si trova una vasta piazza con al centro una fontana. Dopo aver visitato tutto ciò e dopo esserci riposati per un po' di tempo sulle panchine del parco, siamo tornati nella zona commerciale. Qui, nel mentre che si abbatteva un fortissimo temporale, siamo entrati in parecchi meganegozi, alcuni disposti su diversi piani (suddetti negozi sono quasi tutti di tecnologia, cioè di telefonia, fotografia, computer, elettronica, videogame, ma se ne trovano anche parecchi di fumetti e giocattoli). A metà pomeriggio abbiamo preso ripreso la metropolitana e ci siamo diretti nel quartiere di Asakusa (fermata Asakusa, capolinea della linea arancione Ginza Line). Appena si salgono le scale che portano in superficie, fuori dai moderni tunnel della metro tokyota, ci si trova nei pressi delle rive del Fiume Sumida e si vede immediatamente un palazzo, chiamato Flamme d'Or o anche Super Dry Hall, con la sua bizzarra scultura sempre color oro che assomiglia al corno di un toro (il palazzo fu disegnato e progettato da Philippe Starck ed è uno degli edifici più moderni di Tokyo). A questo punto abbiamo gironzolato per il quartiere di Asakusa, trovando un piccolo tempio assai carino. Poi, non tanto distante da questo tempietto, percorrendo qualche centinaio di metri a piedi, ci siamo direzionati verso il simbolo di Asakusa: il Tempio Senso-ji. Questo complesso di templi e sale sacre è il più importante della città ed è di fede buddista. Si compone di diverse parti: la Porta Hozo-mon, la Sala principale, la Pagoda a cinque ordini, l'Asakusa Jinja, Nakamise-dori (via coperta, dove si trovano i banchetti e i negozi di souvenir) e tanto altro ancora. Davanti alla Sala principale c'è il pozzetto con il braciere di incenso, con i mestoli per bagnarsi e bere l'acqua sacra e tutt'intorno il vapore di incenso che si sprigiona. Il Tempio Senso-ji, come la maggior parte dei templi giapponesi, è quasi interamente di colore rosso, con i tetti dei suoi edifici molto spioventi e ondulati nelle quattro estremità e con le tegole di color verde e grigio. Ueno e Asakusa sono localizzati nella parte settentrionale di Tokyo.
06/08/2008 - TOKYO e KAMAKURA
Di mattina presto siamo andati nuovamente fino ad Asakusa, per fare un altro giro all'interno del Tempio Senso-ji e per fare qualche foto con il sole e senza nessuna persona; dopo abbiamo raggiunto la stazione di Shimbashi e abbiamo quindi preso il treno per Kamakura. La stazione ferroviaria di Shimbashi (fermata omonima della metro, della Ginza Line) è una delle maggiori di Tokyo. Per raggiungere Kamakura, una volta giunti alla Shimbashi Station, la linea che si deve prendere è quella della JR Yokosuka Line (i biglietti si comprano appena fuori dalle gallerie della metropolitana, in superficie, dove c'è una biglietteria apposta). I treni che portano a Kamakura sono più o meno come i vagoni della metropolitana, anzi quasi tutti i treni che collegano Tokyo a località non distantissime sono di questo tipo (sono infatti treni locali, abbastanza economici, precisi e veloci). In generale i prezzi dei treni giapponesi non sono particolarmente cari, basta non prendere i treni di lusso e di gran velocità come lo Shinkansen. Kamakura è un città di mare e collina che si trova ad un'ora abbondante di treno a sud di Tokyo; è stata la capitale del Giappone dal 1185 al 1333. Appena si arriva alla stazione della città, si è già in pieno centro. Kamakura è una tipica località di villeggiatura, con un centro carino, fatto di viette piene di negozi, ristoranti e quant'altro. Seguendo poi le indicazioni stradali, ci siamo diretti a piedi verso il Grande Budda (scritto anche Buddha) cioè il Daibutsu. Il tragitto a piedi fino al Daibutsu è piuttosto lungo, ci sono almeno due chilometri o più di strada, però è affascinante perché si vedono le colline circostanti alla città e le tipiche case giapponesi (davvero graziose). Ovunque sono presenti distributori automatici di bibite fresche. Comunque per chi volesse un po' più di comodità, dalla stazione di Kamakura ci sono dei trenini che portano fino alla zona balneare della città e alla zona dei siti archeologici (questi piccoli treni vanno dalla stazione centrale di Kamakura fino alla stazione Hase e viceversa; la stazione Hase è vicina all'ingresso del Grande Budda). Una volta arrivati nel complesso del sito del Budda, pagando pochissimo di ingresso, siamo entrati e siamo stati avvolti dalla sua magnificenza (dire che è magnifico è poco). Innanzitutto si trova avvolto da una favolosa vegetazione, con fiori, giardinetti e alberi; in secondo luogo la statua del Grande Budda è veramente grande e imperiosa (è una statua bronzea del 1252, alta ben tredici metri e mezzo). La statua è sopravvissuta a terremoti, incendi, mareggiate e tifoni. Una volta finita la visita al Grande Budda, passando davanti al Tempio Hase-dera, ci siamo indirizzati verso il mare. La spiaggia di Kamakura, chiamata Yuigahama Beach, è una tipica spiaggia giapponese (come si vede nei cartoni animati giapponesi, vale a dire la strada alle spalle dell'arenile con alcuni edifici, poi qualche barchetta parcheggiata sulla parte terminale della spiaggia e poi una lunga distesa di sabbia beige prima del mare). Yuigahama Beach è grande e poco affollata, quel giorno le acque del mare (l'Oceano Pacifico) erano calde e calme (d'estate il mare in Giappone è caldo e si fa il bagno tranquillamente, anche se i giapponesi in linea di massima sono poco avvezzi ad abbronzatura e sole). Dopo qualche ora di relax sulla spiaggia abbiamo fatto ritorno alla stazione di Kamakura, prendendo il trenino dalla stazione Hase. Poi abbiamo passeggiato ancora un po' per le strade del centro della città, abbiamo fatto merenda in un bel bar (nei bar dei centri più turistici si trovano le classiche cose da mangiare e da bere che si trovano anche da noi) e verso sera abbiamo fatto ritorno a Tokyo in treno.
