QUINTANA ROO e YUCATAN (PENISOLA DELLO YUCATAN)


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MESSICO, Agosto 2005
Cartina politica del Messico


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E' stato un viaggio meraviglioso, in piena libertà alla scoperta di due stati del Messico: Quintana Roo e Yucatan. Sono partito con Morgana, abbiamo fatto dieci giorni di vacanza e due di viaggio (tra andata e ritorno). Abbiamo prenotato dall'Italia il volo e il soggiorno in hotel; per le escursioni, per spostarsi, per il mangiare e così via, abbiamo usato "il fai da te". Quello che appare davanti agli occhi è tanto, molto differente, ma tutto di una bellezza unica, impareggiabile... insomma yucateca. La polvere bianca delle sue spiagge pulite, il mare cristallo, gli imponenti siti maya carichi di storia, la cordialità e l'operosità della sua gente, sono solo alcune cose che fanno apprezzare questa terra. Il Messico è anche un paese avantissimo rispetto ai Caraibi e parte del Sud America. Nell'area costiera ad esempio, in particolar modo a Cancun e a Playa del Carmen, c'è qualsiasi tipo di comodità (come grandi supermercati, cinema, negozi di ogni tipo, concessionari d'auto e tanto altro ancora). L'influsso degli Stati Uniti è molto presente, non c'è praticamente diversità rispetto ai paesi occidentali... anzi possiamo dire che per certi versi e, in alcuni casi, sia più avanzato di noi.

02/08/2005 - VIAGGIO DI ANDATA
Siamo partiti da Milano Linate, dopo due ore siamo atterrati a Madrid Barajas (la capitale spagnola dall'alto è davvero bella, molto arida ma per questo molto affascinante). Da qui abbiamo preso il volo intercontinentale che ci ha portati a Città del Messico (aeroporto Juárez International); il volo è durato suppergiù dodici ore, con un grande Airbus quadrimotore da circa quattrocento posti. Città del Messico dal cielo è impressionante: una distesa infinita di cemento, palazzi e case che si susseguono. Sempre un po' nuvoloso, un po' di foschia costante, un traffico caoticissimo, al limite della sopportabilità umana. Da Mexico (in lingua locale scritto México) abbiamo poi raggiunto Cancun (in lingua locale scritto Cancún) con un altro volo di due ore (il terminal di Cancun è piuttosto moderno). I primi due aerei usati erano di "Iberia", il terzo di "Mexicana" (idem per il ritorno); devo dire che erano puntuali e impeccabili. Dopo ventiquattro ore siamo finalmente giunti a Playa del Carmen, dove avremmo soggiornato per i successivi dieci giorni e, stanchissimi, siamo andati a dormire.

03/08/2005 - PLAYA MAROMA / COSTA ESMERALDA (Quintana Roo)
Primo giorno di vacanza... "siamo in Messico", nella Penisola dello Yucatan, che viene comunemente chiamata tutta quanta Yucatan (in lingua locale scritto "Yucatán"). Ma bisogna sapere che è suddivisa in tre stati: Quintana Roo (che comprende tutta l'area costiera dei Caraibi), Yucatan (che ne dà il nome e che ne occupa una buona parte) e Campeche (stato più a sud che dà verso l'interno del paese). La prima escursione che ci concediamo è Playa Maroma o Punta Maroma (in località Puerto Morelos). Dista una mezz'ora abbondante da Playa del Carmen, in direzione nord; ci ha portati un taxi (in Messico ce ne sono un numero spropositato e non costano tanto, almeno non tanto come da noi). L'entrata alla spiaggia si paga, è di circa 100 Pesos a persona, poiché è una riserva naturale. Gli stessi Pesos vengono però recuperati in consumazioni di cibo o bevande, infatti c'è un bar-ristorante che prepara piatti messicani. La spiaggia è bianchissima, di polvere corallina, ma non è superlativa; ha vegetazione bassa ed è molto lunga. L'acqua invece è meravigliosa, con i colori e la trasparenza tipici dei Caraibi. Praticamente non c'è mai nessuno, abbiamo fatto il bagno "soli soletti"... anzi no è frequentata in prevalenza da pellicani e gabbiani. Tornando da Playa Maroma, su consiglio del tassista, ci siamo fermati sulla Costa Esmeralda, appena dopo la periferia decadente di Playa del Carmen. Si raggiunge attraversando un sentiero in terra battuta, dove ai lati ci sono sterpaglie e sporcizia. E' così chiamata per il colore (verde chiaro, blu) e la limpidezza delle sue basse acque; qui non ci sono turisti occidentali, ma solo gente messicana che passa la giornata al mare. La Costa Esmeralda è formata da una parte rettilinea e da una laguna circolare, dove a mio avviso, è meglio per fare il bagno.

