GRECIA: ATENE e CORINTO (Dicembre 2006)
-Natale in Grecia- ATENE & CORINTO (dal 22/12 al 27/12 2006)
 
  • PREMESSA:
    Vai alle note politiche e geografiche della Grecia
    Nello stranamente mite inverno del 2006, precisamente nella settimana natalizia, mi sono recato ad Atene, in Grecia, per ammirare le meraviglie che la città custodisce. Atene è una delle città più antiche e famose del mondo: questa città, che oggi conta nell'area metropolitana più di tre milioni e mezzo di abitanti, un tempo era molto più piccola, però era fra le maggiori potenze del mondo antico. Il viaggio è durato complessivamente cinque giorni interi. Sono partito con Morgana dall'aeroporto milanese della Malpensa, il volo di andata e quello di ritorno sono stati effettuati con la compagnia inglese "Easy Jet" (che opera con Airbus nuovi, però accumula spesso ore di ritardo). Per arrivare all'aeroporto internazionale di Atene il viaggio dura all'incirca due ore e mezza. Da qui, per arrivare in centro città, basta prendere il bus numero 94, che parte proprio davanti agli arrivi, poi una volta giunti al capolinea ("Ethniki Amyna"), si scende in metropolitana e si va in ogni angolo di Atene. Al ritorno ci siamo invece serviti del treno (ferrovia suburbana): si deve andare fino al capolinea della metro blu (ossia "Doukissis Plakentias"), poi da lì si prende il treno che porta all'aeroporto (con frequentissime corse). I mezzi ad Atene sono eccezionali, la metropolitana è nuova di zecca (messa a lucido e risistemata per le Olimpiadi del 2004) con stazioni ampie, modernissime ed alcune avveniristiche; i bus di superficie non vi lasceranno mai a piedi, come pure i tram. E per chi non conoscesse il greco (come me)? Non c'è problema è tutto scritto con la traduzione con i nostri caratteri, le parole greche infatti sono traslate in una specie di inglese. Chi pensa che l'inverno greco sia estremamente mite, visto le elevate temperature in gran parte dell'anno, si sbaglia; nei giorni in cui eravamo in vacanza c'era il sole, però le temperature oscillavano tra 5 e 10 gradi massimo. Per cui anche se sembrerebbe assurdo, faceva quasi più caldo a Milano quando siam partiti. C'è però da precisare che i periodi di freddo ad Atene non sono lunghi come da noi nel Nord Italia. Noi siamo stati nella settimana natalizia, per cui abbiamo potuto apprezzare tutti gli addobbi presenti in città e abbiamo scoperto che la popolazione greca, pur non essendo cattolica, bensì di religione ortodossa, festeggia il Natale con la stessa enfasi con cui lo festeggiano gli italiani. Abbiamo soggiornato presso l'"Hotel Marina Athens".

  • ATENE:
    1° giorno -22 Dicembre 2006-
    Dopo il viaggio in aereo siamo arrivati col bus e la metro fino in centro città. Il nostro hotel si trovava vicino alla piazza chiamata "Omonia", proprio nel cuore di Atene, nel centro più vecchio della città. In Omonia c'è la fermata omonima della metropolitana. Questa zona di Atene rispecchia le antiche tradizioni greche, fatte di vie strette (alcune nemmeno troppo pulite), con vetusti ciottolati, mercatini all'aperto e numerose rosticcerie che vendono cibi greci e cibi di stampo prettamente mediorientale. Comunque non mancano negozi moderni, fast food e grandi store (come l'"Hondos Center"). Atene è una città caotica, affollata, confusionaria, trafficatissima e soffocata dalla smog; l'andamento cambia soltanto nelle aree archeologiche, in cui regna invece quiete, storia, verde e tranquillità. Atene possiede qualche quartiere vecchio, alcuni dei quali mal tenuti e un po' sporchi, mentre la zona più bella e vitale è "Syntagma" (simbolo della nuova città). Un curioso fenomeno, riscontrabile in tante vie della metropoli, è la concentrazione di cani randagi che girano (essi non sono pericolosi, non mordono e prediligono i luoghi più significativi di Atene, come ad esempio quelli più visitati dai turisti).