07/08/2008 - TOKYO
Al mattino ci siamo recati con la metropolitana fino alla fermata Korakuen (linea rossa, Marunouchi Line). Qui si trovano l'arena di Tokyo, nel complesso della Tokyo Dome City, e il Giardino Koishikawa Korakuen. La Tokyo Dome City, oltre all'arena nella quale si svolgono spettacoli, concerti ed eventi sportivi, è composta anche da un parco divertimenti fisso. Questo avveniristico parco divertimenti cittadino spicca per le montagne russe e per la ruota panoramica (entrambe le attrazione sono molte alte, decine e decine di metri); poi ci sono anche ristoranti, centri commerciali, altre giostre, insomma è il luogo ideale per svagarsi completamente. Noi abbiamo fatto un paio di giri sulle giostre (abbiamo provato una sorta di "acqua splash" e la ruota panoramica, evitando però le vertiginose montagne russe che filano a velocità incredibili e passano addirittura in mezzo ad alcuni palazzi). Dalla ruota panoramica si vede tutta Tokyo, in un panorama suggestivo e difficilmente dimenticabile. Vicino alla Tokyo Dome City (pochi passi a piedi), c'è un parchetto verde e fantastico, chiamato Koishikawa Korakuen Garden. Così, dopo una breve pausa in una tavola calda della Dome City (l'interno di questa tavola calda era arredato in maniera divertentissima, con pupazzi di peluche e vetrinette in legno con dentro delle riproduzioni di piccoli villaggi di gnomi), abbiamo pagato l'ingresso e siamo entrati nel parco. In esso è possibile ammirare tutta la cura dei giardini giapponesi, in più si può osservare un tipico ponte rosso giapponese, il Tsutenkyo, e un piccolo tempio, il Tokujin-do Temple. Questo parco è verdissimo e molto curato (quasi in maniera maniacale), ci sono anche i fiori di loto e nel bel mezzo di esso si adagia un laghetto con carpe e pesci rossi. Usciti dal parco abbiamo ripreso la metro in direzione Ikebukuro (capolinea della linea rossa, la Marunouchi Line). Ikebukuro è un quartiere di Tokyo importante e assai frequentato, snodo di commercio e vita quotidiana. Anche qui, come a Shinjuku, Ginza e Shibuya, ci sono palazzi, grattacieli, negozi, ristoranti, insegne pubblicitarie, ecc... Ad Ikebukuro abbiamo pranzato in un ristorante tipico giapponese, assaggiando i piatti locali. Dopodiché, nel primo pomeriggio, sempre con la metro linea rossa, abbiamo raggiunto Ginza. Ginza è il quartiere più alla moda di Tokyo, è uno di quelli più conosciuti e apprezzati della capitale giapponese; qui spiccano magazzini e megastore, negozi e boutique griffate (di recente è stato aperto anche il grande emporio di Armani), tutti quanti eleganti e raffinati. Perciò il quartiere di Ginza è caratterizzato da insegne al neon, colori, grattacieli scintillanti, immensi centri commerciali che occupano svariati piani dei palazzi che li contengono, megaschermi luminosi, cinema e molto molto ancora. Ovviamente, oltre alle grandi firme si trovano anche articoli meno cari. Fra i palazzi principali, vale la pena ricordare: il San'ai Building (rotondo a vetrate), il Mullion Building (che ospita i magazzini Hankyu e Seibu) e il Sony Building (che ospitava l'acquario nell'estate del 2008). Fra i centri commerciali principali, vale la pena ricordare: i magazzini Wako (grandi magazzini che purtroppo erano chiusi per restauro durante la nostra permanenza in Tokyo) e il Matsuya Ginza. Dopo qualche giretto per Ginza, abbiamo preso nuovamente la metropolitana e siamo andati fino a Shibuya (fermata omonima, capolinea delle linee arancione e viola, cioè della Ginza Line e della Hanzomon Line). Shibuya è neanche a dirlo un altro stupefacente quartiere di Tokyo, una zona eccezionale della città. Ogni via di Shibuya è condensata di gente e macchine, Shibuya è una delle aree di maggiore condensazione di frenesia metropolitana della città. Anche qui abbondano i palazzi alti, i negozi, le scritte pubblicitarie e le insegne luminose. Ci sono tante sale giochi (come ad esempio una grande della Taito). Tutta la merce venduta dalla miriade di negozi presenti è per la maggior parte per i giovani (scarpe, vestiti, musica, accessori, tutto quanto carino è non costosissimo). Anche i ristorantini non mancano, così come i fast food (nei principali fast food si fa la raccolta differenziata, cosa che è abbastanza inconsueta per l'Europa; anzi aggiungerei che a Tokyo un po' ovunque si fa la raccolta differenziata, questo lo si vede anche dagli spazzini nelle strade). La Tokyo Dome City coi suoi dintorni è localizzata nella parte centro-settentrionale della città, Ikebukuro si trova sempre nella parte nord di Tokyo ma è spostato verso ovest, mentre Ginza e Shibuya si estendono nella zona centrale della megalopoli. Di sera abbiamo fatto una passeggiata per Shinjuku, prendendo una boccata di vita dovuta alla impressionante quantità di cose da vedere (luci, sale giochi, teatri, cinema, locali, frenesia, tutto scintillante, tutto tanto diverso da quello a cui siamo abituati nella nostra quotidianità). Una boccata di vita che difficilmente si può scordare, le cui emozioni sono ardue da descrivere. Poi anche in tutte le altre sere di vacanza abbiamo sempre reiterato il giretto serale per le strade di Shinjuku.
