13/08/2010 - INTRODUZIONE, VIAGGIO DI ANDATA e BUENOS AIRES (Centro / Microcentro) La mia seconda volta in America Latina, dopo il Brasile del 2007, non poteva che essere nell'altro grande paese del continente: l'Argentina. Siamo partiti in una calda giornata di metà agosto, per andare incontro al rigido inverno argentino, difatti le stagioni nell'emisfero australe sono opposte rispetto alle nostre. Sapevo che faceva freddo ma non pensavo così tanto; il vento che arriva dall'Antartide spazza le pianure argentine e irrompe con tutto il suo carico di gelo fino nel cuore della capitale Buenos Aires. Ma facciamo un passo indietro: la partenza, insieme a Morgana, è avvenuta dall'aeroporto milanese di Linate, dopo uno scalo a Madrid Barajas, abbiamo preso la coincidenza per la capitale argentina. Per il ritorno abbiamo seguito il medesimo itinerario, invertito ovviamente, con scalo a Madrid, ma con destinazione finale Milano Malpensa. Il nuovo terminal 4 di Madrid Barajas è enorme, con un'architettura avveniristica, ma è anche tanto dispersivo; si pensi che per prendere il volo intercontinentale per Buenos Aires bisogna superare svariate rampe di scale mobili, prendere un trenino interno dell'aerostazione e passare due volte sotto i controlli (così facendo si rischia di perdere la coincidenza, cosa che a momenti ci capitava al ritorno). Come compagnia aerea ci siamo serviti di "Iberia", la quale effettua i voli di lungo raggio con possenti Airbus A340 quadrimotori con una portata di circa quattrocento passeggeri (il cruccio della compagnia di bandiera spagnola è quello dei ritardi e dello smarrimento bagagli). Il volo diretto da Madrid a Buenos Aires dura più o meno tredici ore. Per entrare in Argentina non serve nessun visto e non si devono pagare tasse né al momento dell'ingresso, né al momento dell'uscita dal paese. Siamo atterrati all'aeroporto internazionale Ministro Pistarini di Buenos Aires (chiamato anche aeroporto internazionale di Ezeiza) intorno alle 19 ore locali. Dopo un piuttosto veloce controllo documenti, abbiamo ritirato le valigie e siamo usciti. L'impatto climatico è stato abbastanza particolare, dalle nostre bocche usciva il fiato sotto forma di vapore acqueo per via dell'escursione termica tra il nostro corpo e il clima esterno, il termometro segnava 6 gradi ed il freddo era pungente (per noi italiani pensare al freddo invernale durante la metà di agosto risulta una cosa alquanto strana). In passato avevamo scavalcato il nostro inverno per andare alcuni giorni a cercare il caldo in qualche paese esotico, ma non avevamo mai fatto il contrario. Dopo questa iniziale situazione, diversa dal solito e piacevole proprio perché ci faceva sentire molto lontani da casa, abbiamo preso un taxi e ci siamo fatti portare nel centro di Buenos Aires, ove avevamo una prenotazione in un hotel in eccelsa posizione per visitare la città. Un taxi da Ezeiza al centro costa circa 170 Pesos, ossia più o meno 30 Euro, visto e considerato che il tragitto dura una quarantina di minuti e che la distanza è di circa quaranta chilometri, il prezzo non è poi così esagerato (i taxi in Argentina convengono). L'aeroporto si trova a sud-ovest rispetto il centro città. Il giorno del ritorno invece, tramite l'hotel, abbiamo prenotato un passaggio fino all'aeroporto con un'auto privata, risparmiando ulteriormente. Il clima invernale di Buenos Aires è simile a quello romano, anche se a volte ci sono giornate buie, fredde e nebbiose, insomma tipicamente milanesi. A Buenos Aires possono capitare parecchie giornate di freddo intenso, con valori termici sotto lo zero, con vento proveniente dalla parte asciutta della Patagonia, quindi con cielo limpido e sole raggiante. In generale è comunque un inverno sopportabile con temperature di luglio ed agosto comprese fra 0 e 14 gradi. L'estate è invece torrida ed asfissiante, per cui meglio le altre tre stagioni. Nel nostro viaggio abbiamo trovato un tempo tutto sommato soleggiato con i primi giorni particolarmente freddi (con termometro sui 10-12 gradi anche nelle ore più centrali della giornata e forte discesa delle temperature durante le ore notturne), poi via via è sempre stato un crescendo, con gli ultimi giorni nei quali si iniziava a percepire l'ingresso di aria primaverile, con valori pomeridiani massimi intorno ai 16-18 gradi. La diversità tra l'inverno del Nord Italia e quello della parte di Argentina che comprende Buenos Aires sta nella durata e nelle fasce giornaliere. Mi spiego meglio, a Buenos Aires e dintorni l'inverno dura meno che da noi e poi, anche se mattina, sera e notte a volte risultano essere molto rigide, nel pomeriggio la temperatura sale sempre almeno sui 10 gradi, quindi vi sono variazioni marcate fra le varie fasi del giorno. E' però luglio il mese più freddo e dalla seconda metà di agosto inizia un lento e confortevole cambiamento. Buenos Aires, oltre ad essere la capitale dell'Argentina è anche una delle metropoli più grandi del Sud America: la sua popolazione sfiora i tre milioni di abitanti, ma se si prende in considerazione l'aerea metropolitana lievita fino ai tredici milioni di persone circa.
