TUNISIA (Djerba), Agosto-Settembre 2004
DJERBA, L'ISOLA DOLCE

Foto di Djerba

Cartina politica della Tunisia
A Djerba iniziano i profumi e i venti caldi della vera Africa
Foto di Djerba

DJERBA (TUNISIA)

dal 30 AGOSTO al 6 SETTEMBRE 2004
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La vacanza a Djerba è stata come un ritorno al passato, infatti ho accompagnato i miei genitori nella loro seconda luna di miele (festeggiavano le "nozze d'argento"). Partenza dalla Malpensa con un volo della "Livingston" (gruppo "Lauda Air"), ritorno con lo stesso aereo (questa compagnia ha aerei nuovi e il servizio a bordo è eccellente). Il clima di Djerba è molto caldo in estate, gli inverni sono parecchio miti; durante il nostro soggiorno, le temperature oscillavano fra i 36-40 gradi di giorno e 25-30 di sera (la temperatura era comunque sopportabile grazie alle costanti brezze che provenivano dal mare). La moneta in corso è il "Dinaro tunisino" (valore di circa 0,70 Euro), viene comunque accettato l'Euro. Il suolo di Djerba è arido e stepposo, il colore predominante è quello bruno della terra, vi sono però molte palme che rendono l'isola una sorta di grande oasi. Le case (chiamate "menzel") sono tutte basse, con grandi cupole rotonde, tipico della cultura araba; sono bianche con finestre e porte azzurre. Il bianco serve per respingere i raggi del sole, mentre l'azzurro e il blu servono per allontanare i numerosi insetti. Appena scesi dall'aereo, ci siamo immediatamente resi conto di essere in Africa; l'escursione termica dovuta al caldo esterno, ha fatto fumare la fusoliera del velivolo. Si atterra direttamente a fianco del mare, il panorama è incredibilmente spoglio di case, quasi completamente desertico. L'aeroporto è anch'esso bianco ed è nuovo (in alcuni punti era ancora in costruzione). Attualmente, per entrare in Tunisia, basta la carta d'identità valida per l'espatrio e, per il visto d'uscita dal paese, bisogna riconsegnare un tagliandino che viene distribuito e compilato coi dati personali durante il viaggio di andata (da non perdere). L'hotel della nostra permanenza (LTI Djerba Holiday Beach, con clientela quasi completamente tedesca) era nella zona turistica di Sidi Mehrez (scritto pure Sidi Mahrez o Sidi Mahres), sulla costa nord-orientale dell'isola, a circa trentacinque minuti di pullman dall'aeroporto. Qui si condensa la maggior parte delle strutture ricettive di Djerba, le spiagge sono infatti ben curate e di sabbia bianca. La spiaggia di Sidi Mehrez, in località Midoun, è molto lunga, bagnata da un mare sostanzialmente basso e pulito; al mattino è sempre più limpido del pomeriggio. Quando c'è parecchio vento e le acque sono mosse, ci sono un po' di alghe, che sono però naturali e non certo dovute all'inquinamento. Quando invece il mare è calmo, soprattutto al mattino, grazie al suo fondale di sabbia bianca, assume una limpidezza incredibile e un colore verde-turchese, che fa capire di essere in un posto più esotico dei nostri. Ad ogni modo penso che sia allo stesso livello di Sicilia e Sardegna, l'unica differenza sta nel fatto che le acque mediterranee dell'isola sono costantemente calde grazie al clima africano. La spiaggia è spesso affollata da cavalli e dromedari, sui quali, per pochi dinari, è possibile fare un giro. Se siete in vacanza al LTI Holiday Beach o nei dintorni, non fatevi fregare da un ragazzo con un falco sul braccio, perché con la scusa di farvi una foto con il suo pennuto, vi spillerà 5 o 10 Euro. Durante il soggiorno abbiamo fatto due escursioni: il giro dell'isola in pullman (o meglio pulmino) e la visita in barca all'Isola dei Fenicotteri. Il giro di Djerba è stato interessante; come prima tappa ci siamo diretti verso sud, fino ad arrivare al Ponte Romano che collega l'isola al resto della Tunisia. Abbiamo successivamente proseguito verso la zona sud-ovest, dove