04/08/2005 - CHICHEN ITZA (Yucatan)
Per arrivare al sito archeologico di Chichen Itza (in lingua locale scritto "Chichén Itzá") abbiamo preso il pullman che partiva da Playa del Carmen (durata del viaggio: 3 ore e 50 minuti). Chichen Itza, in qualità di città, venne fondata dai Maya nel Tardo Periodo Classico e raggiunse l'apice della potenza tra il 900 e il 1100 d.C. circa. Dopo la costa, man mano che si raggiunge l'entroterra dello Yucatan, la vegetazione diventa più bella, più rigogliosa, più variegata (sulla costa è in prevalenza di arbusti e alberi bassi). L'area rurale è caratterizzata da sporadiche piccole case, raggruppate insieme (il pueblo messicano). Questo denota che anche in Messico, come in tutte le aree tropicali, vi è ancora una percentuale di gente povera. Un'ora prima di arrivare a Chichen Itza si passa da Valladolid, bellissimo paese coloniale. Arrivati a destinazione, l'ingresso non è caro (circa 38 Pesos), ma la bellezza del sito maya è indescrivibile. La prima cosa che appare è anche la più famosa: la "Piramide di Kukulkán" (chiamata pure "El Castillo"), alta 24 metri. Le quattro scale, con novanta gradini ciascuna, rappresentano i giorni dell'anno; gli ultimi quattro gradini e la piattaforma rappresentano i cinque giorni nefasti. La piramide, con tutta la sua imponenza, domina la scena, nel mezzo del grande prato verde su cui si erge; mentre ai suoi lati sorgono altri due monumenti importanti: il "Campo della Pelota" e il "Tempio dei Guerrieri", che forma un tutt'uno con il "Tempio delle Mille Colonne". Il Campo della Pelota è uno dei più antichi del Messico, qui i Maya giocavano con la palla (gioco sacro chiamato "pok a tok"), dovevano cioè buttarla in uno dei due grandi anelli di pietra che sono al suo interno. Quando la palla passava nell'anello, rappresentava il sole, questo perché erano adoratori dell'astro. Al lato del campo c'è il "Tempio dei Giaguari", più avanti si trova la "Piattaforma dei Giaguari e delle Aquile". Il Tempio dei Guerrieri e il Tempio delle Mille Colonne, con alla loro destra il più piccolo "Templo de las Grandes Mesas", sono molto scenografici. Il Tempio delle Mille Colonne, detto anche "Gruppo delle Mille Colonne" fu dedicato al dio Chac-mool, i pilastri hanno decorazioni di serpenti. Dall'alto della piramide si possono vedere questi templi, oltre al panorama offerto dalla foresta che si adagia appena dietro. Se si pensa che Chichen Itza sia solo l'area centrale, ci si sbaglia di grosso; infatti procedendo sulla sinistra del Tempio delle Mille Colonne, si arriva in un'altra parte, densamente costruita con le opere dei Maya. Qui si trovano: l'"Ossario", la "Casa Colorada", "El Caracol" (osservatorio astronomico) e la "Chiesa col Convento". Chichen Itza, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, rapisce col suo fascino misterioso, palpitante della genialità architettonica e dei crudi riti sanguinari dello scomparso popolo dei Maya. Su tutto l'esteso suolo del sito sono assai numerosi i venditori di oggetti e souvenir, molti dei quali a buon prezzo; appena usciti c'è un punto di ristoro.

