IRLANDA: da DUBLINO a GALWAY, ecc... (Marzo 2007)
-Quattro giorni nella splendida Irlanda- (dal 06/03 al 10/03 2007)
Dublino, Galway e Wicklow (Wicklow Mountains)
 
  • PREMESSA:
    Vai alle note politiche e geografiche dell'Irlanda
    Una nazione bella, in pace con se stessa e con gli altri, dove si vive bene e si sorride ancora. Un popolo onesto ed umano, da cui molti altri paesi europei (compresa l'Italia) avrebbero tanto da imparare. Viva l'Irlanda, viva i suoi abitanti, i quali sono orgogliosi della loro terra, perché è bellissima, pulita, quieta, ed è un paese in cui i cittadini si sentono rispettati ed appagati. E' un luogo in cui regnano eroi e leggende, dove la natura è forte e sovrana, dove l'orgoglio patriottico fa battere il cuore e scendere qualche lacrima di commozione. Il folklore irlandese è dominato da leggende su gnomi, elfi, fate, folletti: uno su tutti, meritevole di essere ricordato e citato, è il mito del "leprechaun", una sorta di elfo o gnomo, che nel linguaggio gaelico significa "piccolo spirito", che nei souvenir viene rappresentato come un ometto con la barba lunga, vestito di verde, con gli immancabili trifogli e che nel parlare quotidiano è associato al tipico folletto irlandese. Nell'iconografia classica i leprechaun vengono rappresentati come uomini anziani, dediti alle burle e agli scherzi, un po' cattivelli. Si dice inoltre che non possano scappare se li si guarda fissi, ma se ci si distrae un attimo, svaniscano immediatamente. Tra le credenze più diffuse c'è anche quella secondo cui, come gli gnomi, i leprechaun siano estremamente ricchi e che siano soliti nascondere i tesori in località nascoste. Da non dimenticare ci sono pure i "pixies", folletti dispettosi che possono far perdere l'orientamento a chi non conosce bene le strade d'Irlanda. Gli irlandesi amano la natura, questo lo si denota anche nelle superstizioni religiose e nella cultura popolare (vi è per esempio il culto dell'acqua: con credenze di sorgenti sacre e pozzi con acqua miracolosa; e poi vi è la diceria degli alberi fatati: un albero isolato in un campo non viene tagliato poiché potrebbe essere sacro). Il simbolo dell'Irlanda è il trifoglio, mentre lo stemma nazionale è un'arpa dorata su scudo azzurro (che è anche lo stemma della buonissima birra "Guinness"). In Irlanda la lingua comunemente diffusa è l'inglese, però è parlato da una minoranza della popolazione anche l'irlandese (altra lingua ufficiale). L'irlandese proviene dagli antichi Celti ed è normalmente chiamato gaelico o gaelico irlandese (i cartelli stradali sono scritti ad esempio sia in inglese che in gaelico). L'Irlanda è uno dei luoghi più suggestivi che abbia mai visto! Paesaggi incantevoli, sublimi; valli verdi incantate, prati immensi con erba ovattata e di color smeraldo... peccato non aver avuto tanto tempo a disposizione per potersi fermare nei posti più vergini, per scoprirli, per rotolarsi nell'erba, per poter assaporare maggiormente questi splendori della natura. Da distante i prati irlandesi sembrano essere punteggiati di bianco, questo perché ci sono numerosissime pecore, che pascolano accompagnate da capre e cavalli: in Irlanda la pastorizia è infatti fiorentissima. Nei nostri giorni di vacanza siamo stati fortunati, in quanto il tempo è stato per lo più soleggiato e non faceva nemmeno tanto freddo. Dico fortunati poiché l'Irlanda è anche conosciuta come una terra in cui piove moltissimo, e questo lo si intuisce dall'onnipresente verde che si incontra. Il periodo del nostro viaggio coincideva con il periodo in cui si giocava il torneo delle "Sei Nazioni" di rugby, evento molto sentito dagli irlandesi ed era nei giorni appena precedenti alla festa di San Patrizio, il patrono nazionale.