08/08/2008 - TOKYO e NIKKO
Di mattina presto siamo andati fino alla stazione di Asakusa (Asakusa Station). La stazione ferroviaria di Asakusa si trova vicino all'uscita della metropolitana, a due passi dalla via che porta fino ai templi, cioè dal punto in cui si staglia la Porta Kaminarimon e comincia Nakamise-dori. Per cui, prima di prendere il treno per Nikko, abbiamo dato ancora un'occhiata al Tempio Senso-ji. Dalla stazione abbiamo preso il treno della Tobu Line per Nikko (i biglietti si comprano all'interno della stazione). Il viaggio da Tokyo a Nikko dura all'incirca due ore, infatti Nikko si trova a circa 140 km di distanza a nord della capitale nipponica (durante il viaggio di andata il treno era più spartano, mentre durante il ritorno abbiamo trovato un convoglio decisamente più comodo). Appena fuori Tokyo il panorama è molto simile a quello della Pianura Padana, con risaie e il verde degli alberi. Però ricordiamoci che le risaie sono originarie dell'Asia, per cui il panorama giapponese è autentico, quindi è il nostro panorama che assomiglia a quello del Giappone. Le case sono graziose, alcune di esse hanno il tetto lucido, con coppi di ceramica colorati. Vicino a Nikko il paesaggio inizia ad essere collinoso. Arrivati a Nikko si iniziano a vedere le montagne; la cittadina è infatti in una posizione montuosa, attorniata da monti non troppo alti. L'aria di Nikko è decisamente più frizzante di quella di Tokyo ed anche la temperatura estiva è meno afosa. Appena si esce dalla stazione, per arrivare nella zona dei templi (seguendo le indicazioni), bisogna percorrere una strada, ove vi sono ristoranti e negozi di souvenir, lunga poco più di un chilometro (dieci minuti o un quarto d'ora a piedi bastano). A Nikko abbiamo visitato nell'ordine: il Ponte Shinkyo, il Tempio Rinno-ji, il Vecchio giardino giapponese (Rinno-ji Treasure House), il Santuario Tosho-gu ed il Santuario Taiyuin-byo. Il Ponte Shinkyo, di color rosso fuoco, molto caratteristico e avvolto da una formidabile vegetazione montana, si trova in basso, alla fine della strada che parte dalla stazione dei treni. Il ponte dà inizio alle cose importanti che il turista deve vedere a Nikko, infatti è situato appena prima dell'arrampicata che porta alla zona dei templi. A questo punto dopo averlo osservato e apprezzato, abbiamo intrapreso il sentiero in salita, in mezzo a moltissime conifere (pini e abeti altissimi). Dopo qualche minuto di cammino siamo giunti finalmente alla piazzola, dalla quale si entra nell'area dei templi. Varcato il cancello d'ingresso ci si trova immediatamente di fronte al grande Tempio Rinno-ji, anch'esso di colore rosso, divenuto tempio nel corso del XVII secolo. La sua particolarità sta nel fatto che contenga la Sala dei tre Budda. Davanti al tempio c'è la biglietteria per comprare i biglietti di ingresso ai restanti santuari e di fianco alla biglietteria c'è il delizioso Vecchio giardino giapponese, un'oasi di pace e riposo degna della bellezza dei giardini nipponici. I biglietti non costano molto, considerando che valgono per tutti i complessi di templi e santuari di Nikko. Dopo il giro di ricognizione all'interno dei giardini, abbiamo proseguito verso il Santuario Tosho-gu. Tra il Tempio Rinno-ji ed il Santuario Tosho-gu c'è un lungo sentiero in terra battuta, attorniato dal verde della vegetazione. Prima di giungere al santuario si passa davanti ad un altro gradevole tempio. L'ingresso al Santuario Tosho-gu è delimitato dai "torii", ossia le antiche porte di pietra. Da qui inizia di fatto tutto lo splendore di Nikko... Entrati nel cortile, che funge da atrio al santuario, si scruta in tutta la sua prorompenza la svettante Pagoda a cinque ordini (cinque piani). Essa risale al 1650, ma venne ricostruita nel 1818 dopo essere stata distrutta da un incendio. Oltrepassando la Pagoda, siamo passati attraverso la Porta Niomon e siamo entrati di fatto nell'incredibile Santuario Tosho-gu. Tale porta che delimita l'ingresso vero e proprio al santuario, è caratterizzata dall'avere la statua di Nio che, proteggendo la porta e guardando con la bocca aperta, dice la prima lettera dell'alfabeto sanscrito, cioè "ah"; mentre l'altra statua dalla parte opposta ha invece la bocca chiusa e dice l'ultima lettera dell'alfabeto, cioè "un". Entrati, ci si trova nella parte bassa del complesso del santuario, ove sono presenti i Tre magazzini sacri (costruiti secondo un disegno tradizionale, con fregi, statue e decorazioni dorate di una beltà indescrivibile e di un'armonia unica). Da questo instante in poi la sensazione è quella di essere approdati in un mondo fantastico, perché la bellezza del luogo è talmente vasta, che prende alla gola, rapisce i sentimenti, sbalordisce. Il Santuario Tosho-gu è uno dei posti più meravigliosi che abbia mai visto, anche perché totalmente diverso rispetto alle nostre culture. Davanti ai Tre magazzini sacri si erge la Stalla sacra, ove è presente l'intarsio in legno delle tre scimmie sagge (cioè la scimmia che non vede, quella che non sente e quella che non parla). Sempre nel primo livello del santuario sono presenti il Rinzo (biblioteca di