05/08/2005 - AKUMAL / PLAYA CHUN-ZUMBUL (Quintana Roo)
Akumal, piccola località di pescatori, dista quaranta minuti di taxi a sud di Playa del Carmen. "Quando arriviamo ad Akumal è leggermente nuvoloso, il mare è lo stesso bello, non c'è praticamente nessuno, ci sono delle palme e tutto è quieto. Appena esce il sole, accende i colori e le acque diventano uno spettacolo; hanno colori tenui di verde e celeste con una trasparenza inverosimile". La baia di Akumal è un vero paradiso tropicale, di una bellezza inimmaginabile, con un mare che non avevo mai visto così. La spiaggia è lunga e bianca e vi si affacciano alcuni residence, che per fortuna, il giorno della nostra visita, erano tutti chiusi perché danneggiati dal recente uragano. Ci sono pesci che ti nuotano attorno e, con un po' di fortuna, anche le tartarughe marine. La sabbia è corallina, infatti la barriera non è tanto distante da riva (a volte c'è qualche insettino che infastidisce). Playa Chun-Zumbul, chiamata "Coco Beach", dista pochi minuti di taxi a nord di Playa del Carmen. Vi abbiamo trascorso l'intero pomeriggio; è una spiaggia lunga di sabbia chiara e fine. Le acque sono verdi menta, leggermente mosse dalle onde. E' sempre ventilato (senza dar fastidio), infatti ci sono gli sportivi che fanno vela e kitesurf. Anche qui il luogo è idilliaco, dove non si può far altro che rilassarsi, facendosi dondolare dalle acque caraibiche.

06/08/2005 - ISLA COZUMEL (Quintana Roo)
Siamo andati ad Isla Cozumel col traghetto che parte da Playa del Carmen e impiega solo mezz'ora, ma è caro (120 Pesos solo andata). Sia per andare che per tornare ce n'è uno ogni ora. Si attracca a San Miguel de Cozumel, l'unica cittadina presente. L'isola, la più grande del Messico (lunga 53 km e larga circa 14, chiamata "Isola delle Rondini"), di primo acchito ci è apparsa troppo turistica, troppo americanizzata. Ci sono tanti hotel giganteschi, i negozi vendono diamanti (sono troppo chic, anche se il diamante è pietra preziosa molto venduta in Messico), insomma non ci è piaciuta particolarmente. Ci sono pure l'Hard Rock Cafe e il Planet Hollywood. Cozumel è abituata a ricevere i passeggeri delle navi da crociera che fanno spola per i Caraibi, per cui ha un turismo cosmopolita. Ci siamo fatti portare in taxi a Playa San Francisco, sulla costa occidentale, ma non è un gran che. Il mare è meglio nei pressi dei porti, dove ci siamo concessi qualche minuto di relax. Se già la costa occidentale è un po' scogliosa, quella orientale lo è ancora di più, con forti correnti. Cozumel ha fondali bellissimi ed è molto apprezzata dai sub e da coloro che fanno immersioni (lo si capisce dalla presenza dei centri "diving").