    2° giorno -23 Dicembre 2006-
    Di mattina presto siamo andati immediatamente nel luogo simbolo di Atene, dove ogni altra cosa perde di significato al suo cospetto: la mitica "Acropoli". Data l'ora (le nove del mattino) c'era ben poca gente, per cui siamo riusciti a gustarci lo spettacolo con molta calma. L'ingresso all'Acropoli (fermata della metropolitana "Akropoli", linea rossa) costa circa 12 Euro, valido oltre che per l'Acropoli, anche per tutti i siti archeologici di Atene, in più nei giorni di giovedì e domenica è gratuito (questo almeno quando c'eravamo noi). Ovviamente il giovedì e la domenica sono tutti gratuiti gli ingressi nelle aree archeologiche; ad Atene viene promulgata la cultura, a differenza dell'Italia, dove mai e poi mai si sognerebbero di mettere qualcosa a gratis. Una volta entrati nell'area dell'Acropoli la prima cosa che si vede è il grandioso "Teatro di Dioniso" ("Theater of Dionysos"), a tratti ancora integro, dotato di un'ottima acustica (costruito intorno al VI secolo a. C. ma compiuto solo tra il I-II secolo d. C.). Questo teatro era il luogo delle rappresentazioni classiche: qui andavano in scena le opere di grandi drammaturghi, quali Eschilo, Sofocle, Euripide. Poteva ospitare fino a quindicimila persone nelle sue sedie di marmo. Dal Teatro di Dioniso, guardando in su, si vede la "collina sacra", sulla quale s'innalzano i più importanti monumenti del mondo occidentale, dominati dal "Partenone". Salendo le ripide scale di roccia, passando in mezzo alla vegetazione mediterranea, ci si avvicina sempre più alla zona in cui sorgono i più bei monumenti di Atene, ma prima si deve necessariamente fare sosta al "Teatro di Erode Attico" (la cui costruzione risale al 161 d. C. ed in estate ospita il "Festival di Atene"). Arrivati ai "Propilei", l'imponente ingresso alla zona dei templi, la porta per la "collina sacra", l'ingresso vero e proprio all'Acropoli, si iniziano a percepire i primi brividi, che non sono di freddo, ma causati dalla grandiosità di ciò che si sta osservando. Davanti ai Propilei, o meglio di sotto, si estende la città di Atene, che da qui è scrutabile con panorami da cartolina (si capisce la grande concentrazione di case, una a ridosso dell'altra, e si nota che il colore predominante di esse è il bianco). Alla destra del possente ingresso si intravede anche l'"Agorà" (di cui se ne parlerà più avanti). I Propilei furono lasciati parzialmente incompiuti a causa dello scoppio della guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta (431 a. C.) e sono costituiti da un'entrata, fiancheggiata in entrambi i lati da sei colonne doriche (alte 8,80 m ciascuna), con l'aggiunta di alcune colonne ioniche (di oltre 10 m), così da formare un ampio rettangolo. Vennero in gran parte distrutti nel 1640 e vennero ricostruiti dal 1909 al 1917. Alla sinistra dei Propilei, per cui alla destra dell'osservatore, è presente il piccolo "Tempio di Atena Nike" (che purtroppo era smontato ed in restauro quando siamo stati noi). Passato il portico dei Propilei si apre nella sua magnificenza l'Acropoli e spunta subito il Partenone. Questo tempio, eretto nel 447-438 a. C. e dedicato ad Atena Parthenos, è il simbolo incontrastato di tutta la nazione, ha una bellezza e un fascino che prendono alla gola e lasciano senza parole. Il tempo non ha distrutto l'armonia del Partenone, anche se venne in passato saccheggiato e privato di alcuni pezzi da folli scopritori nordeuropei (alcuni capitelli, decorazioni e fregi del Partenone si trovano infatti al British Museum di Londra e mi auguro che un giorno possano fare ritorno in terra ellenica). Altri fregi, staccatisi dal sontuoso tempio, si trovano fortunatamente nel "Museo dell'Acropoli", posto proprio dietro al Partenone (Il "Nuovo Museo", riconoscibile dalle