14/08/2010 - BUENOS AIRES (Centro / Microcentro) Dopo una rapida colazione siamo usciti in strada di mattina presto per iniziare a girovagare in lungo e in largo per la città. Se la sera precedente, appena siamo scesi dell'aereo, i 6 gradi ci sembravano pochi, la prima mattina è stata traumatica. C'era un sole splendente ma c'era un vento freddissimo e la temperature era di qualche grado sotto lo zero. Nonostante ciò, ben imbacuccati, ci siamo subito diretti nella zona di Puerto Madero. Il nostro hotel era infatti in una posizione strategica, a due passi da Calle Lavalle e poco distante da Puerto Madero. Prima di proseguire col racconto della vacanza, vorrei appuntare qualche peculiarità. Vivere, spostarsi e fare shopping nella capitale argentina è senz'altro meno caro che in Italia. I mezzi pubblici della città hanno prezzi stracciati, una corsa con la metropolitana costa 1,10 Pesos; anche i taxi costano poco, soprattutto per muoversi in centro. Il mezzo più efficace è la metropolitana, che, grazie alle sue sei linee di colori differenti, serve ogni luogo importante della città, invece gli autobus urbani (i "colectivos"), avendo colori e numeri diversi e non avendo sempre la destinazione finale segnata, possono mettere in confusione. Per gli spostamenti all'interno dell'Argentina il mezzo migliore è senza ombra di dubbio il pullman; dalla stazione delle autolinee di Buenos Aires (Terminal de Ómnibus de Retiro) ve ne sono in partenza per ogni meta del paese. Gli automezzi che vengono utilizzati sono sempre pullman gran turismo di ultima generazione, con posti super comodi, larghissimi, con caffè e merende in omaggio, dotati di servizi igienici e a volte anche di televisione (noi italiani ci scordiamo un lusso del genere per i trasporti in corriera). La nota dolente della capitale è il traffico, che intasa le vastissime strade cittadine: anche se vi sono parecchie corsie per senso di marcia, le vie di circolazione sono sempre ingorgate di auto (per non parlare delle autostrade appena la di fuori di Buenos Aires, che dire che siano in ogni istante congestionate di traffico è un eufemismo). Una particolarità che riguarda il parco auto dei porteños, così si chiamano gli abitanti di Buenos Aires, è che in giro si possono vedere anche auto in pessime condizioni, vecchissime, alcune addirittura mezze rotte (ovvio che vi sono anche auto normali, ma queste spiccano perché sono semi-sfasciate). Un'altra particolarità della città che ho avuto modo di notare si scova all'interno di edifici e alberghi, laddove gli ascensori hanno una doppia porta, cioè hanno una porta esterna a soffietto di ferro, che va chiusa prima di chiudere la porta vera e propria dell'ascensore e usarla, cosa molto carina e dal fascino antico. Così com'è affascinante la linea blu della metropolitana (linea C), ove i treni hanno ancora le antiche carrozze dei primi del Novecento completamente in legno. Ancora una piccola curiosità, nonostante d'inverno faccia freddo, anche in maniera piuttosto marcata, molte case della capitale e, dell'Argentina in generale, sono sprovviste di termosifoni. Ma torniamo al diario di viaggio... Spostandoci sia a piedi, che in metropolitana, abbiamo iniziato il giro panoramico per Buenos Aires partendo da Puerto Madero e dintorni. Puerto Madero, grazie ad un moderno Porto, è il principale ingresso per navi e imbarcazioni che entrano in città dall'estuario del Rio de la Plata (talvolta scritto anche Rio della Plata ed in spagnolo scritto Río de la Plata), l'imponente e gigantesco fiume che passa per Buenos Aires e poi sfocia nell'Oceano Atlantico, dopo essersi allargato per svariati chilometri. Puerto Madero è dunque il quartiere portuale della megalopoli argentina, di recente costruzione, con grattacieli sfavillanti, lussuosi hotel, svariati ristoranti alla moda e il Puente de la Mujer, ponte dalle linee guide uniche ed inconfondibile, opera dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava (lo stesso delle avveniristiche sculture della Città delle Arti e delle Scienze di Valencia). Il Ponte Calatrava unisce le due sponde di Puerto Madero e crea due frequentatissime passeggiate sul lungofiume. Davanti a Puerto Madero scorre una strada assai trafficata, che si chiama Avenida Madero, nella quale svettano decine di bei palazzi che luccicano da lontano grazie alle vetrate di cui sono composti. Dietro a Puerto Madero si adagia invece un'oasi naturalistica chiamata Parque Natural y Reserva Ecológica, ove in estate si possono vedere innumerevoli di specie di uccelli che nidificano. Come si evince la zona di Puerto Madero, oltre ad avere i grattacieli più alti della città, dispone anche di parecchio verde, con alberi, aiuole e piante a volontà. Dopo aver gironzolato un po' ovunque per l'elegante quartiere portuale, abbiamo intrapreso Avenida de Los Italianos, quindi Parque Colón e siamo giunti fino alla parte posteriore della Casa Rosada. A questo punto, dopo pochi passi, eravamo nel cuore di Buenos Aires, in Plaza de Mayo. La piazza è l'emblema stesso della capitale argentina, infatti lo è sotto tutti i punti di vista, sia monumentale, che politico. Qui avvennero i maggiori episodi della storia recente della città, come i discorsi di Evita Perón, la manifestazione delle Madres de Plaza de Mayo (le Madri di Plaza de Mayo, ossia le madri dei dissidenti scomparsi durante la dittatura militare in Argentina tra il 1976 e il 1983), i tumulti della crisi del 2001-2002 e così discorrendo. Plaza de Mayo, costruita del 1580, con il suo obelisco al centro è la piazza principale di Buenos Aires. L'obelisco si chiama Pirámide de Mayo e ricorda la Revolución de Mayo del 1810. Oltre alla Casa Rosada, sulla piazza si affacciano alcuni fra gli edifici civili e religiosi più insigni della città, come il Cabildo de Buenos Aires, la Catedral Metropolitana, il Palacio de Gobierno, il Palacio de la Legislatura de Buenos Aires ed il Banco de la Nación (la Banca Nazionale). La Casa Rosada (il cui nome Casa Rosa deriva proprio dal suo colore) è il palazzo presidenziale, nonché la sede del potere esecutivo argentino, al suo interno hanno infatti sede gli uffici del Presidente della Repubblica Argentina. Il Cabildo de Buenos Aires, di colore bianco candido, ospita il Museo Histórico Nacional del Cabildo y de la Revolución de Mayo; in passato, tra il 1748 e il 1821, si gestivano al suo interno gli affari della città ed è stato il centro di dibattiti intellettuali circa l'indipendenza dell'Argentina. Il Palazzo del Governo, ovvero il Municipio di Buenos Aires, quindi la sede del sindaco, è un edificio bianco in stile neoclassico, posto accanto al Cabildo. La Cattedrale Metropolitana, dedicata alla Santissima Trinità, è la chiesa più importante della città; la facciata spicca per la serie di colonne corinzie. L'edificio della Legislatura di