scritti buddisti) e la Fonte sacra, dalla quale si può bere l'acqua con i mestoli. Dopodiché c'è una gradinata che porta la livello più rialzato: qui si trovano la Torre del tamburo a sinistra e la Torre campanaria a destra; mentre al centro c'è la superlativa Porta Yomeimon, piena di decorazioni e dettagli di color oro e argento, ricca di statue di draghi e divinità. In questo secondo livello s'innalza anche l'Honji-do, cioè un tempio rosso sul cui soffitto è disegnato un drago e quando all'interno si battono le mani, risuona un eco che sembra far urlare l'animale mitologico (il dipinto infatti si chiama del "drago urlante"). Una volta oltrepassata la Porta Yomeimon, si accede all'ultimo livello, nella parte più alta del Santuario Tosho-gu, dove sono presenti il santuario nominato Haiden e il santuario interno nominato Honden. La porta di ingresso all'Haiden si chiama Porta Karamon ed è la più piccola di Tosho-gu (peccato che l'Haiden fosse in restauro, per cui abbiamo potuto vedere bene solo l'Honden). I vari livelli del santuario, ossia il livello di terra dove c'è la Pagoda, il primo livello dove ci sono i Tre magazzini sacri, il secondo livello dove c'è la Porta Yomeimon ed il terzo livello in cui è presente l'Haiden, sono divisi da alcuni gradini (non numerosi però, perciò visitare il Santuario Tosho-gu non risulta essere molto faticoso). Veramente faticosa è invece la visita del Santuario Taiyuin-byo, i cui vari gruppi sono separati gli uni dagli altri da moltissime rampe di scale, per una camminata massacrante. Per cui, dopo essere usciti dal Santuario Tosho-gu, ci siamo diretti verso il Santuario Taiyuin-byo. Se si proviene dall'interno del Santuario Tosho-gu si gira a destra, mentre se si proviene dal sentiero che parte dal Tempio Rinno-ji, si deve girare a sinistra, comunque c'è sempre da fare un sentiero molto lungo in mezzo ai pini (di par suo questo sentiero è visibilissimo giacché si estende lungo una strada in terra battuta che comincia appena prima dei "torii" del Tosho-gu). Il Santuario Taiyuin-byo è disposto fondamentalmente su tre livelli ed è diviso in tre gruppi distinti di templi e santuari (tutti arroccati in montagna ed immersi nella stupenda vegetazione). Questi gruppi sono collegati tra loro tramite scalinate altissime, con parecchie rampe di scalini in pietra. Come il precedente santuario, anche il Santuario Taiyuin-byo è una meraviglia; inquadrato dal basso sembra non finire mai, perché emerge a poco a poco dal bosco mentre si procede a rilento sulle rampe di scale. L'entrata al Santuario Taiyuin-byo è presieduta dalla Porta Niomon, poi c'è Fonte in granito. A questo punto si salgono le prime rampe di scale (due delle quali con molti gradini ciascuna) e si arriva al secondo livello, dopo aver incontrato la Porta Nitenmon a metà strada. Arrivati, si possono osservare la Torre campanaria e la Porta Yashamon. Ancora un po' di faticose scale e si arriva in cima al santuario, ove spiccano i maestosi Haiden e Honden, in un crescendo di superlativa architettura orientale. Alla fine delle esplorazioni dei santuari siamo ritornati giù, nella zona del Ponte Shinkyo. Successivamente, prima di far ritorno a Tokyo in treno, ci siamo fermati a mangiare in un ristorante locato nel tragitto per la stazione ferroviaria. Come è giusto che sia, i santuari e i templi sono dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità e, per chiunque ami l'arte, sono una tappa fondamentale.
09/08/2008 - TOKYO
In mattinata ci siamo recati nel distretto di Akasaka (fermata della metro Akasaka-mitsuke, linee arancione e rossa, cioè la Ginza Line e la Marunouchi Line). Qui, a parte qualche grattacielo (come la Prudential Tower), la cosa più importante da visitare è il Santuario Hie-jinja. Il santuario, ubicato lungo Tamachi-dori, è molto carino ed è circondato da un tranquillo parco. Dopo alcune foto di rito e due passi negli spiazzi davanti al santuario, siamo rimontati sulla metropolitana e abbiamo raggiunto la zona della Torre di Tokyo (Tokyo Tower). Per arrivare alla Torre di Tokyo siamo scesi nella fermata Kamiyacho (linea grigia, Hibiya Line). Quest'area tokyota mi è apparsa assai particolare, in quanto presenta alcuni scorci che abitualmente si vedono in televisione nei cartoni animati, per cui vederli dal vivo è quasi naturale e consueto, poiché li si associa immediatamente alla capitale del Giappone. Ci sono infatti molte scuole (quasi tutte uguali, con i classici campi sportivi di fronte, frequentate dagli studenti in uniforme), i soliti grandi palazzi e vie più tranquille rispetto alle zone maggiormente frequentate. Prima della Tokyo Tower abbiamo incontrato un piccolo tempio e ci siamo fermati ad osservarlo; dopodiché seguendo la punta che sbucava in mezzo agli edifici, siamo giunti alla famigerata Torre di Tokyo. Essa è la struttura artificiale più alta del Giappone e, sinceramente, non è che sia poi così tanto bella da vedersi (già a partire dal colore, un antiestetico arancione vivo). Venne costruita nel 1958 dallo studio ingegneristico Nikken Sekkei, allo scopo di essere un'antenna televisiva e radiofonica, ispirandosi alla Torre Eiffel parigina. La porzione più bassa della struttura ha la forma di un gigantesco rettangolo, dentro al quale è possibile entrare. Questa parte interna è decisamente migliore della parte esterna, in quanto possiede molti servizi, si scova ogni