  • DUBLINO, GALWAY, WICKLOW:
    1° giorno -6 Marzo 2007- VIAGGIO DI ANDATA e DUBLINO
    Siamo partiti dall'aeroporto Orio al Serio di Bergamo e abbiamo raggiunto Dublino con un volo "Ryanair" della durata di due ore e mezza abbondanti (tale compagnia aerea irlandese vola con i Boeing 737: quello dell'andata era abbastanza vecchiotto, mentre quello del ritorno era decisamente più nuovo). Siamo arrivati all'aeroporto internazionale di Dublino che era già sera, per cui abbiamo preso un taxi e ci siamo fatti portare al nostro hotel (il "Regency Hotel" in "Swords Road"). Questo hotel si trova in un'ottima posizione, lungo la strada che porta all'aeroporto e a circa un paio di chilometri dal centro città. In esso traspira quella tipica sensazione degli hotel anglosassoni, con tende, paramenti e arredamento che riprendono un po' lo stile vittoriano. Per raggiungere il centro di Dublino ci siamo affidati ai bus urbani, che erano veramente numerosissimi (davanti al Regency ci sono due fermate di bus). Essi sono gialli e blu a due piani e sono talmente efficienti che possono sostituire ogni altro mezzo pubblico. Le fermate sono vicine le une alle altre e il percorso dei bus copre tutto il suolo della capitale irlandese. Come nel Regno Unito, anche in Irlanda, è consuetudine spostarsi all'interno delle grandi città con i bus a due piani, i quali vantano un servizio eccellente (per ogni fermata passano in continuazione bus con cadenze di pochi minuti). L'abbonamento giornaliero per i mezzi pubblici di Dublino costa all'incirca 6 Euro, è valido anche per i bus da e per l'aeroporto ed è acquistabile nelle tabaccherie o nei piccoli supermercati.
    2° giorno -7 Marzo 2007- DUBLINO
    Dopo un'abbondante colazione, tipica di questi posti, siamo scesi in strada e abbiamo preso un bus per il centro. Da Swords Road si giunge direttamente sulla "O'Connell Street", una delle vie più famose della città di Dublino. O'Connell Street è innanzitutto una delle strade più grandi d'Europa, e poi è famosa per lo shopping dublinese; qui ci sono infatti parecchi negozi, divertimenti, ristoranti, pub, cinema, eccetera, eccetera. La prime cose che si notano di Dublino sono: le case, bellissime e dallo stile inconfondibile, con un'architettura tipica delle isole britanniche, adornate con robusti portoni in legno dai colori sgargianti; ma soprattutto il fatto che in ogni angolo sorge un pub. Dublino è chiamata la città dei pub, ma non credevo che ce ne fossero così tanti, praticamente se ne trova uno dietro l'altro in ogni punto cardine della città. Tutti hanno birra squisita, però la differenza viene fatta dalla Guinness, la birra per eccellenza della città di Dublino. Durante il tratto da Swords Road fino ad O'Connell St., che dura poco più di dieci minuti, si intravedono oltre ad una miriade di pub, anche svariati minimarket ed un accogliente negozio che vende kilt. I piccoli supermercati sono dislocati un po' ovunque in città ed hanno orari assai elastici (altra comodità che si riscontra viaggiando in questi paesi). O'Connell Street fu progettata da Luke Gardiner intorno al 1720 per ospitare palazzi in stile classico. Di questi, purtroppo, rimane ben poco perché furono distrutti durante la rivolta del 1916. Comunque il fascino della via resta tangibile, infatti alla fine di essa, vicino all'"O'Connell Bridge", è presente la imponente statua che raffigura l'effigie di Daniel O'Connell, che fu il più grande leader dell'Irlanda cattolica tra il 1700 e il 1800. Scesi dall'autobus, abbiamo fotografato l'"Abbey Church Presbyterian", nei pressi di "Gate Theatre", in "Parnell Square East". Da qui inizia la O'Connell Street, riconoscibile grazie alla possente scultura in acciaio (un obelisco appuntito) posta nel mezzo di essa. Percorsa tutta la strada, abbiamo costeggiato le rive del fiume Liffey ("Eden Quay" e "Custom House Quay"); qui abbiamo ammirato la "Custom House". Questo splendido palazzo, posto sulla riva nord del fiume e progettato da James Gandon