Buenos Aires, datato 1930, ha una torre ottagonale con orologio e cinque campane simboliche. La Banca Nazionale, il disegno del cui palazzo fu opera dell'architetto Alejandro Bustillo, è sormontata da un'imponente cupola, la più alta del Sud America all'epoca della sua costruzione, ossia il 1943. Da Plaza de Mayo parte Avenida de Mayo, cioè un lungo e vasto viale, delimitato da eleganti ed austeri edifici in stile neoclassico, art nouveau, liberty, eccetera. Avenida de Mayo termina poi in Plaza del Congreso. Va sottolineato che la mescolanza degli stili di cui ho appena parlato si vede un po' ovunque nei palazzi della capitale argentina. Plaza del Congreso è la piazza in cui si staglia il Palacio del Congreso de la Nación Argentina (Palazzo del Congresso Nazionale), datato 1906, costruito secondo le linee guide dello stile greco-romano e riconoscibile grazie alla sua poderosa cupola verde, alta ben ottanta metri. Attorno al Palazzo del Congresso Nazionale vi sono dei rinfrescanti giardinetti, peccato però che siano pieni di defecazioni di cani e che agli argentini non importi assolutamente niente di togliere tali escrementi da terra. Tutta l'area racchiusa tra Plaza de Mayo, Avenida de Mayo e Plaza del Congreso, forma il quartiere di Monserrat, ossia il centro vero e proprio della città. A questo punto abbiamo percorso Avenida Pte. Roque Sáenz Peña (Avenida Presidente Roque Sáenz Peña), via che dalla Cattedrale porta fino alla famosa Avenida 9 de Julio, vedendo i suoi palazzi barocchi. In Avenida Pte. Roque Sáenz Peña iniziano già ad esserci numerosi negozi, però niente a che vedere rispetto a ciò che si trova in Calle Florida e Calle Lavalle. Giunti in Avenida 9 de Julio siamo rimasti colpiti dalla grandiosità di questa strada, la più larga al mondo, con ben diciotto corsie per le auto, nove per senso di marcia (solo per attraversare la strada ci vogliono più di dieci minuti, a causa dei numerosi semafori). Avenida 9 de Julio è caratterizzata dall'immenso Obelisco, eretto intorno al 1936 per il quarto centenario della fondazione della città (l'Obelisco ha un'altezza di circa sessantotto metri, comprensivo del basamento, che a sua volta ha una larghezza di circa sette metri); esso è diventato nel corso del tempo uno dei simboli più amati di Buenos Aires. Insieme ai palazzi con le insegne pubblicitarie luminose (uno su tutti l'edificio con il logo della Mercedes), l'Obelisco fa da giusto corollario al movimento di Avenida 9 de Julio, donando alla città l'assetto inconfondibile di grande metropoli, addirittura la più vasta di tutto l'emisfero australe insieme alle città brasiliane di San Paolo e Rio de Janeiro. Avenida 9 de Julio è lunghissima e taglia la città ed interseca anche Calle Lavalle, per questa ragione ci siamo allora immessi sia in Calle Lavalle, sia in Calle Florida, per lasciarci trasportare da un po' di mondanità (Calle Florida incrocia a sua volta Calle Lavalle). Queste due vie sono il cuore pulsante nel centro di Buenos Aires, sono un mondo dentro al mondo, ove le parole d'ordine sono shopping e ristorazione. Sono le due vie di isola pedonale più frequentate dalle persone che decidono di fare due passi e fare compere, ed hanno un numero spropositato di negozi di ogni genere, megastore e magazzini, centri commerciali, cinema, ristoranti, tavole calde, bar, attrazioni varie e chi più ne ha, più ne metta. Qui non manca davvero nulla e se debbo essere sincero, non avevo mai visto tante vetrine e tanti negozi così ammassati e così ammiccanti. Oltre alla sfilza infinita di negozi, per tutta la lunghezza (o quasi) di Calle Florida, di giorno vi sono costantemente venditori di abbigliamento, giocattoli e altri oggetti proprio al centro della via, formando così un serpentone di merce esposta a terra. Anche la sera abbiamo sempre optato per queste strade per concederci una passeggiata, siamo andati a mangiare nei ristoranti, siamo andati al cinema, tutto in un breve tempo di percorrenza e sempre a piedi (una sera, a differenza del nostro usuale comportamento, siamo perfino andati in un ristorante discretamente elegante a cena e abbiamo ordinato una bistecca di manzo). A volte, nel tardo pomeriggio, o nelle prime ore serali, in Calle Florida sono presenti artisti di strada che ballano il tango; questo ballo argentino è emozionante da vedere in quanto fa trasparire nei ballerini fierezza ed eleganza (parecchi argentini hanno il tango nel sangue). Alle spalle di Plaza de Mayo, non lontano da Calle Florida, si adagia Calle Reconquista, la zona delle banche. In Calle Reconquista, oltre a grigi e freddi palazzoni che ospitano varie banche (come ad esempio il Banco Francés), abbiamo potuto osservare la graziosa Basílica de Nuestra Señora de la Merced. Invece nelle adiacenze di Calle Lavalle si trova Plaza Lavalle, ove si possono ammirare un rigoglioso parchetto ed altri antichi edifici, insieme al Palacio de Justicia (Palazzo di Giustizia in stile neoclassico risalente alla fine dell'Ottocento) e al mitico ed estremamente elegante Teatro Colón. Questo teatro è considerato come uno fra i più grandi del pianeta, la sua facciata principale è visibile da Plaza Lavalle e da Calle Tucumán, mentre l'altra facciata si allunga direttamente sui marciapiedi di Avenida 9 de Julio. L'inaugurazione del teatro ebbe luogo il 25 maggio 1908 con l'Aida. In zona Plaza Lavalle c'è anche il Teatro Nacional Cervantes, un altro fra i più validi teatri della capitale, segno della grande rilevanza culturale cittadina. Come tutti sanno Buenos Aires è la città del tango e degli spettacoli teatrali, due passioni che i porteños hanno da sempre e sono orgogliosi di possedere. I teatri sono continuamente ed assiduamente affollati di persone, quotidianamente vanno in scena splendide rappresentazioni.
15/08/2010 - BUENOS AIRES (Centro / Microcentro, Plaza San Martín / Retiro, Recoleta e Palermo) Al mattino presto, successivamente ad un veloce passaggio per Calle Lavalle e Avenida 9 de Julio, siamo andati in metropolitana fino alla fermata Callao (sia linea verde la D, che linea rossa la B), nel pieno del "barrio" Balvanera, ove abbiamo fotografato i palazzi di Avenida Córdoba, fra i quali spicca il Palacio de Aguas Corrientes, parecchio elaborato e dipinto con vivaci colori che oscillano tra l'oro, il giallo e il terra rossa di Siena. Ripresa la metro, ci siamo diretti nel quartiere di Plaza San Martín e del Retiro, nel pieno centro di Buenos Aires (le fermate della metropolitana, entrambe della linea blu la C, sono General San Martín e Retiro appunto). Il Retiro è un'immensa stazione dei treni della città, davanti ad essa c'è la stazione dei bus urbani, con un grande spiazzo dal quale partono i "colectivos" per ogni angolo della capitale, mentre poco più avanti c'è l'altra grande stazione, quella dei pullman di linea. Davanti alla stazione