cosa, dai negozi di souvenir, ai ristoranti, per finire con alcuni simulatori da sala giochi in 3D e 4D (tutti questi svaghi e punti di ristoro sono dislocati su quattro piani). Nel pomeriggio ci siamo recati al Palazzo Imperiale. Questo edificio, di grande importanza per tutti i giapponesi, ospita la residenza della famiglia imperiale giapponese, ed è aperto al pubblico in sole due circostanza (cioè per il Capodanno e per il compleanno dell'Imperatore). Il Palazzo Imperiale, che venne completamente ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (l'originario costruzione risale al periodo Edo, intorno circa al 1590), è attorniato da meravigliosi giardini; uno degli scorci più belli del palazzo è quello appena prima del Fossato Imperiale, con il suggestivo Ponte di Nijubashi. Davanti al Palazzo Imperiale c'è un'immensa area verde, ombreggiata da parecchi alberi, con aiuole curatissime. La zona di Akasaka appartiene alla parte occidentale di Tokyo, mentre sia la Torre di Tokyo, che il Palazzo Imperiale (con i loro rispettivi circondari), appartengono alla parte centrale della città. Il santuario di Akasaka è posizionato tra i quartieri di Chiyoda-ku e Minato-ku, però appartiene a quello di Chiyoda-ku. Prima di far rientro in hotel per la cena, abbiamo fatto sosta a Ginza, per fare ancora due passi nelle vie più centrali. Di sera siamo tornati nuovamente a Ginza e poi ancora un giro per Shinjuku.
10/08/2008 - YOKOHAMA e TOKYO
Di mattina abbiamo preso il treno dalla stazione di Shimbashi e siamo andati a Yokohama, la seconda città più grande del Giappone dopo Tokyo (con circa tre milioni e mezzo di abitanti). La linea del treno è la stessa di quella che si prende per andare a Kamakura (cioè la Yokosuka Line). Yokohama è molto vicina Tokyo, dista circa mezz'ora di treno in direzione sud (più o meno trenta chilometri). In mezzo alle due metropoli c'è la città di Kawasaki. Appena si arriva alla stazione di Yokohama si vede un gran numero di rampe stradali e cavalcavia. Dopo essere passati sotto a questi giganti di cemento, si arriva nella zona portuale della città, nella baia di Yokohama (esattamente, volendo essere pignoli, la città si affaccia sulla baia di Tokyo, però la zona portuale si può chiamare tranquillamente anche baia di Yokohama. In questo punto spicca il Bay Quarter, un modernissimo hotel con ristorante e belvedere sulla baia e sul mare. Da qui si possono vedere tutti i grattacieli del quartiere Minato Mirai ed il Ponte di Yokohama (Yokohama Bay Bridge); lo skyline è assai suggestivo. Camminando in direzione dei grattacieli ci siamo intrufolati per le strade di Minato Mirai. Come a Tokyo, anche a Yokohama, era tutto ordinato, però, visto che era una domenica, tutto era molto più silenzioso, con poche auto in giro, poche persone e la situazione sembrava quasi surreale. Sommando che l'aria era calda e il cielo era biancastro dovuto alla forte umidità, il sole fioco faceva riverbero sui palazzi dandogli una colorazione strane e particolare, così che ci è parso di passeggiare in una città del futuro, tutta nostra, visto che eravamo gli unici pedoni a solcare i marciapiedi di Minato Mirai. Pian piano che la mattinata avanzava, la gente iniziava ad uscire di casa, quindi la sensazione di essere soli in una megalopoli futuristica ci è presto svanita. Di Minato Mirai l'edificio più importante è la Landmark Tower, un grattacielo di 296 m, il più alto del Giappone. Dopo la Landmark Tower c'è un gradevole corso, o per meglio dire una via commerciale in mezzo ai grattacieli, in cui sono presenti negozi e magazzini vari, fra cui anche quello di giocattoli "Toys 'R' Us". Successivamente è possibile ammirare la chiesetta chiamata Bayside Geihinkan. Il quartiere di Minato Mirai è tutto qui, poiché non è eccessivamente grande. A Yokohama c'è la metropolitana, però è abbastanza piccola, con poche linee. In compenso è supermoderna, nuovissima e funzionale al massimo (come per quella di Tokyo, i biglietti per le singole corse si comprano nei distributori automatici all'interno delle gallerie della metro). Per cui dalla stazione della metropolitana di Minato Mirai, abbiamo preso la metro in direzione Motomachi Chyukagai e siamo scesi a Chinatown (o China Town che è lo stesso). Chinatown può definirsi il centro vero e proprio della città, brulicante di persone, ristoranti, negozi di ogni genere (tantissimi quelli di souvenir). A Chinatown ogni cosa è colorata e allegra, dagli edifici, ai festoni fuori dagli esercizi commerciali, insomma due passi lungo queste vie non possono lasciare indifferente nessuno (da vedere il China Museum e le numerose porte di color rosso e blu di accesso al sobborgo). Yokohama ha dunque una doppia anima: una fredda e distaccata, votata al lavoro e all'economia nel quartiere dei grattacieli di Minato Mirai e una calda, festosa e coinvolgente, palpabile nel quartiere di Chinatown. Vicino alla stazione ferroviaria c'è invece un incredibile ed assurdo concentramento di strade che si aggrovigliano e attorcigliano fra loro su sopraelevate in cemento armato. In linea di massima Yokohama è però una città tranquilla ed ordinata, decisamente meno dispersiva e caotica rispetto a Tokyo. Nel pomeriggio, dopo essere rientrati a Tokyo, ci siamo diretti con la metropolitana fino alla fermata di Omote-sando (linea verde, la Chiyoda Line). Usciti dalla metro, abbiamo camminato un po' per il