nel 1791, ha una facciata lunga 114 m ed è oggi in uso per gli uffici del governo. Le statue delle quattordici teste che lo decorano rappresentano i fiumi d'Irlanda; fra esse ne spicca una, al di sopra di una portone d'ingresso, assomigliante alla testa di Medusa. Ritornando sui nostri passi, tornando cioè indietro, ci siamo diretti alla "Four Courts" (in "Inns Quay") ad ovest della Custom House. La Four Courts, costituita da un corpo centrale con archi trionfali, fiancheggiato dalle quattro torri originarie ed avente un'imponente cupola verde neoclassica, è l'altro stupendo edificio progettato da James Gandon nel 1785. Dopo aver attraversato il Liffey, passando su uno dei graziosi ponti che ci sono (sull'"O'Donovan Rossa Bridge"), abbiamo fotografato la Four Courts dall'altra sponda ("Merchant's Quay"), così siamo riusciti a farla stare tutta nell'obiettivo, e ci siamo successivamente diretti alla "Christ Church Cathedral" che si staglia poco più distante. La Christ Church Cathedral è una spettacolare cattedrale, la cui fisionomia odierna risale ai restauri apportati nel XIX secolo; infatti la costruzione originaria (eretta da Sitric Silkenbeard, il primo re cristiano dei Norreni di Dublino), datata 1038, era interamente in legno. La cattedrale, insieme alla "St. Patrick's Cathedral", passò al culto protestante durante la Riforma, ed oggi è rimasta devota alla Chiesa d'Irlanda (le croci sopra la chiesa sono per questa ragione celtiche). La Christ Church Cathedral si presenta con una navata centrale di 25 m di altezza; all'interno è presente la "Tomba di Strongbow", cioè "l'infame conquistatore dell'Irlanda". Le due facciate sono attorniate dal verde e da giardini curati, mentre per entrarci si pagano alcuni Euro. Proseguendo per "Lord Edward St." abbiamo raggiunto il "Castello di Dublino" ("Dublin Castle"). Voluto da Re Giovanni nel XIII secolo, è oggi usato per cerimonie ed i visitatori possono liberamente girare per le sue opulente stanze. La sua imponente struttura è stata per sette secoli simbolo controverso del governo inglese, finché venne formalmente occupata da Michael Collins e dallo Stato Libero d'Irlanda nel 1922. Nelle immediate vicinanze del Castello si trovano anche la "City Hall" (edificio del 1779, che in origine fu sede della Borsa, oggi è utilizzato per l'esposizione di mostre) e parecchi negozi (molti dei quali vendono souvenir irlandesi). Da questo punto in avanti, spaziando per alcuni isolati (più o meno un discreto rettangolo composto dalle vie che stanno in mezzo tra il fiume Liffey e Dame Street), inizia la zona dei pub, chiamata "Temple Bar". Questa zona è la più famosa di Dublino per chi ama bere birra e gustare i piatti tipici irlandesi; qui si trovano i famosi pub rossi con le scritte cubitali indicanti il nome Temple Bar e la birra Guinness. Dopo un giro di circospezione in questo nuvolo di strade, siamo tornati sulla grossa Dame Street e abbiamo proseguito la marcia verso il "Trinity College". Prima di arrivare alla prestigiosa università dublinese, abbiamo svoltato in "Great George's St.", ossia un'ampia via che interseca Dame St., abbiamo fotografato un curioso edificio rosso scuro in "Exchequer Street" e ci siamo fermati nell'ufficio informativo per il turismo" ("Dublin Tourism Centre") tra "St. Andrew Street" e "Suffolk Street", inserito all'interno di una bellissima chiesa sconsacrata (la "St. Andrew's Church"). Questo luogo è perfetto per il turista, si possono ricevere consigli sul viaggio, si trovano cartine per visitare Dublino e precise indicazioni per visitare la verde Irlanda ed inoltre si trovano numerosi souvenir; per i souvenir e i gadget della birra Guinness, meglio comprarli qui piuttosto che nella "Guinness Storehouse", poiché nella fabbrica i prezzi sono più salati. Usciti dall'ufficio informativo, dopo aver fotografato un altro caratteristico pub, siamo andati al Trinity College (risalente al XVI). Dalla sua fondazione si annoverano alunni dai nomi altisonanti come: Jonathan Swift, William Congreve, Oscar Wilde, Bram Stoker e Samuel Beckett. Esso è grandissimo, ha una facciata bianca che spicca da lontano e che domina tutto il parco che sta alle spalle. Varcato il portone d'entrata, si arriva nel cortile, laddove spunta il "Campanile" (torre campanaria alta 30 m, costruita dall'architetto della "Queen's University" di Belfast Charles Lanyon) in mezzo agli aggraziati prati verdi. Sul fianco sinistro del Trinity College inizia "Grafton Street", cioè la via più famosa di Dublino. Grafton Street è un corso di isola pedonale, in cui tutti fanno compere, passeggiano, entrano ed escono dai numerosi pub. Lungo questa via, in uno di questi pub, abbiamo infatti pranzato e ho bevuto la mia prima Guinness originale al cento per cento. Verso la fine di Grafton St. si trova il "St. Stephen's Green", ossia un bel parchetto verde dove ci si può rilassare e guardare i regali appena acquistati nella via dello shopping. Sempre rimanendo in tema di shopping, proprio attaccato al parco, c'è il centro commerciale "St. Stephen's Green Shopping Centre", assai gradevole e ben fornito di negozi, nel quale vale la pena farci un giretto. A questo punto, incamminandoci verso ovest, abbiamo raggiunto St. Patrick's Cathedral, la cattedrale nazionale dell'Irlanda protestante, comunemente nota come "la cattedrale del popolo". Essa è stata eretta sul sito paleocristiano dove si dice che San Patrizio abbia battezzato i convertiti in un pozzo nel 450 d.C.; come per la Christ Church Cathedral, la struttura originale era in legno e venne ricostruita del 1192. L'Arcivescovo Henry de Londres la ristrutturò tra il 1220 e il 1270 e la elevò a cattedrale. Questa imponente chiesa spicca grazie alla sua torre del XIV secolo, alta 43 m, la "Minot's Tower" che sembra un corpo estraneo al resto della cattedrale. Oltre al campanile, sono da ricordare per la loro imponenza anche la navata del coro, la Cappella della Vergine, i transetto nord e quello sud e la navata sud. Ai piedi della cattedrale c'è un giardino, ove abbiamo passato alcuni minuti sulle panchine per riposarci. Nella seconda parte del pomeriggio siamo andati a visitare la "Fabbrica della Guinness" (Guinness Storehouse), prendendo un bus urbano che partiva da Dame Street. La fabbrica si trova nell'area occidentale della città ed è molto vasta: il suo grande edificio si riconosce per il serioso colore grigio e ovviamente per le molteplici scritte Guinness. La facciata principale, quella con l'ingresso alla fabbrica, ha un robusto portone in ferro nero, attorniato da murales che riproducono le famose pubblicità della birra che troviamo nei vari pub del mondo. L'ingresso è a pagamento e costa suppergiù 13 Euro. La fabbrica è divisa in sette piani, ognuno dei quali offre al visitatore la spiegazione di una determinata fase della lavorazione della birra scura più famosa del mondo, mentre all'ultimo piano si può gustare una meritata pinta di Guinness (compresa nel prezzo d'ingresso) nel "Gravity Bar", uno spettacolare bar circolare con vetrate, dal quale si osserva tutto il panorama di Dublino a trecentosessanta gradi (e si vede anche il birrificio dove viene prodotta la birra ogni giorno). La fabbrica è praticamente il museo della Guinness, infatti ci sono le spiegazioni sugli ingredienti usati (dall'orzo maltato, al luppolo, al lievito, all'acqua usata, ossia quella che sgorga dalle Wicklow Mountains), sulla produzione, sull'arte dei bottai (viene mostrato il processo di costruzione delle botti e messa in botti; processo che fino al 1950 avveniva in botti di legno, da lì in poi i fusti usato sono stati quelli in metallo), sul trasporto, fino a terminare con la pubblicità (da quella più moderna a quella del passato), con l'esposizione delle vecchie bottiglie e dei vecchi bicchieri, con gli audiovisivi e con la degustazione. Arthur Guinness fondò questa azienda nel 1759: oggi è la fabbrica di birra più grande d'Europa. La sera, cena veloce e poi giretto nei pub di Swords Road.