dei treni (Estación Retiro) svetta la Torre de los Ingleses, torre campanaria di mattoni rossi in stile palladiano, donata dalla comunità britannica a Buenos Aires nel 1916. Superato il piccolo parco della Torre degli Inglesi e attraversata Avenida del Libertador, ci si trova in Plaza General San Martín. Qui c'è un ombroso parco, al centro del quale fa bella mostra di sé la Statua di José de San Martín, militare argentino, celebre per aver contribuito all'indipendenza del suo paese. Attorno agli alberi del parco si trovano anche alcuni palazzi degni di nota, come: il Círculo Militar, il Palacio Haedo, il Palacio San Martín (esempio della fiorente Belle Époque argentina), il Centro Naval, per non parlare dell'Edificio Kavanagh, grattacielo di centoventi metri di altezza eretto negli anni Trenta del Novecento. Alle spalle dell'Edificio Kavanagh e della Torre degli Inglesi si iniziano ad intravedere le selve di grattacieli dell'area di Puerto Madero. Verso l'ora di pranzo abbiamo preso un taxi e ci siamo fatti portare nel pittoresco quartiere Recoleta. Per iniziare una visita a questo quartiere, la domenica ricco di bancarelle e mercatini (ove si può acquistare un po' di tutto, anche il famoso recipiente per bere l'infuso di mate, infuso di erbe usatissimo in Argentina), si può iniziare con il Palais de Glace (monumento in stile francese risalente alla Belle Époque) e la statua di fronte ad esso; poi si può proseguire per il Buenos Aires Design (edificio rosso, dedito alla ricerca di arti e moda, che presenta nella sua parte più bassa una serie di negozi e punti di ristoro, fra i quali pure l'Hard Rock Cafe). E' proprio attorno al Buenos Aires Design, in mezzo agli alberi e ai vialetti, che la domenica ci sono le bancarelle ed i banchetti. Se il mercatino è carino, i negozi, i bar ed i ristoranti del Buenos Aires Design sono decisamente accattivanti. La galleria commerciale, sopra la quale si estende l'edificio di colore rosso, è verniciata di giallo ed è fatta a portici (sotto i quali vi sono appunto gli esercizi e le tavole calde; qui abbiamo deciso di pranzare in una di queste moderne ed accoglienti tavole calde). Quest'area commerciale non è esagerata, è infatti silenziosa, riservata e ben inserita nel verde del quartiere della Recoleta. Ma la caratteristica principale del quartiere è senz'altro il Cementerio de la Recoleta (Cimitero della Recoleta). Esso è il cimitero monumentale per antonomasia di Buenos Aires, addirittura il più noto cimitero storico argentino. Qui vi sono le tombe e le statue funerarie di moltissimi personaggi noti argentina, fra cui spiccano le tombe della famiglia Paz e di Eva Perón. Visto che è un luogo in cui riposano i defunti, anche se è ricchissimo di statue e le tombe sono dei monumenti davvero di spicco, incute comunque un senso inquietante e sinistro (per un attimo, mentre si serpeggia fra i sentieri del camposanto, si perde la cognizione del tempo). Il Cimitero della Recoleta è presieduto dalla Basílica de Nuestra Señora del Pilar (Chiesa del Pilar). Appena più avanti, fuori dalle mura di cinta del cimitero, si trova la graziosa Plaza República del Paraguay, attorniata da alcuni alberi. Dalla strada di fronte a tale piazza abbiamo ripreso un taxi e ci siamo fatti portare fino in Plaza de las Naciones Unidas, ove sorge la Floralis Genérica, scultura metallica di un fiore, alta ben ventitré metri, che di giorno presenta i suoi petali aperti, mentre l'automatismo che li regola fa si che di notte siano chiusi come un vero fiore (veramente una trovata fantastica). La Floralis Genérica è opera dell'architetto argentino Eduardo Catalano. La verdissima piazza in cui si innalza la statua del fiore è delimitata dalla Facultad de Derecho de la Universidad de Buenos Aires (Università di Buenos Aires, Facoltà di Economia), resa austera dalla lunga serie di colonne doriche di cui si compone la parte frontale. La Floralis Genérica è accessibile da Avenida del Libertador e da Avenida Presidente Figueroa Alcorta, in una parte della città non lontana alle principali attrattive della Recoleta; per cui sia l'Università che il fiore sono vicine al Palais de Glace e al Buenos Aires Design. Nel pomeriggio, in metropolitana abbiamo raggiunto il quartiere di Palermo (le fermate principali sono Palermo e Plaza Italia, entrambe sulla linea verde, la D). Nei paraggi di Plaza de las Naciones Unidas le uniche fermate della metro sono Agüero e Bulnes, ancora della linea verde, la D, infatti noi, per raggiungere Palermo, abbiamo preso il treno della metropolitana proprio da Bulnes (eccellenti le decorazioni a mosaico sui muri della stazione). La nostra visita di Palermo è iniziata vicino al Jardín Japonés, con una sosta al Museo Evita in Calle Lafinur, museo dedicato alla vita di Eva Perón; poi è proseguito verso le adiacenze di Plaza Italia, precisamente verso Avenida Santa Fe. Plaza Italia, con la sua statua equestre dedicata a Giuseppe Garibaldi (Monumento a Giuseppe Garibaldi), è un nodo fondamentale per il distretto di Palermo. Ai lati della piazza si trovano infatti il Jardín Zoológico, ossia lo Zoo di Buenos Aires, ed il Jardín Botánico Carlos Thays, vasto parco con il Giardino Botanico, ricco di numerose specie di piante e fiori, avente serre e aiuole curate nei dettagli. Ma il parco più grande della città si trova tra le fermate della metro di Palermo e Plaza Italia e si chiama Parque Tres de Febrero (o semplicemente Parque 3 de Febrero, Parco 3 di Febbraio in italiano). Situato in mezzo tra Avenida del Libertador e Avenida Presidente Figueroa Alcorta, è dislocato su parecchi ettari di superficie (circa venticinque ettari in totale) ed ha una varietà incredibile di piante, oltre a dei laghetti e al Planetario cittadino. Il Parque Tres de Febrero, a conferma della presenza di folti boschi, è soprannominato Bosques de Palermo. Il quartiere di Palermo, insieme al confinante quartiere residenziale di Belgrano, sono fra i più verdi e ricchi di parchi di tutta la città e sono i prediletti dagli abitanti di Buenos Aires per passare delle ore in mezzo alla natura, dedite al relax. Sempre in questi due sobborghi cittadini si vedono spesso in giro i dog-sitter, ossia persone che vengono pagate dai più benestanti per portare a passeggio i propri cani (alcuni hanno al guinzaglio parecchi cani e la cosa è davvero curiosa da vedersi). Il nome Belgrano deriva dal Generale Manuel Belgrano, creatore della bandiera argentina. In primavera nei vari parchi cittadini e nei viali è possibile vedere gli alberi di jacaranda in fiore, tutti colorati di viola (peccato che noi siamo stati a Buenos Aires nel periodo invernale e che gli alberi fossero tutti spogli di foglie). Nei pressi del Parque 3 de Febrero ci siamo concessi una pausa in una delle tante caffetterie, per scaldarci un attimo con una gustosa cioccolata.