sue lucenti vetrate, avrebbe dovuto essere terminato nel 2004, ma è ancora in lavorazione ed è di fronte all'uscita della metropolitana, fuori dal complesso del sito archeologico). Il tempio poggia su una base di marmo a tre gradinate, lunga circa 72 m e larga 34 m. Le quarantasei colonne esterne, di cui otto per ogni facciata, sono alte 10,50 m e sono in stile dorico. Il tetto non esiste praticamente più, mentre il fregio esterno e il fregio interno (dei quali rimane ben poco; quelli caduti sono nel Museo dell'Acropoli, mentre altri, come già detto prima, furono saccheggiati) erano ideati per la gioia degli dei. Per descrivere il Partenone gli aggettivi si sprecano: fantastico, splendido, favoloso, straordinario, ma l'unica cosa da fare è vederlo con i propri occhi e fotografarlo per sempre nella propria mente. Alla sinistra del Partenone sorge l'"Eretteo", costruito dal 421 al 406 a. C.; la sua particolarità sta nelle colonne, scolpite a figura di donna, le famose "Cariatidi" (oggi le Cariatidi originali sono ritirate nel Museo, di conseguenza quelle del tempio sono riproduzioni). Le due diverse parti dell'Eretteo sono dedicate rispettivamente ad Atena e Poseidone; il portico settentrionale ha colonne ioniche. L'Acropoli è colossale, tutta bianca (con ovunque i pezzi candidi e sparpagliati di capitelli, marmi e materiali di costruzioni), illuminata dal sole. Dall'alto dell'Acropoli, ove vi sono diversi punti panoramici, si ammira a trecentosessanta gradi tutto il panorama di Atene, e si percepisce una strana ed appagante sensazione, come se la realtà fosse mutata in qualcosa di diverso dal quotidiano, come se il turista fosse catapultato in una dimensione storica così antica e importante, così affascinante e suggestiva, quale era quella dei miti greci. Stupisce per la sua bellezza, ma stupisce anche pensare a come gli antichi Greci abbiano fatto a costruire simili monumenti, così enormi, sopra ad una collina di roccia, alta e impervia (come abbiano fatto a portare in cima i materiali e come abbiano potuto scavare e decorare la roccia con tanta maestria). L'Acropoli si vede in svariati punti della città, essendo rialzata la si nota benissimo da varie angolazioni e di sera, osservarla illuminata, è una visione suggestiva ed emozionante. L'Acropoli, qualche centinaio di anni fa, quando l'uomo non aveva ancora una minima idea del valore dell'arte, venne adoperata per gli usi più disparati (il Partenone venne addirittura usato come polveriera per ritirare le armi). Ai tempi nostri, per fortuna, è ovviamente dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Fuori dalla recinzione del complesso archeologico c'è un bel vialetto in cui è piacevole passeggiare, mentre davanti alla fermata della metropolitana si susseguono ristoranti, bar e negozi che vendono i souvenir ateniesi. Bisogna assolutamente provare la cucina tipica nei ristoranti locali (noi infatti abbiamo pranzato in un ristorante greco, assaggiando la tradizionale insalata greca e il formaggio feta). Nel pomeriggio ci siamo poi diretti al "Pireo", il grande porto di Atene, affacciato sul Golfo Saronico (insenatura del Mar Egeo). Con la metropolitana si arriva direttamente, infatti è un capolinea della linea verde (fermata "Piraeus"). Al Pireo c'è il tepore del mare, coi suoi colori azzurri, ci sono un sacco di imbarcazioni che portano nelle isole vicine ed è possibile pranzare o cenare nei punti di ristoro che si trovano nei dintorni. Alla sera siamo andati in Syntagma e, gironzolando per le vie adiacenti (zona di "Plaka"), abbiamo cenato all'"Hard Rock Cafe" (l'Hard Rock Cafe si trova tra lo spiazzo di Syntagma e alcuni parchi con radiosi giardini nei suoi paraggi, in una via piuttosto centrale). Sia della piazza in Syntagma che dei giardini ne parlerò più avanti.