viale chiamato Omotesando, molto lungo ed ampio, con negozi e bei palazzi (lungo questo viale alberato, in alcuni giorni, si possono vedere dei giovani artisti di strada che suonano nelle loro band e che intrattengono i passanti). Dopodiché abbiamo ripreso la metropolitana e ci siamo diretti al Parco Yoyogi (Yoyogi Park), fermata della metro Yoyogi-koen (linea verde, la Chiyoda Line). Questo parco è uno dei migliori di Tokyo, vastissimo, con tanto tanto verde (c'è di tutto: prati, alberi, fiori, laghetti e così via). Qui ci siamo rilassati per alcune ore, passando del tempo in mezzo alla natura. Nei parchi di Tokyo si vedono molte favolose farfalle (tutte le specie di farfalle che vivono in Giappone non si vedono volare in Europa), e decine di corvi (questi volatili sono molto grossi ed incutono un certo timore). Il viale Omotesando e il Parco Yoyogi fanno parte del quartiere di Shibuya, per cui sono nella zona occidentale di Tokyo. Di sera siamo andati al cinema a Ginza (i cinema di Tokyo trasmettono film in lingua originale con sottotitoli in giapponese, cominciano prima rispetto a noi e costano un pochino di più rispetto all'Italia).
11/08/2008 - YOKOHAMA e TOKYO
Durante la mattinata siamo ritornati a Yokohama e abbiamo rifatto lo stesso percorso del giorno prima. Il motivo di questo ritorno è stato quello di voler fare altre fotografie che non avevamo avuto modo di fare precedentemente. Nel pomeriggio siamo ritornati a Tokyo e abbiamo bazzicato nuovamente le strade di Shinjuku, entrando nei vari negozi e facendo ulteriori foto ai grattacieli. La sera, nuovamente Shinjuku.
12/08/2008 - HAKONE
Di mattina presto ci siamo diretti alla stazione dei treni di Shimbashi e abbiamo preso il treno per Odawara (JR Tokaido Line). E' possibile prendere il treno per Odawara anche dalla stazione dei treni di Shinjuku (Tokaido e Shonan Line). La destinazione finale della nostra escursione giornaliera era Hakone. Hakone è una località di villeggiatura giapponese di lago e collina, dalla quale, in pochi periodi dell'anno quando il cielo è particolarmente terso, si vede molto bene il Monte Fuji, noto anche come Fuji-san o come Fujiyama (il giorno della nostra visita era purtroppo nuvoloso, per cui non abbiamo assolutamente visto il Fujiyama). Per arrivare ad Odawara, partendo da Tokyo, il treno impiega circa un'ora e venti minuti in direzione sud (ricordarsi di prendere sempre i treni locali e non lo Shinkansen, perché quest'ultimo costa moltissimo). Una volta giunti nella stazione di Odawara, abbiamo comprato l'abbonamento per visitare la località di Hakone (in stazione si trovano gli uffici autorizzati con scritto Hakone ed è meglio comprarlo in essi piuttosto che da terzi). Questo abbonamento, chiamato "Hakone Freepass", permette di usare tutti i mezzi possibili e immaginabili per girare Hakone e la sua valle (Parco Nazionale Fuji-Izu-Hakone). Sul subito pensavamo che fosse un po' un'imposizione, poiché non c'era altro modo di visitare Hakone, poi invece abbiamo capito che era il metodo meno dispendioso e quello più efficace per visitare la vasta zona di Hakone. A questo punto da Odawara abbiamo preso la coincidenza per Hakone (nei dintorni di Odawara il territorio inizia a farsi collinoso). Questo primo treno ci ha portato da Odawara fino ad Hakone-Yumoto (la stazione ferroviaria del centro abitato di Hakone). Hakone, in qualità di cittadina, sorge in mezzo ai monti ed è molto tranquilla e carina, con bancarelle esterne e negozietti tipici del Giappone non metropolitano. Da qui abbiamo preso il secondo treno, o meglio un trenino che ci ha condotti a Gora (da Hakone-Yumoto, trenino Hakone-Tozan). Nel tragitto abbiamo fatto due soste per osservare i paesaggi naturali che ci circondavano. Come prima sosta ci siamo fermati a Tonosawa per ammirare il verde delle vegetazione collinosa e montana, come seconda sosta ci siamo fermati a Chokokunomori, dove c'è il museo all'aperto di Hakone (Hakone Open-Air Museum). Dopo queste due tappe abbiamo ripreso il trenino e siamo giunti a Gora (dove abbiamo pranzato al sacco). Da Gora abbiamo proseguito con un terzo trenino, o meglio una sorta di funicolare (cioè l'Hakone Tozan Cable Car, scritto anche Hakone Tozan Cablecar), alla volta di Sounzan. Da Sounzan abbiamo preso la funivia per Togendai (con destinazione finale il Lago Ashinoko, Ashinoko Lake). Dalla funivia il paesaggio è mozzafiato, si passa dal verde alle gole profonde di roccia, per finire con degli strapiombi da vertigine, che ripagano di tutte le fatiche del viaggio. La funivia fa sosta alla fermata di Owakudani (1.044 m di altezza) dove c'è la suggestiva ed incredibile Valle del Gran Bollore, con le solfatare che emettono delle specie di geyser vaporosi con fumarole di zolfo di color giallo. Queste solfatare sono il residuo di un vulcano che era attivo da 3000 a 4000 anni fa; perciò oggi la zona di Hakone è un importante centro termale. Per chi avesse la fortuna di visitare questi luoghi, è superfluo dire che il paesaggio è dotato di una rara bellezza (prima di allora non avevo mai visto degli scenari naturali simili). Dopo aver fotografato questi paesaggi fantastici ed unici, abbiamo ripreso la funivia e siamo giunti finalmente al Lago Ashinoko. Da qui siamo saliti su un veliero e abbiamo navigato tutto il lago fino all'altra sponda (se la giornata fosse stata limpida e serena, sicuramente avremmo potuto