    3° giorno -8 Marzo 2007- INTERNO IRLANDA E GALWAY
    Sveglia al mattino prestissimo, colazione e col bus ci siamo avviati sino al centro di Dublino. Una volta arrivati in O'Connell St., ci siamo diretti fino alla Custom House, dietro la quale si trova la stazione dei bus di Dublino (stazione "Busáras", da cui partono i bus "Éireann"). Da qui, dopo aver osservato il sole che albeggiava e spuntava abbagliante dalle rive del Liffey, abbiamo preso il pullman per Galway (partenza ore 8.00, arrivo dopo quattro ore circa). I costi dei bus in Irlanda sono assolutamente a buon mercato (circa 18 Euro a persona per il tratto Dublino-Galway andata e ritorno; per risparmiare, se si vuole andare e venire in giornata, chiedere il biglietto "day return"). Con il seguente percorso abbiamo attraversato orizzontalmente tutta la nazione e abbiamo osservato in tutto il suo splendore il paesaggio rurale irlandese (per la cui bellezza si rimane folgorati e non ci si dimentica più dei cieli luminosi, improvvisamente increspati da nuvole, dell'interminabile verde che si estende ovunque e degli animali che pascolano liberi, con in testa le pecore dal muso nero). Prima di lasciare Dublino il bus transita sulla statale che passa di fianco al "Phoenix Park" nella zona occidentale della città (grandissimo parco verde, il più grande d'Europa, in cui s'innalza il "Wellington Monument", obelisco di 30 m di altezza). Da appena fuori Dublino fino ad arrivare a Galway, lungo tutto il tragitto longitudinale, si incontrano solamente prati, colline, pecore e qualche sporadico paesino dal fascino romantico. I paesaggi naturali sono idilliaci, con infiniti prati verdi, mucche, pecore e cavalli che brucano liberamente. Si vedono prati ondulati, che in alcuni punti salgono su colline e dolci pendii ricoperti da covoni di erba morbida. Il panorama dell'entroterra irlandese ha un aspetto meraviglioso e rilassante, è suggestivamente indimenticabile, laddove la natura regna ancora sovrana, padrona di un ambiente che non ha perso nulla della bellezza originaria. Penso che il paesaggio irlandese sia uno dei migliori scenari naturali che abbia mai visto, e penso che a livello mondiale si registri senz'altro ai primi posti per la sua amenità. Arrivati a Galway, abbiamo pranzato in un pub vicino alla stazione dei bus, poi ci siamo incamminati per il centro. Galway è una città molto carina e peculiare, capoluogo dell'omonima contea ed ha una popolazione che supera i 70.000 abitanti (ciononostante sembra più piccola del reale e si mostra sotto la veste di una cittadina che ha conservato il sapore dell'Irlanda autentica). Passeggiando per le vie centrali si percepisce un'atmosfera famigliare e si è colpiti dalle case coloratissime che si susseguono per l'intero periplo del centro storico (seppur la città sia piuttosto moderna, gli edifici rispecchiano la tradizione irlandese). Il centro si dirama essenzialmente tra "Mainguard St.", "High St.", "Shop St.", "William St." e "Castle St." ed è formato da innumerevoli negozi. Per esempio, da non perdere assolutamente, c'è il centro commerciale sotterraneo "Eyre Square Centre Store", proprio all'imbocco delle vie centrali se si proviene dalla stazione dei bus. L'ingresso non dice nulla, infatti si accede da una porta che pare quella di un piccolo negozio, però, dopo aver percorso un breve corridoio, si arriva nel bel mezzo del centro commerciale, il quale è disposto su diversi piani sotterranei ed in cui si trova qualsiasi cosa. Dopo il giretto in suddetto centro commerciale (nel quale siamo entrati nel frattempo che aspettavamo che finissero di cadere alcune gocce di pioggia), abbiamo percorso le stradine centrali passando in "Bridge Street" sul fiumiciattolo Corrib (che attraversa la città) e ci siamo diretti verso il mare. Se già le case del centro storico sono colorate, quando si arriva in prossimità dell'Oceano Atlantico, nella "Galway Bay", se ne vedono di ancora più particolari e dai colori ancor più sgargianti. In questo punto di Galway c'è un porticciolo, sempre popolato da cigni e gabbiani, davanti al quale si estende un grandissimo prato verde, che termina con le acque increspate dell'Oceano Atlantico. E' ovvio che tutto questo paesaggio è molto suggestivo, anche se battuto sempre da un fastidioso vento. Tra il prato e il mare c'è una stradina solitaria che costeggia la spiaggia; la spiaggia è formata da sassi scuri e poca sabbia e lo sguardo si perde in un faro all'orizzonte del mare (un luogo che ispira poesia). Tornando indietro abbiamo fatto un po' di shopping nei negozi di Mainguard St., High St. e Castle St. ed abbiamo fotografato la "St. Nicholas' Collegiate Church". Se avessimo avuto più tempo a disposizione da dedicare a Galway e, soprattutto se ci fossero stati più bus, saremmo andati volentieri alle Cliffs of Moher, le meravigliose scogliere sull'Atlantico. Fa niente sarà per un'altra volta, poiché con tutta la buona volontà non avremmo potuto raggiungerle in quanto i taxi ci hanno chiesto somme assurde e gli orari dei bus ne indicavano uno solo che da Galway partiva al mattino e uno solo che dalle Cliffs tornava a Galway nel pomeriggio. A metà pomeriggio, dopo aver bevuto una birra in un pub, abbiamo preso il pullman di ritorno per Dublino (ancora quattro ore di viaggio). Appena fuori dai confini cittadini di Galway si vedono sterminati prati con alcune fattorie e muretti di pietra che dividono le proprietà. Abbiamo visto anche un piccolo cimitero, con le lapidi piegate e con grosse croci celtiche, in apparente stato di abbandono, che ricordava quelli dei film dell'orrore. Sempre nel viaggio di ritorno, dopo un breve acquazzone (appena prima del tramonto), il cielo si è schiarito da un momento all'altro, ed alcuni raggi di sole hanno squarciato il buio delle nubi, creando due arcobaleni. A questo punto il cielo si era già rasserenato completamente; prati e firmamento si stringevano insieme dipingendo colori ed effetti bellissimi e donando quelle emozioni che solo lo scenario meraviglioso dell'Irlanda sa dare. Una volta fatto ritorno a Dublino, abbiamo cenato in una rosticceria di O'Connell Street, mangiando l'immancabile "fish and chips" e poi siamo tornati in albergo.