07/08/2005 - MERIDA (Yucatan)
Merida (in lingua locale scritto Mérida) è la capitale dello Yucatan e ha quasi 650.000 abitanti. Siamo andati in pullman da Playa del Carmen, il viaggio è durato cinque ore (come per Chichen Itza abbiamo potuto ammirare la fitta giungla che ricopre l'interno della penisola). Merida, soprannominata la "città bianca", fu conquistata da Francisco de Montejo il Giovane nel 1542; fu lui a dargli il nome attuale poiché era intonacata di calce bianca e gli ricordava la Merida spagnola. Attualmente si presenta come una città tranquilla, malgrado il traffico delle ore di punta. Tutte le vie sono parallele e si intersecano vicendevolmente; le case sono basse e colorate, nel migliore degli stili coloniali. Il nostro giro cittadino è cominciato da Calle 72, con la visita alla "Chiesa di Santiago Apostolo" (Iglesia de Santiago Apostolo). Tale chiesa è tipica dell'America Centro-Meridionale, davanti ad essa c'è una piazzetta con alberi e bancarelle alimentari. Dirigendosi verso il centro storico (Calle 57, 58, 59 e 60), si cammina in queste stradine dove l'effetto è di tornare indietro nel tempo (spiccano i numerosi "Maggioloni" come auto). Abbiamo pranzato al "Café La Habana", vicino alla piazza più centrale: "Plaza Mayor". A questo punto siamo arrivati in Calle 59 e 60, il vero cuore di Merida... prima di tutto abbiamo visto la "Chiesa del Gesù" (Iglesia de Jesús), che maestosa svetta in una bella piazzetta e poi siamo approdati finalmente in Plaza Mayor. Che dire... bellissima, c'erano tante bancarelle perché era domenica, molta gente, un clima festoso. In piazza c'è la possente "Cattedrale" (Catedral), eretta tra il 1561 e il 1598, con la facciata in stile barocco. Davanti alla Cattedrale ci sono giardini con aiuole, che fanno da preludio al "Palazzo Municipale" (Palacio Municipal) e al "Palazzo del Governo" (Palacio de Gobierno). Il Palazzo del Governo (risalente al 1892) ha al suo interno dei grandi rettangoli in ferro dipinti, che narrano la storia del popolo maya. Sempre in Plaza Mayor, vicino alla "Casa de Montejo" (il fondatore di Merida), si può accedere a Calle 61, che come altre vie limitrofe, è piena di negozi di ogni genere e tipo. Caratteristici sono anche gli archi colorati che delimitano l'inizio e la fine di alcune viette.

08/08/2005 - PLAYACAR / TULUM (Quintana Roo)
Al mattino siamo andati a piedi a Playacar, ossia il continuo di Playa del Carmen. Le acque sono migliori di quelle di Playa, molto azzurre, con riflessi verdi. Al pomeriggio abbiamo visitato le meravigliose rovine maya di Tulum, le uniche sul mare (abbiamo raggiunto Tulum col pullman di seconda classe, che ferma proprio davanti alle rovine, ubicate un paio di chilometri prima di Tulum abitato). L'antica Tulum è sorta nel Tardo Periodo Classico, intorno al 900 d.C., ma il suo massimo sviluppo si colloca tra il 1250 e il 1500 d.C. L'ingresso all'area archeologica non costa molto (38 Pesos); appena entrati ci si trova nella "Plaza Central", in uno scenario suggestivo dove i monumenti saltano fuori dal verde dei prati e degli alberi (da vedere "El Palacio" e il "Tempio degli Affreschi"). Ma il pezzo forte è "El Castillo", direttamente sul Mar dei Caraibi. Esso è un tempio-fortezza che ha colonne decorate con serpenti a sonagli; ai suoi lati (avendo l'ingresso frontalmente) si trovano il "Tempio del Sole che scende" (a sinistra) e il "Tempio delle Serie Iniziali" (a destra), entrambi più esigui e che di fatto formano un unico complesso insieme al Castillo. Giù dalla scogliera il mare è incantevole, con i suoi colori magici; la cornice del luogo è ancor più bella per la natura che circonda il sito maya, ricca di flora e fauna (si vedono molte iguane). Inoltre è anche possibile fare il bagno poiché c'è una spiaggetta appena sotto al Castillo, alla sinistra della quale si vede la rovina di un'antica piattaforma. In un angolo più isolato e staccato dalla Plaza Central c'è la "Casa del Cenote". Tulum è tutto qui, poiché il paese in sé è piccolo e nulla di particolare.