    3° giorno -24 Dicembre 2006-
    Di mattina siamo andati a visitare l'"Agorà", l'antica piazza di Atene (infatti è spesso tradotta dal greco come "Antica Agorà"). In metropolitana si giunge fino alla fermata di "Monastiraki", poi da lì in cinque minuti a piedi si entra nel sito archeologico. La cultura rimbomba per l'Agorà, infatti è un luogo che riporta alla luce la vita quotidiana dei Greci, comprensiva delle attività politiche, commerciali, filosofiche, religiose e artistiche della gente. All'Agorà era solito parlare alla folla Socrate, ma si potevano incontrare anche altri grandissimi filosofi, autorità e personaggi della Grecia classica; nell'Antica Agorà nacque la democrazia. Appena si varca il cancello di ingresso si scorge l'imponenza del "Tempio di Efesto", il monumento meglio conservato di tutta la nazione. Il tempio era dedicato ad Efesto e Atena, presenta una sfilza di colonne doriche e ha un bellissimo fregio raffigurante le imprese di Teseo e di Eracle. Questo tempio dorico è pressoché intatto. Da quaggiù si nota anche l'Acropoli, che è meravigliosa da qualsiasi punto la si guardi. La parte più estesa dell'Agorà si trova sotto al Tempio di Efesto, cioè si scende un sentierino e si approda all'Agorà vera e propria, la zona in cui si trovava il mercato. Qui pullulano i monumenti, alcuni sono soltanto dei resti, mentre altri sono praticamente interi. Si possono ammirare la "House of Simon", il "Tholos" (che sarebbe una casa circolare, almeno questo lo si intuisce dagli scavi), la "Old Bouleuterion and Metroon" (una sorta di palazzo rettangolare); ancora più avanti, o meglio in direzione sud, ci sono la "Stoà di mezzo" o "Stoà Centrale" (costruzione che originariamente era lunga 150 m, della quale oggi rimane ben poco), l'"Odeion di Agrippa" (teatro costruito per Agrippa, ufficiale di Augusto, al cui esterno si ergevano le statue dalla coda di serpente di giganti e tritoni; oggi restano solo due tritoni e un gigante) e il "Ninfeo" (le rovine del Ninfeo, ossia una casa-fontana del II secolo, ci sono ancora, anche se ai giorni nostri sono sormontate da una chiesa bizantina). Sul fianco destro dell'Odeion si nota la lunghissima "Stoà di Attalo", che, ricostruita, ospita il "Museo dell'Agorà". Nei pressi di tutto questo splendore si vedono resti di capitelli e colonnati ovunque: ogni passo compiuto equivale a centinaia di anni di storia. Quest'area stupisce per la sua grandezza, è tutto tenuto benissimo, è tutto quanto verdeggiante e rilassante. Subito dopo abbiamo preso le metropolitana e siamo scesi all'Acropoli; a piedi, sfilando alla destra della cancellata d'ingresso, si arriva al sito archeologico in cui sorge il "Tempio di Zeus Olimpio" (scritto anche "Tempio di Zeus Olimpo"). Appena prima di entrare si nota l'"Arco di Adriano", sul quale l'imperatore Adriano fece incidere sui lati ovest ed est le seguenti frasi, per distinguere la città vera da quella leggendaria: "Questa è Atene, l'antica città di Teseo" e "Questa è la città di Adriano e non più quella di Teseo". L'Arco di Adriano possiede colonne corinzie come abbellimento. Il Tempio di Zeus è a mio parere la cosa più bella di Atene dopo l'Acropoli. Ha un fascino infinito, è la classica icona greca che un viaggiatore spera di vedere nella terra degli dei. Delle sue superbe centoquattro colonne corinzie, oggi ne rimangono soltanto sedici e si capisce