scorgere la cima del Fuji). Anche il lago è caratteristico, ha acque piuttosto scure e una bella vegetazione ai suoi bordi. Finita la navigazione (che dura una mezz'ora), che procede per tutta la lunghezza dello specchio d'acqua, si giunge ad Hakonemachi-ko. Dopo qualche momento di relax sulle sponde del lago, abbiamo preso un bus pubblico e siamo arrivati fino a Motohakone-ko (dove è ben visibile il cancello color arancione del Santuario Gongen di Hakone). Dopodiché abbiamo preso un altro bus e siamo tornati alla stazione di Hakone-Yumoto, cioè nel centro abitato di Hakone (tempo di percorrenza più di un'ora). Per cui abbiamo fatto tutto il giro della valle di Hakone, passando da una parte e tornando dall'altra (tutti i mezzi che abbiamo usato durante l'intera giornata erano compresi nell'abbonamento). Poi successivamente abbiamo ripreso il treno per Odawara e quindi per Tokyo. Di sera, nonostante la stanchezza abbiamo passeggiato per Shinjuku.
13/08/2008 - TOKYO
Come ultimo giorno giapponese, già carichi di nostalgia, abbiamo deciso di perlustrare nuovamente alcune zone della città di Tokyo. Al mattino siamo ritornati a Ueno e abbiamo fatto una passeggiata nel parco. Poi siamo tornati a Ginza per altri due passi. Verso l'ora di pranzo siamo andati fino alla fermata della metro chiamata Tokyo (linea rossa, la Marunouchi Line); questo punto è il vero centro città, dove sorgono uffici e dove ci siamo fermati a mangiare in un tipico bar che si trovava al di sotto dei binari del treno (o meglio erano i binari, innalzati su sopraelevate in cemento armato, ad essere costruiti sopra alla cinta muraria dentro alla quale c'era il bar; questi esercizi con al di sopra le linee ferroviarie sono tipici di Tokyo, infatti risultano essere le vecchie mura cittadine scampate ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale). Nel primo pomeriggio siamo tornati lungo il viale Omotesando per una camminata fra i negozi. Dopo siamo ritornati a Shibuya per camminare nuovamente in mezzo ai fiumi di gente e negozi e fare ancora qualche foto (come per esempio all'edificio del Shibuya 109 Restaurants). Poi successivamente abbiamo gironzolato un po' per le altre zone di Shinjuku dove non eravamo ancora stati (fermata della metro Shinjuku-sanchōme, linee rossa e marrone, cioè la Marunouchi Line e la Fukutoshin Line). Questa zona è un'altra delle tante di Tokyo in cui sono presenti grandi centri commerciali, ristoranti e gallerie con boutique. Prima di ritornare in hotel e fare la spesa in un minimarket per la cena, siamo entrati all'interno del Metropolitan Government Building di Nishi-Shinjuku e siamo saliti fino al piano numero quarantacinque, per osservare il panorama dall'alto. Il quarantacinquesimo piano è appunto l'osservatorio, l'ascensore ci impiega meno di un minuto a salire dal piano terra e la cosa fantastica è che è tutto gratis. A differenza degli States, che per salire sui grattacieli principali si paga un bel po', per arrivare fino alla cima del grattacielo più significativo di Tokyo, non si paga nulla. Dall'alto il panorama è ovviamente mozzafiato (ci hanno detto che durante le giornate particolarmente nitide si vede anche il Fuji). Dopo aver viaggiato in lungo e in largo con le linee della metropolitana di Tokyo (vedendo moltissime stazioni differenti) e aver visto pure quella di Yokohama, posso affermare con sicurezza che le metropolitane in Giappone sono fra le migliori del mondo (se non le migliori in assoluto). Tutte quante le stazioni sono pulite, moderne, efficienti al cento per cento; molte di essere sono addirittura nuove di zecca e dall'aspetto futuristico. Alcune stazioni di Tokyo hanno corridoi molto lunghi, ma tutti quanti sono ugualmente ben tenuti e lucidi come specchi.
14/08/2008 - VIAGGIO DI RITORNO
Come sempre è arrivato il momento di salutare il luogo che ci ha ospitati per diversi giorni e dire arrivederci alle vacanze. Prima che facesse l'alba siamo andati a piedi fino alla stazione dei treni di Shinjuku, dove abbiamo preso il treno per l'aeroporto Narita (tanto per sottolineare il caldo di Tokyo in estate: all'aeroporto, alle sette e mezza di mattina, c'erano già 33 gradi). Ultima foto giapponese fuori dal terminal, poi da lì la trafila degli aerei, con scalo a Parigi e arrivo a Milano in serata. Il Giappone ci ha impressionati in maniera eccellentemente favorevole; tutto quanto ci è apparso incredibile e affascinante, coinvolgente e strepitoso, un viaggio che anche a molto tempo di distanza fa sempre sognare... Ancora una spontanea esternazione e un ringraziamento al Giappone, dove ho potuto ammirare l'educazione e la civiltà. Il Giappone è un altro mondo, la terra del Sol Levante vale tutta la fatica del viaggio per arrivarci. Si rimane esterrefatti e piacevolmente colpiti (con un punta di invidia) per il popolo giapponese, il più dotato di senso civico del pianeta, dove ognuno pensa a tener ordinato e a rispettare il prossimo, affinché si stia tutti bene. Tokyo è pulita come uno specchio e questo, in relazione alla sua estensione, la dice lunga; in più la quotidianità nella capitale del Giappone non costa assolutamente cara come spesso si dice e si pensa, anzi, per certi versi, vivere a Tokyo costa meno che in Europa (sia per le compere, che per il mangiare, che per gli spostamenti coi mezzi pubblici).
Ciao Giappone, ありがとうございます (arigatò)!    Localizzazione viaggio