09/08/2005 - XCARET (Quintana Roo)
Siamo andati al parco naturale di Xcaret, a dieci chilometri a sud di Playa del Carmen (anche qui si può arrivare in pullman). Il parco è eco-archeologico, ossia c'è natura e storia (con alcune consuete rovine maya). Gli animali presenti sono stupendi, tutti viventi nella zona, come: pappagalli, tucani, fenicotteri rosa, delfini, pesci tropicali, farfalle colorate, cervi (il venado), scimmie, tartarughe marine, cavalli, due puma, un giaguaro, una pantera e altri ancora. C'è un fiume sotterraneo, c'è una deliziosa spiaggia, ci sono ristoranti, ma è troppo, troppo caro (670 Pesos a persona, più di 60 Euro).

10/08/2005 - ISLA MUJERES (Quintana Roo)
Siamo andati in taxi fino a Cancun, da lì abbiamo preso il traghetto che, per soli 35 Pesos, ci ha portati ad Isla Mujeres. Essa è una piccola isola, lunga più o meno 8 km e larga poche centinaia di metri... è l'isola dei pirati, soprannominata "Isola delle Donne", perché all'epoca dei coloni spagnoli vi erano molte donne. Il mare è fantastico con dei colori e una limpidezza fuori dal comune, noi siamo stati a Playa Norte (nella punta nord) e devo dire che era alquanto bello stare tra sole, spiaggia bianca e palme. Peccato che abbia sviluppato un'attitudine all'espansione turistica (vedi i bar e i ristoranti che stanno iniziando a sorgere anche sulla battigia).

11/08/2005 - RIPOSO A PLAYA DEL CARMEN (Quintana Roo)
Playa del Carmen, un tempo villaggio di pescatori, è oggi ambita meta per i visitatori da tutto il mondo; è la località dove ho soggiornato, è molto turistica, ma non ancora in maniera devastante e confusionaria come Cancun. Il traffico è sostenuto, però la via centrale, quella a cui tutto gira intorno, è isola pedonale (la 5th Avenue o 5ta Avenida). E' ridente perché è giovane e allegra, piena di diversivi per chi ama una vita più sedentaria... i souvenir abbondano, come del resto pub, ristoranti e centri vendita in genere (ci sono minimarket aperti 24 ore su 24). Ho notato che lungo la 5th Avenue vi sono molte gioiellerie che vendono argento, infatti questo prezioso metallo è ricavato con facilità dal suolo del Messico. Tutto però ha uno spirito pacato, forse perché è reso caratteristico dall'essere messicano al cento per cento (ogni locale è in rigoroso stile messicano; per fortuna non hanno ancora mischiato la loro cultura e si possono incontrare i "chicos mexicanos" che suonano la loro musica folkloristica). Per trascorrere le vacanze a Playa è consigliabile optare per una "posada", cioè per i piccoli hotel perfettamente integrati con il tenore di vita presente. Per spostarsi non c'è problema, i taxi li trovi ovunque e per i bus ci sono due comode stazioni (servitissime verso qualsivoglia dove grazie ai bus della ADO). Da Playa del Carmen, per raggiungere le altre località in macchina, si passa sempre per la grande strada a due corsie che congiunge Cancun a Tulum. Dimenticavo... c'è anche il mare, con una discreta spiaggia e acque verdi. Io ho vissuto Playa del Carmen come una buona base per fare tutte le escursioni che avevo programmato prima di partire (a Playa ho praticamente solo dormito e fatto colazione).