quanto grande potesse essere. Nel 1852 cadde l'ultima colonna, la quale ancora oggi si adagia sul prato. Adriano dedicò il tempio a Zeus, conosciuto dai Romani come Giove, il re degli dei. Iniziato approssimativamente intorno al 515 a. C., nel II secolo d. C., più precisamente tra il 129 e il 131, il tempio venne finalmente completato da Adriano (che amava la cultura greca). Il tempio richiama gli scatti fotografici, infatti in determinate condizioni meteo, cioè col cielo terso e col sole che lo illumina, vengono fuori delle meravigliosi foto. Il tempio si staglia nel mezzo di un grande prato, ove abbiamo avuto la fortuna di adocchiare un paio di pappagallini verdi. Gli ingressi all'Agorà e al Tempio Zeus Olimpio, essendo domenica, erano gratuiti come avevo già asserito in precedenza. Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro in "Piazza Syntagma" ("Plateia Syntagma"), che, come già accennato prima, è la zona più giovane, vitale e dinamica della città, infarcita di negozi e svaghi. La piazza era tutta decorata per le festività natalizie, con banchetti e giostrine. In Syntagma (fermata omonima della metro; questa stazione della metropolitana è forse la più grossa e scintillante della capitale ellenica) c'è il "Palazzo del Parlamento Nazionale", un edificio giallo e bianco, costruito nel 1842 per ospitare Otto, primo re della Grecia dopo l'Indipendenza. Dall'altra parte della piazza, avendo il Palazzo del Parlamento alle spalle, c'è una via commerciale, piena zeppa di negozi e store, dove diventa persino difficile camminare per la tanta calca di persone. Proseguendo alla sinistra del Palazzo del Parlamento si costeggiano i "Giardini Nazionali", molto grandi e curati, ove si possono trascorrere ore di calma in mezzo al verde. Essi sono uniti ai "Giardini Zappeion" e, quando li abbiamo visitati, erano pieni di addobbi, ornamenti ed intrattenimenti per il Natale. I giardini prendono il nome dal "Palazzo Zappeion", costruzione neoclassica che ospita conferenze internazionali. Davanti allo Zappeion c'erano diversi intrattenimenti natalizi per i bambini, come riproduzioni di casette di zucchero, di casette dei folletti e di fantocci di neve. Nei Giardini Nazionali come nei Giardini Zappeion si nota con piacere un'impeccabile organizzazione, sia per la pulizia e la manutenzione della vegetazione mediterranea, che per la presenza di ottimi bar e punti in cui poter mangiare. Un viale alberato ("Leof. Vasilissis Olgas") divide i Giardini Nazionali (parte sud del parco) dal Tempio di Zeus Olimpio. Dopo la pausa nei Giardini Zappeion, siamo tornati nuovamente in Acropoli. Essendo il giorno gratuito abbiamo approfittato facendo un secondo giro sulla "collina sacra"; abbiamo fatto altre foto e siamo entrati nel Museo dell'Acropoli. In esso sono contenute le Cariatidi originali e meravigliose statue della civiltà greca, alcune delle quali in marmo e raffiguranti per la maggior parte gli antichi dei greci. Una fra le più conosciute statue ivi presente è il "Moscoforo" ("Portatore di vitello"), scultura arcaica che raffigura un uomo che porta un vitello da offrire in sacrificio ad Atena. Alcune opere erano decorazioni prese dai pezzi staccatisi dal Partenone e dagli altri monumenti esterni. Di sera abbiamo cenato in un locale nel quartiere di Monastiraki, dove abbondano locali serali, ristoranti, bar e luoghi di divertimento.