16/08/2010 - LUJÁN / BUENOS AIRES (Palermo e La Boca) Subito dopo colazione abbiamo raggiunto in metropolitana Plaza Italia, nel distretto di Palermo, da lì abbiamo preso un pullman con destinazione Luján. I biglietti si comprano direttamente nei baracchini presenti a bordo strada, a due passi dalla piazza, ove si vedono in sosta gli autobus. La compagnia di bus che fa la spola tra Buenos Aires e Luján è la Empresa Atlántida, il tragitto dura più o meno un'ora e mezza, mentre la linea di bus è la numero 57. Il costo dei biglietti dei pullman per tutte le tratte che abbiamo avuto modo di coprire, partendo sempre da Buenos Aires e poi ritornando in giornata nella capitale, è stato ogni volta basso e più che proporzionato alla comodità del viaggio. Spostarsi in pullman per l'Argentina conviene sicuramente, poiché ripeto ancora che i mezzi sono realmente pratici, confortevoli ed economici. Luján è una piccola città di circa novantaquattromila abitanti, situata ad una settantina di chilometri a nord-ovest di Buenos Aires. Appena fuori Buenos Aires, in direzione Luján, iniziano le campagne argentine chiamate Pampas. L'area rurale verso Luján è una sterminata pianura fertile, la Pampa argentina appunto, con alberi e animali al pascolo. Fra la vegetazione si annoverano parecchi sempreverdi, fra cui anche una discreta quantità di pini; peccato però che la maggior parte degli alberi fosse priva di foglie per via della stagione ed i colori fossero quelli brulli, tipici dell'inverno. La campagna delle Pampas è molto simile alla Pianura Padana. La Basílica de Nuestra Señora de Luján (Cattedrale di Luján) è il monumento più rappresentativo ed importante della città, oltre ad essere una delle cattedrali mariane più celebri del continente americano. Essa si erge nella piazza principale, chiamata Plaza Belgrano, vale a dire il proseguimento San Martín (via che conduce appunto alla Cattedrale). La magnifica Cattedrale di Luján, in adorazione della Vergine di Luján, fu innalzata in stile neogotico, con le sue due guglie alte ben centosei metri domina le Pampas (la si vede svettare da parecchio distante). La sua costruzione partì inizialmente soltanto con una piccola cappella e durò dal 1887 fino al 1932. Oltre alle due guglie, la facciata è arricchita da un rosone centrale, da parecchie statue religiose e da tre portoni in bronzo. Sempre nella piazza della Cattedrale si scorge il Cabildo, palazzo di importanza storica a livello nazionale. Invece tra la stazione dei pullman e la piazza principale, a breve distanza da quest'ultima, è presente un'area picnic direttamente sugli argini del fiume Luján. Abbiamo pranzato in uno dei bar che si affacciava sulla piazza principale, con bella vista sulla Cattedrale (essendo questa un'area di densa attività turistica, non è difficile imbattersi in bar e ristoranti vari). Durante il ritorno a Buenos Aires, più o meno a metà percorso, il pullman fa una fermata anche a Moreno, una caratteristica ed ordinata cittadina coloniale argentina. Una volta tornati nella capitale, abbiamo di nuovo fatto un giro per il quartiere di Palermo, facendo due passi per Avenida Cabildo (ove si distingue un'amena chiesa) e poi per il Jardín Botánico e Plaza Italia. In seguito, visto che il pomeriggio riservava ancora un pochino di luce, abbiamo deciso di recarci in taxi nel colorato quartiere di La Boca, a sud-est del centro città. Il quartiere di La Boca confina a nord con quello di San Telmo ed è uno dei più antichi e singolari distretti cittadini. Al tempo coloniale La Boca era una zona dismessa, fatta di baracche che davano un minimo di riparo agli schiavi neri, poi dalla fine dell'Ottocento venne popolata soprattutto da immigranti genovesi che le diedero l'aspetto attuale (case colorate, vicoli stretti e così via). La stradina più caratteristica e rinomata di La Boca è El Caminito (o soltanto Caminito), autentico museo all'aperto, con meravigliose casette colorate, con bancarelle che vendono dipinti ed infine con effigi in cartapesta di alcune celebrità argentine che salutano dalle finestre e dai balconi (come Diego Armando Maradona ed Eva Duarte Perón, due personaggi amatissimi in Argentina). Il Caminito, oltre alle già citate case dai colori vivaci, è un mondo di gente e movimento a ritmo di tango: è molto suggestivo e piacevole camminare fra bar, tavolini all'aperto, ristoranti, bancarelle e negozietti di souvenir. La Boca si affaccia sui canali fluviali alla confluenza col Rio de la Plata (Río Riachuelo) e nei pressi del Caminito c'è un porticciolo (all'altezza della fermata degli autobus urbani con destinazione ogni angolo cittadino, e dei numerosi taxi). Sempre con il taxi siamo tornati all'hotel nel tardo pomeriggio, mentre stava imbrunendo.
17/08/2010 - MAR DEL PLATA E' stata l'escursione più lunga che abbiamo fatto, poiché la rinomata località di Mar del Plata dista più di 400 km in direzione sud rispetto a Buenos Aires. Siamo partiti la mattina prestissimo dalla stazione del Retiro con un comodissimo pullman di linea (la compagnia di autolinee con cui abbiamo viaggiato si chiama Condor Estrella). E' incredibile quante siano le compagnie di autobus e pullman in generale che vanno in ogni luogo dell'Argentina partendo dalla Capital Federal, addirittura ve ne sono alcune che collegano Buenos Aires alle altre capitali sudamericane. Per prenotare un qualsiasi viaggio dalla stazione del Retiro bisogna andare almeno il giorno prima e avere con sé il passaporto. La mattinata era particolarmente fredda e, man mano che ci avvicinavamo a Mar del Plata, diventava sempre più grigia e nebbiosa. Il tragitto, praticamente tutto attraverso le Pampas, è durato più o meno cinque ore (stessa cosa al ritorno, però era già buio, per cui non abbiamo più potuto godere dei panorami). Le Pampas, o Pampa argentina, che dir si voglia, sono le immense e smisurate pianure che si estendono per centinaia di chilometri quadrati tutt'intorno a Buenos Aires. La campagna delle Pampas è molto affascinante, con sterminati campi nei quali brucano cavalli e bovini, ma tra gli alberi e gli acquitrini si scorgono anche cicogne, aironi, anatre e altre specie di volatili locali. La campagna è simile alla nostra e lo è ancor di più verso Mar del Plata, ovvero andando verso sud, ove c'era un clima più freddo e con una leggera nebbia. Mar del Plata è una località marittima particolare, poiché non gira solamente tutto attorno al mare e alla lunga spiaggia, bensì c'è molto altro da visitare; è il posto preferito per le vacanze estive degli abitanti di Buenos Aires, infatti la popolazione della città aumenta in maniera esagerata durante i periodi più caldi dell'anno (comunque la popolazione di Mar del Plata è già elevata, infatti supera i novecentomila abitanti). Arrivati alla stazione degli autobus della città