    4° giorno -9 Marzo 2007- DUBLINO e WICKLOW (Wicklow Mountains)
    Dopo un giro mattutino per Dublino, passando per O'Connell St. (prima di O'Connell St., in adiacenze della Abbey Church Presbyterian, abbiamo fotografato un bellissimo pub con pittoresche insegne della Guinness, mentre di fronte alla chiesa si può vedere il "Garden of Remembrance"), continuando poi lungo le sponde del fiume Liffey (ci siamo fermati un attimo sull'"Ha'Penny Bridge", il più grazioso ponte di Dublino) e proseguendo per il Trinity College (davanti al quale si trova la maestosa "Bank of Ireland"), ci siamo poi concessi un'escursione nell'amabile località di Wicklow, in mezzo alle Wicklow Mountains. Per raggiungere Wicklow abbiamo preso un treno dalla stazione "Connolly" di Dublino ("Connolly Station"; sia per andare che per tornare c'è un treno ogni ora). La Connolly Station si trova pochi minuti di distanza a piedi dal centro della città. Il tragitto dura all'incirca quaranta minuti ed è molto paesaggistico, soprattutto quando si arriva in prossimità delle Wicklow Mountains. Esse sono le montagne che si trovano a sud di Dublino, non sono molto alte (sfiorano al massimo i 900 m), però colpiscono per la loro armonia, fatta di dolci vallate, di romantiche valli e prati verdi. La località di Wicklow è piuttosto piccolina, è situata alle pendici di uno di questi monti ed è adagiata lungo il Mar d'Irlanda. Già dall'arrivo alla stazione abbiamo capito quanto potesse essere rilassante questa cittadina; c'era infatti parecchio ordine e c'erano fiori un po' dappertutto. Abbiamo scelto anche una giornata tipicamente primaverile, soleggiata con temperatura che si aggirava intorno ai quindici gradi, per cui abbiamo apprezzato maggiormente l'amenità del luogo. La zona abitata è leggermente arrampicata su di un colle ed è formata da incantevoli casette col giardino, mentre se si scende lungo una vietta sterrata o lungo la statale, si accede al mare. La zona della spiaggia è bellissima: ci sono mare e spiaggia da una parte, e montagne dall'altra parte. Per delimitare la fine della spiaggia, composta da ciottoli e sassi, c'è un terrapieno erboso a banchina di circa un metro di altezza che sancisce il sentiero per chi vuole passeggiare; alle spalle della spiaggia si trova una laguna con vasti prati verdi, mentre subito più avanti iniziano le montagne. La linea ferroviaria divide il mare dalla laguna e dai campi. Quel giorno il Mar d'Irlanda aveva un colore blu cobalto, sullo sfondo si vedeva la costa che cadeva con le sue asperità rocciose nelle acque marine (così da parere una tartaruga adagiata), il cielo era particolarmente azzurro, nei campi c'erano fiori gialli e cavalli che brucavano. C'era pochissima gente, sembrava di essere in un'oasi di pace e tranquillità e si sentiva forte il respiro della natura irlandese. Ritornati a Dublino, abbiamo cenato in un pub di Temple Bar, assaporando nuovamente le specialità gastronomiche d'Irlanda (la cucina in Irlanda non è male, si mangiano tortine salate e zuppe, e molti piatti assomigliano alle nostre bruschette; l'unico neo è il prezzo, ancor più alto che in Italia).
    5° giorno -10 Marzo 2007- DUBLINO e VIAGGIO DI RITORNO

    Ultima mattinata in giro per Dublino: ancora qualche passo per il centro, poi un paio di birre ed un irish coffee al pub di fronte al nostro hotel, prima di andare all'aeroporto. Verso metà pomeriggio abbiamo preso il bus per l'aeroporto e verso sera siamo partiti per l'Italia. Un saluto speciale all'"isola verde" che mi è proprio rimasta nel cuore per la sua attrazione ancestrale: "bye bye Éire". Nel viaggio aereo abbiamo sorvolato la città di Parigi che era tutta illuminata poiché era già buio.
    Guida: DUBLINO (TOP 10), a cura di P. Phillimore e A. Sanger, Mondadori, 2006.

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    IRLANDA, diario di viaggio di Dublino - Galway - Wicklow

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    Nazione fantastica, tutta verde, da vivere con la gioia contagiosa dei suoi abitanti, i quali sono orgogliosi di essere irlandesi.
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    Sito guida di Dublino, in diverse lingue: DUBLIN TOURISM
    Sito ufficiale della città di Dublino, in lingua inglese: DUBLIN
    Sito guida di Galway, in lingua inglese: GALWAY TOURISM
    Sito ufficiale dei bus Éireann", in diverse lingue: ÉIREANN
    La compagnia aerea a basso costo: RYANAIR