    4° giorno -25 Dicembre 2006-
    Natale ad Atene. Di mattina siamo andati nella zona balneare della città. Con la metropolitana siamo scesi a Syntagma e da qui abbiamo preso il tram che porta alle spiagge. La spiaggia che abbiamo scelto si chiama "Edem Beach", in quanto era segnalata con la bandiera blu sulle mappe dei mezzi pubblici cittadini. Attraversando Atene si scrutano molte chiesette bizantine, una delle quali proprio vicino alla fermata del tram per la spiaggia. Il mare è l'Egeo, per l'esattezza il Golfo Saronico, le acque sono verdi e la sabbia dell'arenile è chiara. La spiaggia è libera, ampia e presenta qualche palmetta. La mattinata trascorsa al mare era prettamente invernale, con freddo e cielo grigiastro; però, nonostante questo, c'erano alcune persone che facevano il classico bagno di Natale (davvero temerari, poiché il mare era certamente gelido). Dopo un veloce pranzo, a base di snack comprati in un minimarket, siamo tornati in centro. Ci siamo quindi diretti nella parte posteriore del Tempio di Zeus, la quale si presentava in apparente stato di abbondano. Infatti avrebbe dovuto essere riaperta nel 2004 dopo restauri, ma era ancora chiusa. Dalla cancellata abbiamo comunque osservato il "Muro di Valeriano" del III secolo d. C., facendoci strada fra le sterpaglie. A questo punto siamo andati nuovamente in Piazza Syntagma, abbiamo fotografato il Palazzo del Parlamento, e abbiamo assistito alla consuete parata dei soldati "evzone" che fanno al guardia al palazzo e alla tomba del "Milite Ignoto". Nel proseguo della giornata ci siamo indirizzati con la metro a Monastiraki. Oltrepassando il piazzale della stazione della metropolitana, si transita in una zona ricca di vie assai carine e si approda fino alla "Libreria di Adriano" (o "Biblioteca di Adriano") con le sue colonne corinzie. Da qui iniziano ad intensificarsi gli scavi archeologici e sbucano dalla strette vie alcune case colorate, che ricordano vagamente il Centro America, anche se con Atene non c'entrano proprio nulla. Arrivati sin qui, non si può mancare la visita del "Foro romano" con la "Torre dei Venti". Il Foro risale al I secolo d. C., quando i Romani vi trasferirono dall'Agorà la piazza del mercato di Atene. Questa piazza è più piccola della precedente ed è circondata da bassi colonnati in marmo. Sempre nelle medesima area si staglia la Torre dei Venti, robusta torre ottagonale, eretta dall'astronomo siriano Andronikos Kyrrestes nel 50 a. C.; essa è ornata su ogni lato da allegorie dei venti. L'ingresso ovest al foro è presieduto da una porta monumentale con quattro colonne, realizzata con marmo pentelico per volere di Giulio Cesare e Augusto nell'11 a. C., chiamata "Porta di Atena Archegetis". Dopo esserci fermati ad osservare la "Fetiye Mosque" (scritta anche "Fethiye Mosque"), una delle tante chiesette in stile bizantino, abbiamo percorso "Panathenaic Way" (strada ciottolata che costeggia le retrovie dell'Agorà). Salendo per questa via, fiancheggiata da sassi e reperti dell'antica Grecia (così da sembrar uscita da una puntata del cartone animato "Pollon"), che unisce di fatto l'Agorà alla collina su cui sorge l'Acropoli, dopo essere transitati in mezzo ad una boscaglia, siamo arrivati alla "Collina dell'Areopago". Dalla Collina dell'Areopago si gode di un panorama inimitabile, fatto di verde e architettura ateniese: si vedono l'Acropoli, l'Agorà e lo sguardo si perde sui rigogliosi pendii della "Collina di Filopappo". Faticando ancora un po', scalando qualche masso e arrampicandosi su qualche scalinata, si giunge allo spettacolare "Osservatorio nazionale di Atene", dal quale è ancora tutto più suggestivo da scrutare. I massi sono di colore bianco, per cui il contrasto col cielo è molto forte e dà la sensazione che la collina sia ben più alta del reale, cioè sembra la vetta di qualche montagna. Nella serata abbiamo preso la metropolitana in direzione "Kifissia" per cercare di cenare in qualche ristorante, ma erano tutti chiusi per il Natale. Allora, un po' rammaricati, abbiamo mangiato in un fast food di "Plateia Omonia".