balneare, ci siamo incanalati a piedi verso il centro; abbiamo preso la direzione delle vie che portavano alla Parroquia Nueva Pompeya (Parroquia Nuestra Señora del Rosario de Nueva Pompeya o solo Iglesia de Nueva Pompeya), chiesa in Avenida Libertad, dopodiché, rendendoci conto che il centro era ancora abbastanza lontano, abbiamo preso un taxi per raggiungerlo. Siamo così giunti in Boulevard Maritimo Patricio Peralta Ramos, davanti alle spiagge della città sull'Oceano Atlantico. Questa zona di Mar del Plata è il fulcro dell'animazione estiva, in quanto il litorale è sempre affollato di bagnanti. Non è stato però il nostro caso, infatti in inverno le spiagge sono deserte ed il mare ha un'altra veste più quieta e solitaria. Le spiagge sono lunghe e di sabbia beige, circondate da numerosi palazzoni; il lungomare è caratterizzato da due bellissime statue di leoni marini (animale simbolo della città, poiché nella zona portuale ne vive una colonia). Dalle spiagge, si arriva fino a Plaza San Martín percorrendo San Martín (Calle San Martín), che sarebbe la via pedonale più vivace di Mar del Plata, con vari negozi, bar e ristoranti; San Martín è una strada nata per lo shopping, c'è davvero di tutto, soprattutto negozi di souvenir e tendenza giovanile. In questa via abbiamo passeggiato un po' e ci siamo fermati in una tavola calda per pranzare. Dopo aver mangiato è uscito un bel sole, che ha decisamente scaldato la giornata. Così abbiamo proseguito nel nostro cammino e ci siamo fermati nel bel mezzo di Plaza San Martín ad osservare la Cattedrale (Catedral de los Santos Pedro y Cecilia in spagnolo e Dioecesis Maris Platensis in latino). La Cattedrale, dedicata a San Pietro e a Santa Cecilia, è un notevole monumento storico di Mar del Plata; la chiesa, in stile neogotico e dotata di un troneggiante campanile centrale, venne inaugurata nel 1905. Parte di Plaza San Martín, così come attorno alla Cattedrale, si trova immersa in un'area verde, con alberi e aiuole fiorite, il tutto è unito a formare un rinfrescante e rilassante parco. Avenida Pedro Luro e Diag. Juan Bautista Alberdi sono due strade trafficate che tagliano il parco. Nelle vicinanze della piazza si nota il Teatro Colón, con le sue eleganti case nei dintorni; tale teatro si trova nella via chiamata Hipólito Yrigoyen (Calle Hipólito Yrigoyen), all'incrocio con San Martín. Nelle vicinanze del Teatro Colón, per l'esattezza in Diag. Pueyrredón, abbiamo scovato un moderno centro commerciale, il Paseo Diagonal (qui abbiamo fatto merenda con dei biscotti, una bibita ed un caffè). Dopo lo spuntino siamo tornati alla stazione dei pullman per fare poi rientro in tarda serata a Buenos Aires.
18/08/2010 - BUENOS AIRES (Plaza San Martín / Retiro, Centro / Microcentro, Palermo e Recoleta) Abbiamo cominciato la giornata facendo ritorno alla fermata della metropolitana General San Martín nel quartiere del Retiro. Dopo aver visto nuovamente il Círculo Militar con il suo palazzo (il Palacio Paz) e il Palacio Haedo, praticamente di fianco al Círculo Militar, abbiamo imboccato la vicina Calle Florida, il cui inizio è fissato proprio in questo luogo. Dopo alcuni metri abbiamo incontrato il centro commerciale più vasto e rinomato della città, vale a dire le Galerías Pacífico. Oltre ad essere grande è anche estremamente elegante e sofisticato (abbiamo fatto un giro al suo luccicante interno e lo abbiamo fotografato sia da dentro che da fuori).
Siamo così tornati indietro fino in Plaza General San Martín e Avenida del Libertador, dove c'è il parco della piazza e la statua del Generale San Martín. Il giorno precedente a Mar del Plata, visto che era il 17 agosto, avevamo assistito alla cerimonia in memoria del Generale San Martín con una parata e con una banda che suonava; vedendo poi le corone di fiori sulla statua di Buenos Aires, abbiamo capito quanto fosse importante questa data, celebrata in tutta l'Argentina, in memoria della morte del liberatore dell'Argentina dal colonialismo. Dopo una veloce scorsa dei monumenti presenti, fra i quali il già menzionato Edifico Kavanagh, abbiamo ripreso la metropolitana e ci siamo indirizzati verso i quartieri di Palermo e Recoleta, scendendo a Bulnes. A questo punto ci siamo incamminati nelle vie che uniscono i due quartieri, partendo dal limite sud-est di Palermo in direzione Recoleta. Le strade che abbiamo percorso a piedi sono state Avenida Coronel Díaz ed un pezzo di Avenida del Libertador (che tra l'altro è una delle arterie più importanti dell'intera città); la prima via, facente parte di Palermo, segna praticamente il confine fra i due distretti, la seconda, nella porzione del nostro passeggio, era già nella Recoleta. Così ci siamo avviati, sempre a cavallo fra i quartieri di Palermo e Recoleta, verso la tranquilla Plazoleta Grand Bourg (o solo Plaza Grand Bourg), la cui fisionomia nel suo insieme ricorda le piazzette parigine; questa zona appartiene a Palermo. Lasciato per un momento alla spalle il sobborgo di Palermo, ci siamo inoltrati nel nord-est della Recoleta, intraprendendo un'altra volta Avenida del Libertador. Abbiamo così visto esteriormente il Museo Nacional de Arte Decorativo ed il Museo Nacional de Bellas Artes (MNBA). Sopraggiunti quindi in Avenida Presidente Figueroa Alcorta e tornati definitivamente al "barrio" di Palermo, abbiamo deciso di entrare nel Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires, il MALBA, che si fa largo di fianco ad alcuni grattacieli. Il Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires, riconoscibile dal suo futuristico edificio squadrato, è sostanzialmente un museo di arte moderna, il cui prezzo era proprio basso (circa 8 Pesos). Questa porzione della capitale argentina, oltre ad avere un buon numero di musei, è anche un'area residenziale ed è inoltre sede delle ambasciate internazionali. Vicino al MALBA c'è pure un gigantesco centro commerciale della catena "Carrefour", dentro al quale abbiamo fatto un giretto. Poi siamo tornati a piedi alla fermata della metro di Bulnes e ci siamo diretti in centro, con sosta in Plaza de Mayo. Abbiamo quindi pranzato in una tavola calda ai bordi della piazza ed in seguito abbiamo osservato l'Aduana de Buenos Aires, palazzo del 1910 che sta dietro a Plaza de Mayo. Dopo una pausa nel suo piccolo parco, di nuovo con la metro abbiamo raggiunto il Retiro, per vedere ancora una volta i grattacieli costruiti con vetro e cristallo che si stagliano a partire dall'Edificio Kavanagh, fino a terminare verso il Puerto Madero (per l'esattezza ci siamo insinuati in Avenida Leandro N. Alem). Fra i palazzi più alti, che si ergono nei pressi della stazione del Retiro, in direzione di Puerto Madero, vanno ricordati l'Edificio Carlos Pellegrini e la Torre IBM (rispettivamente di circa ottantacinque e centoventi metri di altezza).