si incontra la cittadina di GUELLALA, rinomata per la produzione di ceramiche e di manufatti in terra cotta. Abbiamo visitato un negozio con relativo laboratorio, dove venivano prodotti all'istante vasellami vari. A Guellala c'è anche un grande museo degli usi e dei costumi arabi, della popolazione locale; il museo è arroccato sopra ad un promontorio, dal quale si vede l'asprezza e il fascino del paesaggio di Djerba. In direzione nord, prima di raggiungere il capoluogo amministrativo (Houmt Souk), ci siamo fermati alla superba SINGAGOGA EBRAICA EL GHRIBA, nel villaggio di Hara Sghira. La sinagoga è molto famosa perché, oltre ad avere bellissime decorazioni e arcate colorate nell'interno, custodisce la "Torah" più vecchia del mondo. L'esterno dell'edificio religioso ebraico è invece tutto bianco con le consuete finestre e porte azzurre; nelle vicinanze, si può anche vedere una tipica moschea araba, che probabilmente non si può visitare. Saliti sul pullman, abbiamo raggiunto HOUMT SOUK, chiamata così perché è la città dei "souk", ossia dei mercati. E' la città più grande di Djerba, o più correttamente, l'unica città di Djerba; la sua popolazione è di 50.000 persone. Le attrattive maggiori sono appunto i mercati e mercatini all'aperto, qui si vende un po' di tutto, dal vasellame alla bigiotteria, dai tappeti alle spezie, dagli abiti ai fiori e così via. Le vie principali sono costellate di bazar, dove è impossibile osservare per più di qualche istante la merce esposta, per colpa della noiosità dei negozianti e venditori ambulanti, che vogliono a tutti i costi farti comprare qualsiasi cosa. Se fate acquisti in Tunisia, ricordatevi sempre di contrattare qualsiasi prezzo, diminuendo la richiesta iniziale fino al 50%. Molto caratteristiche sono le ceramiche e le terre cotte esposte per strada; assai interessante è stata la visita ad una cooperativa di tappeti, abbiamo osservato le donne tunisine al lavoro (pensate che per alcuni tappeti, vengono impiegati fino a nove mesi di lavorazione manuale). Le uniche donne locali che ho visto sono state quelle della fabbrica di tappeti; in giro si vedono solo uomini (le donne nordafricane e arabe hanno ancora poca libertà e sono spesso obbligate a stare in casa). Con l'escursione in barca all'Isola dei Fenicotteri, abbiamo potuto vedere e vivere un mare incontaminato e un paesaggio d'altri tempi. Quest'isoletta è praticamente il prolungamento della penisola di Rass Rmel, nella parte nord di Djerba. E' così chiamata perché la sua unica popolazione consiste nei fenicotteri rosa che vanno a svernare nei mesi relativamente più freddi. Siamo partiti con una barca (veliero in stile pirata) dal porto di Houmt Souk e dopo una buona ora di navigazione, in cui abbiamo potuto ammirare alcuni delfini in libertà, siamo arrivati. E' una lingua di sabbia bianca, con piccole dune e priva di vegetazione, che si estende per circa un chilometro ed è larga non più di mezzo. Il mare è davvero bellissimo, caldo, trasparente, di un verde giada; è incredibile essere in un luogo dove non abita nessuno e vedere una lunga spiaggia deserta che sembra non terminare mai. Le uniche costruzioni presenti, sono delle capanne con delle panche in legno, adibite a ristorante per i turisti. Qui abbiamo mangiato del pesce freschissimo, al ritmo dei canti e del cabaret, proposti dagli stessi camerieri che avevano cucinato per noi (veramente speciale il thè verde tunisino, a fine pasto). Djerba è la più estesa isola del Nord Africa con i suoi 514 km quadrati ed è una meta soddisfacente per il medio-corto raggio.

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Djerba: contesa fra la storia e l'epica, fra le dominazioni
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Cartolina-cartina di Djerba


TUNISIA, diario di viaggio di Djerba

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