    5° giorno -26 Dicembre 2006-
    Escursione a Corinto (tradotto dal greco come Korinthos). Dal capolinea della metropolitana blu Doukissis Plakentias partono i treni per Corinto con cadenza di nemmeno un'ora l'uno dall'altro; essi sono veramente nuovi, puliti e soprattutto puntuali. Complimenti alla Grecia, che ha senz'altro superato l'Italia per la qualità dei trasporti. Il paesaggio nel tratto tra Atene e Corinto (e viceversa) è arido con colline ed alture rocciose, la poca vegetazione è per lo più arborea (con alcuni aranceti). Avvicinandosi a Corinto il mare offre splendidi scorci naturalistici. Quando siamo partiti da Atene per andare a vedere il "Canale di Corinto" la giornata era molto fredda con un leggero piovischio, mentre a Corinto abbiamo trovato un bel sole, però con parecchio vento. La sera, dopo essere tornati dalla gita al Canale di Corinto, siamo andati con la metro fino all'enorme centro commerciale "The Mall", alla periferia di Atene. Esso è un sorprendente raggruppamento di negozi, disposti su alcuni piani (mi sembra di ricordarne almeno tre), con boutique di moda e articoli vari, ove tutto è nuovo e luccicante. Ci sono negozi di ogni genere e numerosissime tavole calde, tutte quante site all'ultimo piano. Il centro commerciale The Mall si trova proprio davanti al complesso olimpico ("Athens Olympic Sport Complex") dove si svolsero le Olimpiadi nel 2004, infatti si distinguono perfettamente tutte le avveniristiche infrastrutture (fra cui lo spazioso stadio) che vennero realizzate per quell'occasione (la fermata della metropolitana è "Irini", linea verde direzione Kifissia). A questo punto, dopo aver ripreso la metro in direzione opposta, siamo scesi ad un paio di fermate di distanza da The Mall e abbiamo cenato in una pizzeria (nella quale sembravano poco avvezzi ad avere clientela straniera, però la pizza era gustosa).
    6° giorno -27 Dicembre 2006-
    Ultima metà giornata di vita ateniese: sfruttando ancora gli ingressi residui che avevamo dal biglietto di entrata nell'Acropoli, ci siamo diretti a "Kerameikos", l'antico quartiere dei vasai. In questa zona di scavi nella parte nord-occidentale della città vecchia (si arriva in pochi minuti a piedi scendendo alla fermata della metropolitana di Monastiraki) non vi sono edifici di particolare importanza; tuttavia vale la pena di visitarla. Vi è un piccolo museo e una suggestiva via con tombe e resti di mura e portali. Le mura esterne dell'antica Atene, costruite intorno al 478 a. C. da Temistocle e poi rafforzate da Licurgo nel 330 a. C., attraversano Kerameikos. Guerrieri e sacerdotesse passavano di qui per recarsi ad Atene, però Kerameikos era anche zona di attività illecite, per esempio era ritrovo di prostitute, strozzini, rivenditori di vino ed alcolisti. Il sito è formato fondamentalmente da due vie principali: la "Via Sacra" e la "Via delle Tombe" o "Strada delle Tombe". Appena si varca l'ingresso, ci si trova di fianco al "Museo di Kerameikos", nel quale siamo entrati e nel quale abbiamo apprezzato resti di tombe greche e tantissimi oggetti fra cui vasellami, utensili, ceramiche e terre cotte che riproducevano le attività di vita quotidiana degli abitanti di Atene. A questo punto, scendendo qualche gradino, si arriva nella Via delle Tombe, ossia il vetusto cimitero. Qui bisogna assolutamente visitare la "Stele di Demetria e Pamfilia" (scritta anche "Stele di Demetria e Pamphile"), le "Tombe dei guerrieri", la "Tomba di Dionisio di Kollytos" (riconoscibile grazie alla statua di marmo di un toro sopra di essa), la "Tomba di Dexileos" (tomba con lapide in marmo del giovane cavalieri morto nel 394 a. C.) e la "Stele di Hegeso" (stele fra le più belle dell'arte antica, in cui la defunta è seduta ed estrae uno scrigno da una scatola; l'originale si trova al "Museo Archeologico Nazionale"). Alla destra del cimitero si snoda invece la Via Sacra, in cui spiccano vecchie mura ed un dedalo di stradine ricavate da pareti costruite con grosse pietre biancastre. L'insieme della Via Sacra, lungo 35 m e largo 12 e delimitato da due muri, così da creare una fortificazione per la via che scorre in mezzo e comincia dalla "Porta Sacra", cioè l'antico ingresso. Nel nucleo della via si osservano i resti del "Pompeiion" (o "Pompeion"), vale a dire la piazza in cui si svolgevano le solenni processioni religiose. Sempre nella parte centrale si staglia una chiesetta bizantina. Dopo di che abbiamo fatto un altro giretto al Teatro di Dioniso e poi nel primo pomeriggio ci siamo recati all'aeroporto per le pratiche di rientro in Italia (il ritorno è stato caratterizzato da cinque ore di ritardo, poiché su Milano Malpensa c'era una fitta nebbia).