19/08/2010 - SAN ANTONIO DE ARECO Partenza in pullman dal Retiro, con la compagnia Chevallier; il viaggio verso San Antonio de Areco dura all'incirca due ore, infatti la cittadina argentina dista più o meno 115 km in direzione nord-ovest dalla capitale Buenos Aires. San Antonio de Areco, con i suoi ventimila abitanti è una delle principali città delle Pampas, addirittura può essere appellata come regina della Pampas. Il percorso per giungervi è suggestivo, in quanto si incontrano bellissimi panorami delle pianure argentine. La giornata dedicata alla visita della cittadina era soleggiata e tiepida, perfetta per rilassarsi in campagna. Una volta arrivati a destinazione, abbiamo fatto un giro per i campi adiacenti alla stazione dei bus; la fermata infatti è proprio nel pieno del territorio rurale. La sterminata campagna delle Pampas attorno a San Antonio de Areco è assai verde e rigogliosa, inoltre brulica di cavalli che brucano: la città è per queste ragioni l'icona dei "gauchos". Il "gaucho" altro non è che il mandriano delle Pampas dell'America Meridionale, simile al "cow boy" nordamericano, abilissimo nel cavalcare e radunare il bestiame. I "gauchos" argentini, come tradizione vuole, indossano ancora oggi le "bombachas" (pantaloni larghi) e il fazzoletto al collo. San Antonio de Areco deve la propria fama allo scrittore Ricardo Güiraldes, il cui capolavoro "Don Segundo Sombra" è ambientato nella zona ed il protagonista è un "gaucho". Le principali attrattive di San Antonio de Areco, oltre alle campagne, sono: il Puente Viejo (ponte ottocentesco, ridente e scenografico al tempo stesso, posto sul fiume Areco e restaurato nel 1999), il Museo Gauchesco Ricardo Güiraldes, la Plaza Ruiz de Arellano o Plaza Principal, con la Parroquia San Antonio de Padua o Iglesia Parroquial San Antonio de Padua (chiesa dedicata ovviamente a San Antonio da Padova) e le viette in stile coloniale, come per esempio Calle Mitre. Dopo il Río Areco ed il suo verdeggiante parco, superato il Puente Viejo, una strada solitaria, il Camino Ricardo Güiraldes, porta fino al Museo Gauchesco y Parque Criollo Ricardo Güiraldes. Del museo di storia e di costumi agricoli folcloristici abbiamo potuto visitare solamente la parte esterna, poiché l'interno era in restauro a causa dell'alluvione che nel dicembre 2009 ha colpito il territorio. Mi è dispiaciuto non vedere gli abiti e gli arnesi tipici della tradizione contadina argentina. Il centro della cittadina è invece dalla parte opposta rispetto al Puente Viejo, il tutto è comunque facilmente raggiungibile a piedi. Il centro è, come già accennato, di puro stampo coloniale, con vie ordinate e pulite; la Plaza Principal è un gioiellino, curata e abbellita da una rigogliosa vegetazione. A metà pomeriggio, prima di fare rientro a Buenos Aires, ci siamo seduti nei tavolini all'aperto di un tipico baretto, a gustare una birra locale. A San Antonio de Areco tutto riecheggia la pace e la serenità della vita agricola, da segnalare anche un negozietto che vende articoli regalo e souvenir legati a questi usi e costumi (nei pressi del parco del Puente Viejo).
20/08/2010 - MONTEVIDEO (Uruguay) Siccome la capitale argentina è abbastanza vicina a quella uruguayana, in giornata abbiamo deciso di recarci pure a Montevideo. Da Buenos Aires la soluzione migliore è quella che abbiamo scelto noi, ovvero con una nave-traghetto in partenza da una darsena del Porto cittadino in zona Puerto Madero. Il terminal dal quale si parte e nel quale si ritorna è quello dei traghetti Buquebus (è un terminal nuovo, fatto di vetrate, efficiente e dalle notevoli dimensioni). Per andare a Montevideo bisogna acquistare i biglietti qualche giorno prima e bisogna presentarsi nel terminal almeno due ore prima di partire. Il prezzo di andata e ritorno per un viaggio in giornata verso la capitale dell'Uruguay è piuttosto salato, circa 100 Euro, tradotti ovviamente in Pesos argentini. In compenso il servizio è ottimo, così come i traghetti, che sono eccellenti e puntuali (la traversata dura tre ore piene). Proprio così, oserei dire traversata, poiché si oltrepassa tutto l'estuario del Rio de la Plata e si giunge a Montevideo, ancora sul fiume, ma alla confluenza con l'Oceano Atlantico. Le tasse di uscita dal paese sono comprese con il biglietto del traghetto, difatti basta il passaporto, da presentare quando ci si imbarca. Il diario completo dell'Uruguay è visibile in questa pagina: diario Montevideo
21/08/2010 - LA PLATA / BUENOS AIRES (Plaza San Martín / Retiro)
Come per le altre gite, abbiamo preso il bus dalla stazione del Retiro (Chevallier Costera Metropolitana la compagnia di autolinee). Andata e ritorno sono brevi, infatti La Plata dista un'ora di autobus da Buenos Aires, 60 km a sud-est della capitale; per questo breve viaggio i mezzi utilizzati erano normali corriere e non certo i pullman gran turismo delle altre destinazioni. La Plata, con una popolazione oltre il mezzo milione di abitanti, è la capitale della provincia di Buenos Aires (il nostro viaggio è stato tutto confinato in questa provincia, con l'aggiunta della stessa Buenos Aires). Visto che la stazione dei bus della città non era propriamente in centro, ci siamo fatti portare da un taxi fino in Plaza San Martín. Tale piazza è una delle più famose di La Plata, infatti, oltre alla immancabile statua del Generale San Martín, vi si trova la imponente Casa de Gobierno attorniata dai suoi rigogliosi giardini. La Casa de Gobierno, residenza del governatore della provincia di Buenos Aires, è un palazzo in stile rinascimentale-fiammingo, di colore biancastro, con decorazioni e tetto a mansarda. Tutta la Piazza San Martín è comunque alberata e rifinita da un parco, il suo aspetto è dunque gradevolmente verde. Superata la piazza, tenendo alle spalle la Casa de Gobierno, all'altezza di Calle 51 si incontra subito il Palacio de la Legislatura (o Legislatura de la Provincia de Buenos Aires). L'ingresso al palazzo della Legislatura Provinciale è presieduto dalle possenti colonne ioniche della Cámara de Senadores de la Provincia de Buenos Aires. Appena più avanti si erge il Palacio Municipal de La Plata (bianchissimo palazzo del 1883, sede del Municipio cittadino, innalzato in stile rinascimentale tedesco con un'alta torre centrale), nel punto in cui inizia Plaza Mariano Moreno, la vastissima piazza della Catedral de la Plata, che si estende su ben quattro isolati. Se il palazzo municipale occupa la parte nord della piazza, la Cattedrale si staglia nel lato sud. La Catedral de la Plata o Catedral de la Inmaculada Concepción è la più insigne chiesa della città ed è la più ampia chiesa di questo genere di tutte le Americhe. Fu eretta tra il 1884 e il 1932, su ispirazione delle grandi cattedrali gotiche; ha una facciata in mattoni rossi con rosone centrale e finestroni, oltre a possedere due svettanti torri, alte all'incirca centododici metri ciascuna. Dopo aver osservato bene la Cattedrale e averle girato intorno, ci siamo seduti in un bar, nel bel mezzo di Plaza Mariano Moreno e abbiamo pranzato. Nel primo pomeriggio abbiamo gironzolato ancora un po' per La Plata e poi siamo tornati in autobus a Buenos Aires. Per terminare la giornata siamo stati nella zona tra il Retiro ed il Puerto Madero, andando dapprima in Plaza Roma, ove in mezzo agli alti palazzi, vi è la Statua di Giuseppe Mazzini, ed in seguito passeggiando fra i grattacieli (fra i quali spiccano l'Edificio Alas, grattacielo di centotrentadue metri e la Torre Alem Plaza). Abbiamo quindi concluso il pomeriggio con una caffè in Calle Florida.