12/08/2005 - COBA (Quintana Roo)
Coba (in lingua locale scritto "Cobá") è un'antica città maya, oggi sito archeologico, situata al confine tra Quintana Roo e Yucatan. Il suo periodo di massimo splendore è collocato intorno al 600 d.C. E' completamente immersa nella giungla tropicale, il clima è infatti torrido e umidissimo, però lo spettacolo è indimenticabile. Siamo arrivati col bus, che ferma a quattrocento metri dall'ingresso delle rovine; la prima cosa che si vede è un lago, dove vivono alcuni coccodrilli. Per entrare la spesa è minima. Coba è sostanzialmente divisa in tre gruppi di antichi monumenti maya: il "Grupo Cobá", il "Grupo Nohoch Mul" e il "Grupo Macanxoc". Questi raggruppamenti sono separati gli uni dagli altri da circa un chilometro di sentiero nel cuore della foresta, per cui per girarli tutti abbiamo fatto almeno otto chilometri a piedi (per chi non ama camminare nella giungla, non bisogna temere, ci sono le bici a noleggio). Vicino all'entrata si iniziano a vedere le prime rovine maya: il Grupo Cobá, composto da una bella piramide con grossi gradoni ("Tempio delle Chiese") e altre mura più basse. Proseguendo verso il Grupo Nohoch Mul, si passa davanti al "Campo della Pelota", molto più piccolo di quello di Chichen Itza e davanti alla piramide di "Xaibe". Arrivati al Grupo Nohoch, appare la "Grande Piramide", bellissima, imperiosa, alta 42 metri con 120 gradini (in altezza la maggiore della penisola yucateca). Da qui il panorama è emozionante: una distesa di foresta che sembra un mare... Per raggiungere il Grupo Macanxoc, costituito da un piccolo tempio e da un pozzo, si deve tornare indietro, si transita davanti al "Tempio delle Pitture" e si devono seguire le indicazioni del sentiero che diventa un bivio (da una parte si torna al Grupo Cobá, quindi all'uscita e avanti un chilometro si raggiunge il fatidico Grupo Macanxoc). La giungla è popolata da molte specie di uccelli, abbiamo pure visto un serpente verde e tantissime farfalle multicolore, tutte quante meravigliose, fra cui spiccava il gigantesco "Morpho" azzurro.

13/08/2005 - VIAGGIO DI RITORNO
Il viaggio è purtroppo finito, a mezzogiorno siamo andati all'aeroporto di Cancun, dove sono iniziati gli scali e le ore di attesa prima di poter tornare a casa. Il tragitto è stato ancora lo stesso, invertito ovviamente: Cancun - Città del Messico, Città del Messico - Madrid, Madrid - Milano Malpensa ("arriviamo a Milano il giorno 14 agosto, intorno alle 18.00 e siamo davvero stanchi, ma consci che tutto ciò che abbiamo visto non lo dimenticheremo mai"). Come alla fine di ogni viaggio, un pezzetto del luogo che si è appena abbandonato rimane vivo ed eterno nel proprio cuore, con la ripromessa o l'"illusione" di poterci tornare un giorno.
Adiós México!    Localizzazione viaggio

MESSICO, diario di viaggio di Quintana Roo e Yucatan
 
FOTO PLAYA DEL CARMEN
Foto di Playa del Carmen

FOTO PLAYA MAROMA
Foto di Playa Maroma

FOTO COSTA ESMERALDA
Foto della Costa Esmeralda

FOTO CHICHEN ITZA
Foto di Chichen Itza

FOTO AKUMAL
Foto di Akumal

FOTO COCO BEACH
Foto di Coco Beach (Playa Chun-Zumbul)

FOTO ISLA COZUMEL
Foto di Isla Cozumel

FOTO MERIDA
Foto di Merida

FOTO PLAYACAR
Foto di Playacar

FOTO TULUM
Foto di Tulum

FOTO XCARET
Foto di Xcaret

FOTO ISLA MUJERES
Foto di Isla Mujeres

FOTO COBA
Foto di Coba


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NOTE POLITICHE E
GEOGRAFICHE DEL MESSICO







MEZZI UTILIZZATI:

6 aerei
11 pullman
13 taxi
4 traghetti


-GIUDIZIO PERSONALE-

trasporti: ottimi
gente: ospitale
natura: stupenda
mare: imperdibile
città: senza tempo
storia: enorme
clima: caldo accettabile
cibo: pesante


-CONSIDERAZIONI
PARTICOLARI
-


I cieli messicani sono vivi,
azzurri, con le onnipresenti nuvole
di cotone... Tutte le località sono
linde e si distinguono le une dalle
altre grazie alle diverse sfumature
del mare... Un viaggio in Messico
è anche un viaggio nel tempo...
Politicamente, per cui anche
geograficamente, il Messico fa parte
dell'America Settentrionale, però
in verità ci si sente avvolti dalla
solarità, dal colori e dal
calore dell'America Centrale...
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