GIAPPONE, diario di viaggio di Honshu
 
FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Shinjuku)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Ueno)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Asakusa)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Ginza)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Bunkyo-ku e Toshima-ku)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Shibuya)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Chiyoda-ku e Shibuya-ku)

FOTO TOKYO
Foto di Tokyo (Minato-ku e Chiyoda-ku)

FOTO KAMAKURA
Foto di Kamakura (città)

FOTO KAMAKURA
Foto di Kamakura (mare)

FOTO NIKKO
Foto di Nikko

FOTO YOKOHAMA
Foto di Yokohama

FOTO HAKONE
Foto di Hakone

FOTO IN BIANCO E NERO
Foto del Giappone (in bianco e nero)


TUTTE LE FOTO:



MAPPE E CARTINE:



SOGGIORNO IN:



LINKS UTILI:



NOTE POLITICHE E
GEOGRAFICHE DEL GIAPPONE











MEZZI UTILIZZATI:

aerei
treni
metropolitana
pulmino
funicolare
funivia
traghetto
autobus


-GIUDIZIO PERSONALE-

trasporti: ottimi
gente: impeccabile
città: mastodontiche
natura: varia
mare: non il massimo
storia: seducente
clima: caldo soffocante
in agosto
cibo: molto buono


-CONSIDERAZIONI
PARTICOLARI
-


Al cospetto del popolo più educato
e civile del mondo. Dopo essere
tornati dal Giappone, nulla
sembrerà più com'era prima,
nessun luogo al mondo vi
sembrerà tanto ordinato e
preciso e nessun popolo vi
sembrerà così riservato e
rispettoso. I giapponesi sono
persone talmente a modo, da
sembrare persino ingenue;
un'ingenuità tipica di coloro
che hanno un animo puro e che
emerge dalla spontaneità degli
atteggiamenti quotidiani,
un'ingenuità probabilmente non
ancora avvelenata dalle tossine
delle società dedite alla
sopraffazione, alla prevaricazione
e all'opportunismo. UN VIAGGIO
NEL PAESE DEL SOL LEVANTE VA
AL DI LA' DELLE PROPRIE
ASPETTATIVE.
TORNA NELLA INDEX PAGE