22/08/2010 - BUENOS AIRES (La Boca / San Telmo, Centro / Microcentro) Ultimo giorno di Argentina, in quanto in serata avevamo il volo di rientro, con scalo a Madrid. Al mattino, la nostra decisione è stata quella di tornare con un taxi nel quartiere di La Boca. Abbiamo percorso nuovamente le stradine de El Caminito, tappa immancabile per chi passa per La Boca e poi ci siamo incamminati verso la stadio di calcio più famoso dell'Argentina, La Bombonera, in cui si svolgono le partire interne del Boca Juniors. Nello stadio c'è un piccolo museo che ripercorre la storia del club, ove sono esposti trofei e gagliardetti della squadra. Visto che fu la prima squadra di Diego Armando Maradona e che egli diventò un mito per l'intera nazione, attorno allo stadio si trovano parecchi murales a lui dedicati, con la sua effige mentre indossa la maglia del Boca. A parte il suggestivo Caminito, che è l'unica zona bella del quartiere, ossia la parte più turistica e ben tenuta, con ristoranti e negozi souvenir, il resto di La Boca è abbastanza degradato e cupo, con edifici fatiscenti. Siamo così tornati in centro, un pezzo a piedi, un pezzo con il taxi; abbiamo ripreso la metro e ci siamo indirizzati nel quartiere di San Telmo, a nord di La Boca. Scesi in Avenida Independencia, fermata della metropolitana Independencia (linee blu e viola, cioè C ed E). San Telmo è animato soprattutto quando ci sono le bancarelle con i mercatini, se non è un quartiere residenziale normalissimo. Ad ogni modo abbiamo dato un'occhiata in giro, vedendo le vie ordinate, in cui ogni tanto compare qualche murales di eccellente fattura e la elegante chiesa chiamata Parroquia Inmaculada Concepción. In Avenida Independencia ci sono parecchi e curiosi alberi, panciuti con la corteccia spinosa, dal nome Ceiba speciosa o Chorisia speciosa. Qualche istante dopo, sempre tramite la metropolitana, siamo andati in centro, scendendo alla stazione Sáenz Peña (linea azzurra, la A), per vedere il Palacio Barolo, conosciuto anche col nome di Pasaje Barolo o Galería Barolo: appena più avanti si trova il Congresso con il suo parco. Infine, una volta ripresa la metropolitana siamo andati dritti in centro, scendendo in Plaza de Mayo (capolinea dell'azzurra, la A), poi a piedi abbiamo concluso la vacanza sul molo di Puerto Madero, osservando un uggioso tramonto. Anche questa esperienza era giunta al termine, verso le 19.00 avevamo ad attenderci la prenotazione per il transfer in aeroporto e nella tarda serata il volo con scali per il rientro in Italia. Il giorno successivo il 23 Agosto 2010, atterrati alla Malpensa, abbiamo dovuto per un attimo riambientarci all'afa dell'estate italiana (inoltre "Iberia" non ci ha fatto arrivare le valigie, per fortuna due giorni dopo ce le hanno spedite a casa).
Girare per le grandi città argentine, come Buenos Aires e La Plata, risulta essere molto facile, grazie alla tipica rete di strade a maglie quadrate, sempre presente nell'urbanistica del continente americano. Bisogna ricordarsi che il nome della capitale argentina, Buenos Aires, non indica per forza la qualità della sua aria, bensì deriva dalla Madonna di Bonaria, patrona della Sardegna, infatti la città venne fondata nel 1536 dal conquistador Pedro de Mendoza, e poi in un secondo tempo nel 1580 dal conquistador Juan de Garay, ed il nome della città deriva proprio dalla devozione degli spagnoli nei confronti della Madonna di Bonaria...
Hasta luego Argentina! Localizzazione viaggio
ARGENTINA, diario di viaggio della provincia di Buenos Aires
|
|
|
|
FOTO BUENOS AIRES
FOTO BUENOS AIRES
FOTO BUENOS AIRES
FOTO BUENOS AIRES
FOTO BUENOS AIRES
FOTO LUJÁN
FOTO MAR DEL PLATA
FOTO SAN ANTONIO DE ARECO
FOTO LA PLATA
DIARIO URUGUAY
TUTTE LE FOTO:
MAPPE E CARTINE:
SOGGIORNO IN:
LINKS UTILI:
NOTE POLITICHE E GEOGRAFICHE DELL'ARGENTINA
MEZZI UTILIZZATI:
- aerei per arrivare - taxi per spostarsi - metropolitana per spostarsi - pullman per spostarsi - traghetti per spostarsi
-GIUDIZIO PERSONALE-
trasporti: più che buoni gente: educata e gioviale natura: come da noi città: vaste e ben fornite mare: nella media clima: temperato cibo: squisita la carne divertimenti: per tutti i gusti vita: stimolante tradizioni: antiche e colorate nazione: variegata
-CONSIDERAZIONI PARTICOLARI-
Benvenuti nella terra dell'argento, del tango, dei gauchos, dei ghiacciai, delle sterminate pianure, della Capital Federal, della passione per la carne, del piacere di vivere. Risollevatasi dopo la disastrosa crisi del 2001- 2002, è ora pronta a tornare ai vecchi fasti, con Buenos Aires, la Parigi del Sud America, a fare da traino. Nella capitale argentina si respira un'aria famigliare, infatti nessuna città sudamericana assomiglia così tanto all'Europa quanto Buenos Aires. E' una fusione tra Parigi e Madrid, ma per le strade della capitale tanti conoscono l'italiano, perché molti argentini hanno almeno un parente o un lontano avo nato in Italia. Possiede anche caffetterie e cioccolaterie degne del centro di Torino e questo fattore, insieme al fatto che le campagne delle Pampas sembrano in maniera incredibile alle pianure del Nord Italia, fa si che non ci si senta mai troppo distanti da casa. Rivedere le foto delle campagne argentine fa stampare un sorriso sul viso, pensare di aver fatto migliaia di chilometri per immortalare gli stessi panorami che ci sono fuori dalla finestre di casa... fa proprio ridere. Viva la vida..., viva l'Argentina...
TORNA NELLA INDEX PAGE
|