  • CORINTO:
    -26 Dicembre 2006-
    Il viaggio in treno da Atene a Corinto dura circa un'ora, per cui è un'escursione che consiglio a chiunque si rechi nella capitale greca. La stazione ferroviaria di Corinto è a metà strada fra il famoso stretto ("Canale di Corinto" o "Istmo di Corinto") e l'abitato. Le rovina dell'"Antica Corinto", insieme alla roccia di "Acrocorinto", si trovano invece ad alcuni chilometri di distanza. Noi, per ragioni di tempo, abbiamo deciso di visitare soltanto il Canale. Nell'area di Corinto vi sono decine di aranceti, che producono succose arance, grandi e dall'ottimo aspetto; uno essi si trova sul fianco sinistro della stazione. Abbiamo preso un taxi dalla stazione e, in dieci minuti, siamo giunti al Canale. Esso è l'istmo che collega la Grecia continentale con il Peloponneso, agevolando il passaggio tra il Mar Egeo e il Mar Ionio (all'altezza del Golfo di Corinto). Per migliaia di anni i navigatori furono costretti a lunghi e pericolosi viaggi intorno alla penisola del Peloponneso per raggiunge lo Ionio. Da Alessandro Magno, agli imperatori Nerone e Caligola, tutti cercarono di scavare un canale, ma l'impresa riuscì soltanto ad alcuni ingegneri francesi nel 1893 che fecero saltare la roccia con la dinamite. A questo punto il Canale di Corinto era percorribile. Così facendo, le barche impiegano un'ora per transitare nei 6 km di stretto, risparmiando i 400 km che si dovevano percorrere prima della sua apertura. Il Canale è un'opera di grande impatto, di estrema intelligenza ingegneristica. Ha pareti lisce e ripide, è molto profondo (altezza di 52 m e profondità delle acque di 8 m) e il flusso d'acqua è abbastanza piccolo (23 m di larghezza), infatti non riescono a passare le grandi navi. Per osservarlo ci sono dei ponti che lo attraversano; quello principale, ossia il ponte stradale per il traffico automobilistico (mentre l'altro importante è quello ferroviario), ha un passaggio pedonale su entrambi i lati della strada, mentre in mezzo circolano i veicoli. Guardare in giù crea un effetto di vertigine, poiché sembra proprio di essere in bilico e di cadere da un momento all'altro (questo è per fortuna solamente un effetto, dovuto al fatto di essere praticamente sospesi nel vuoto). Passare dal Canale di Corinto ne vale senz'altro la pena, poiché è a dir poco spettacolare. Di fianco al ponte principale che solca il Canale, adiacenti ad un grosso parcheggio per auto, ci sono alcuni ristoranti (in uno di questi abbiamo pranzato). Nel pomeriggio siamo ritornati in taxi alla stazione e da lì siamo ripartiti per Atene.

    Guide: ATENE (TOP 10), a cura di Coral Davenport e Jane Foster, Mondadori, 2006.
    ATENE (guida del turista), a cura di Horst J. Becker, Antonio Vallardi Editore, 1971.
    GRECIA (guida del turista), a cura di Tove Ryle-Christensen, Antonio Vallardi Editore, 1967.

  • Foto di Atene (Acropoli / resto città) e Corinto (Canale di)
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    GRECIA, diario di viaggio di Atene e Corinto

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    La Grecia è antichità, è cultura, è mito, è patrimonio mondiale; Atene è l'esempio di tutto ciò...
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    Sito guida di Atene, in lingua inglese: ATHENS CITY GUIDE
    Sito guida di Atene, in lingua inglese e greca: ATHENS CITY GUIDE
    La compagnia aerea a basso costo: EASY JET